Ciao, ti rispondo da laureato magistrale in Ingegneria Matematica al Polimi e da dottorando in CFD
Sulla fattibilità del passaggio ti hanno già risposto, aggiungo che probabilmente dovrai recuperare qualche corso di matematica, ad occhio direi analisi 3, PDE e probabilità.
La sensatezza è una questione più interessante: se ti piace la matematica e non ti dispiace la programmazione, allora è inutile che ti torturi ad ingegneria aerospaziale; a ingegneria matematica vedresti un mondo completamente nuovo -- e più bello, a mio avviso -- in cui la fluidodinamica non è che un tassello di un puzzle più grande.
Io credo sia meglio stare nella fazione del calcolo scientifico, se vuoi ti posso raccontare un po' la mia esperienza, sia durante la laurea sia durante il dottorato; se è la tua strada te ne accorgerai in poco tempo.
Un commento su quel che ha menzionato civamb: ho seguito il corso di Fluids Lab, in quanto parte del piano di studi, che è in unione corsi con ingegneria civile [significa che seguiamo il corso insieme].
È stato imbarazzante vedere lo stato degli ingegneri idraulici all'ultimo anno della magistrale, e come erano in difficoltà davanti a "l'esame più difficile del corso di studi": un'accozzaglia di robaccia da ingegneri che non richiede alcuno sforzo mentale oltre il memorizzare nozioni di dubbia validità. Ah, e usare Excel per l'analisi dei dati perché addirittura Matlab è chiedere troppo.
La situazione non è migliorata quando ho sentito i resoconti dei coraggiosi del mio corso che si sono avventurati nella doppia laurea, quindi sconsiglio a chiunque voglia fare calcolo scientifico serio di perdere tempo con quella cosa.