Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda anonymous_c01860 » 10/05/2019, 15:57

Salve a tutti,
sono al primo anno della magistrale di Fisica. Volevo sottoporvi un quesito sulla frequenza alle lezioni (intendo per i corsi che non hanno frequenza obbligatoria, i laboratori sono un altro mondo ovviamente).

Ho notato che a lezione si fa tutto il programma e che prendendo appunti bene e studiando da quelli si può fare l'esame. O almeno questo in teoria.
In pratica vedo che mi succedono due cose: uno, che a lezione faccio fatica a seguire, quindi a capire quello che viene spiegato a lezione e a prendere appunti, non riuscendo poi a ripassare a casa la lezione appena fatta; due, che senza appunti il corso è inaffrontabile, perché i libri sono dispersivi, troppo approfonditi o troppo sintetici, e le dispense non ci sono. Anche il programma del corso è molto generico. Anche chiedere appunti ad altri non funziona, perché sono presi male, ci sono errori, oppure sono presi bene ma nello stile personale e di pensiero di quello studente, che magari non va bene per me.

Insomma, se uno non segue bene le lezioni e non prende appunti, non c'è modo di imparare le cose e passare l'esame. Quindi la frequenza non è obbligatoria ma indispensabile. Condizione necessaria ma non sufficiente oserei dire.

Volevo chiedervi se anche voi avete incontrato queste difficoltà e se potete darmi consigli per superarle.

Chiedendo ad altri studenti (per esempio medici) ho sempre visto che a lezione o si faceva il programma, ma c'erano anche dispense e libri adeguati, oppure a lezione si dava un'infarinata, lasciando il grosso dello studio allo studente, che però così era comunque ben indirizzato e sapeva dove andare a cercare.
Cosa ne pensate?

Grazie!
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda axpgn » 13/05/2019, 09:34

Registrare le lezioni? C'è chi lo fa e si trova bene … ma anche no … :D
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda Raptorista » 13/05/2019, 15:58

Io ho passato diversi esami senza andare a lezione ma studiando solo per conto mio e non ho incontrato i problemi che hai menzionato tu. A lezione non capivo molto perché i professori non erano il massimo, e alla fine ci vuole di meno a studiare più cose da solo ma una volta che il programma d'esame "due volte" [a lezione prima, e a interpretazione d'appunti dopo]. Alla fine la fisica è quella.
Un matematico ha scritto:... come mia nonna che vuole da anni il sistema per vincere al lotto e crede che io, in quanto matematico, sia fallito perché non glielo trovo


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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda Albesa81 » 14/05/2019, 09:35

Nella mia esperienza di ex-studente universitario (ingegneria informatica) no, non si riesce a preparare un esame solo studiando sugli appunti presi a lezione. Questo perché quello che spiegano i docenti a lezione è per forza di cose un "condensato" della materia che non può coprire tutti gli anfratti necessari per sostenere l'esame.

In teoria, gli appunti presi a lezione dovrebbero servire solo da "filo logico" per capire in quale ordine conviene svolgere i vari argomenti trattati sul libro di testo: è da lì che bisogna studiare! :P
Altrettanto importante è accompagnare il libro di testo a un buon eserciziario (che andrebbe usato in parallelo allo studio degli argomenti, non prima né dopo).
\[-\sum_{n=1}^{N-1} \cos \left({2 \pi n \over N} \right) = 1\]
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda Luca.Lussardi » 14/05/2019, 18:52

Per i corsi di matematica in realtà ciò che si porta all'esame coincide quasi sempre con ciò che viene fatto a lezione. Ma tornando alla domanda, secondo me frequentare le lezioni (mi riferisco alla matematica in particolare) è fondamentale: la matematica si impara bene a voce e molto meno bene dai libri.
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda vict85 » 15/05/2019, 13:45

Luca.Lussardi ha scritto:Per i corsi di matematica in realtà ciò che si porta all'esame coincide quasi sempre con ciò che viene fatto a lezione. Ma tornando alla domanda, secondo me frequentare le lezioni (mi riferisco alla matematica in particolare) è fondamentale: la matematica si impara bene a voce e molto meno bene dai libri.


Secondo me dipende molto dal professore, dal libro, dal programma del corso e dal modo di imparare e pensare dello studente. Personalmente imparo piuttosto bene di persona, ma per pigrizia non sempre ho seguito le lezioni (e probabilmente il voto finale di laurea ne è stato influenzato).
È probabilmente una cosa personale, ma io non ho mai preso appunti a lezione (se non qualche breve appunto relativo a cose che probabilmente non si sarebbero trovate sul libro oppure cose che volevo approfondire da solo). Preferisco ascoltare e prestare attenzione al professore, fare domande se non capisco e, alle volte, cercare di precedere il professore nei ragionamenti. I libri non si possono "interrogare" ed è fin troppo facile leggere la frase successiva invece di ragionare. Scrivere gli appunti si fa invece sempre all'inseguimento e non sempre si dedica abbastanza attenzione al professore. Ho conosciuto molti che prendono appunti a raffica e alla fine della lezione non saprebbero spiegare le definizioni usate dal professore.
Ho avuto professori che scrivono lavagne e lavagne senza molta spiegazione e senza quasi girarsi verso gli studenti. Spesso gli appunti si trovano in copisteria o direttamente dal professore; in questi casi andare a lezione serve solo per farti conoscere dal professore (cosa abbastanza importante se l'esame è orale, se si vuole fare la tesi in quel settore e se gli studenti del corso sono relativamente pochi).
Seguire le lezioni serve anche per sapere esattamente quale sia il programma del corso. A me è capitato di non seguire un corso e di trovare 5 o più libri di 500-800 pagine in bibliografia del corso. Ti assicuro che non è una bella cosa.
Ovviamente, se non prendi appunti a lezione, devi anche studiare dal libro, ma la lezione ti indirizza nella lettura dei contenuti.

Riguardo ai libri, l'importante è trovare quello giusto per te e per il programma del corso. Alle volte è utile studiare su più di uno. Ci sono dei libri che ho trovato molto belli e illuminanti ad un certo punto dei miei studi che però non considererei adatti ad un corso introduttivo1.

Note

  1. Per certi versi, trovo che le università dovrebbero "riproporre" i corsi dei primi due anni con il linguaggio e gli strumenti dei corsi avanzati (magari come gruppo di seminari non obligatori durante la magistrale). Esiste molta bellezza nascosta nei corsi di analisi 1 e algebra lineare (che però non avrebbe senso mostrare a studenti troppo inesperti).
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda anonymous_40e072 » 28/05/2019, 04:36

Quella che tiri in ballo è una questione non da poco per il nostro sistema scolastico (e azzarderei non solo universitario).
Nel nostro paese c'è davvero un problema enorme in termini di "qualità delle spiegazioni" e organizzazione delle lezioni/esami, sopratutto in ambito scientifico statale. Senz'altro i cdl e i programmi sono fatti molto bene, quello che manca è la parte semplice (azzardo deviata da una frustrazione/mancanza di sensibilità di chi insegna, ma di fatto non insegna, spesso solo 'impone'): avere un po' cura degli studenti, valutare pseudo-decentemente, essere coerenti tra lezioni ed esami, dare il meglio degli strumenti disponibili al fine di agevolare l'apprendimento degli studenti. La stessa confusione si ha poi in analogia nel mondo degli "studenti", popolato da chi pretende che "all'esame" ci sia SOLO quello visto a lezione, studenti che studiano il mondo per conto proprio ma non riescono a trovare risultati all'esame, studenti che studiano/si preparano esclusivamente in funzione dell'Esame, interpolando le prove scritte dal '89 al 2019.
In quello che io valuto come il caos dell'università italiana, è difficile stilare una sorta di metodologia standard di approccio all'esame. Dipende e dipenderà da caso a caso, professore a professore, esame ad esame. In generale direi che un buon compromesso può essere: prendi gli appunti come un vademecum, comprati due bei libri, e studia cercando di farti una vera cultura della materia che stai affrontando; per finire, nell'ultima settimana preparati all'esame.
Sul come dovrebbe funzionare non credo ci vogliano nemmeno chissà che discorsi (ma a quanto pare, ci vogliono): il professore è lì per creare valore aggiunto, per rendere l'apprendimento più veloce, più adeguato e più critico; è giusto che non spieghi ogni singola virgola, ma è doveroso che indichi esattamente dove e come prepararsi e che faccia una lista dettagliata degli argomenti che intende inserire nell'esame; una volta fatta, si deve limitare a quegli argomenti; ovviamente, per voti alti (>27) è giusto (direi necessario) richiedere allo studente di andare un 'pochino oltre' (sopratutto in ambito tecnico-scientifico) partendo da domande su argomenti affrontati/richiesti dal corso. Tutto qui.
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda gabriella127 » 28/05/2019, 14:59

anonymous_c01860 ha scritto:In pratica vedo che mi succedono due cose: uno, che a lezione faccio fatica a seguire, quindi a capire quello che viene spiegato a lezione e a prendere appunti, non riuscendo poi a ripassare a casa la lezione appena fatta; due, che senza appunti il corso è inaffrontabile, perché i libri sono dispersivi, troppo approfonditi o troppo sintetici, e le dispense non ci sono. Anche il programma del corso è molto generico. Anche chiedere appunti ad altri non funziona, perché sono presi male, ci sono errori, oppure sono presi bene ma nello stile personale e di pensiero di quello studente, che magari non va bene per me.
vict85 ha scritto:
io non ho mai preso appunti a lezione [...]. Preferisco ascoltare e prestare attenzione al professore [...] Ho conosciuto molti che prendono appunti a raffica e alla fine della lezione non saprebbero spiegare le definizioni usate dal professore.
[...] Seguire le lezioni serve anche per sapere esattamente quale sia il programma del corso. A me è capitato di non seguire un corso e di trovare 5 o più libri di 500-800 pagine in bibliografia del corso. Ti assicuro che non è una bella cosa.


E' così da molte parti. E' un guaio cominciato, mi sembra, con l'introduzione della laurea triennale e relativi programmi.
Io mi sono laureata (in economia) quando c'era ancora la laurea quadriennale e questi problemi non li ho mai trovati. C'era un programmma dettagliato e i libri di testo consigliati rispecchiavano il programmma. Fare l'esame senza seguire non era un problema dal punto di vista organizzativo, si seguivano i corsi quando si riteneva che valesse la pena ascoltare il professore. Gli appunti io li prendevo un po', quando pensavo che fosse interessante, non è che si scriveva tutto, c'era il libro.

Poi ho frequentato di nuovo, piuttosto a lungo, l'università, matematica, poco dopo che era stata introdotta la riforma triennale. E c'era il guaio che voi descrivete. I libri della quadriennale per i programi della triennale non andavano bene e non c'erano libri che riflettessero i corsi. Alcuni professori davano dispense ma spesso arrivavano a babbo morto, cioè alla fine del corso, altri consigliavano caterve di libri ma nessuno di questi aveva a che fare con il corso, oppure proprio niente. Non c'era un programma dettagliato del corso.
Una volta andai a chiedere a dei professori di un corso di analisi I quale fosse il programma (del loro corso, non del corso di un'altro), e i libri di testo. Be', non mi hanno saputo rispondere, il programmma era una cosa in fieri con le lezioni.
Praticamente si doveva seguire il corso per conoscere che cosa si portava all'esame e prendere appunti ossessivamente, a discapito dell'attenzione ai contenuti, per avere dove studiare. E' vero come dice vict che molti studenti andavano a fare i copisti dalla lavagna, senza capire di che si parlava, qualcuno quando non poteva venire ci mandava la fidanzata... :-D , caso mai studentessa di lettere (davvero è successo). I professori lo sapevano, e spesso dicevano: "Ma seguite o siete venuti solo qui a copiare dalla lavagna?".

Se mancavi qualche lezione non capivi più niente e non sapevi dove recuperare.
Ricordo un corso di analisi numerica con un professore grosso e largo che scriveva alla lavagna mettendosi davanti a quello che scriveva e poi cancellava prima di spostarsi. Per il primo mese c'erano delle dispense e poi più niente, quindi ho lasciato perdere, andavo a lezione a vedere la schiena del professore.

C'erano anche professori che davano dispense in tempo o indicavano un programma dettagliato, ma quello di cui parlo sopra era regola. Gli stessi professori sono rimasti spiazzati dal cambiamento di programmi con la laurea triennale.

E tutto questo non perché i professori non fossero bravi, erano veramente di prim'ordine e valeva la pena seguire il loro corsi, ottimi, non li ringrazierò mai abbastanza. Ma c'erano seri problemi di organizzazione.
Forse ora è meglio, c'è più organizzazione, ma non so.
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda giuliofis » 30/05/2019, 09:41

arnett ha scritto:
anonymous_40e072 ha scritto: il professore [...] è doveroso che indichi esattamente dove e come prepararsi e che faccia una lista dettagliata degli argomenti che intende inserire nell'esame


Questo è il punto più critico, e quello che ha generato la mia affermazione di sopra. Ho purtroppo visto insegnanti comportarsi malissimo da questo punto di vista.

Eppure dovrebbe essere scontato... Se fossi malato e non potessi venire a lezione dovrei poter sapere cosa è stato fatto senza dover fare affidamento agli appunti presi da altri.
giuliofis
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Re: Consigli sulla frequenza alle lezioni

Messaggioda Albesa81 » 30/05/2019, 10:05

@gabriella127: leggendo il tuo ultimo post mi sono rivisto in tutto e per tutto matricola al Politecnico nel lontano a.a. 2000-2001 (che il caso volle fosse il primo anno in cui il PoliMi aderiva al nuovo DISordinamento :-) ).
\[-\sum_{n=1}^{N-1} \cos \left({2 \pi n \over N} \right) = 1\]
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