Quale Facoltà ?

Messaggioda Camillo » 31/10/2003, 22:26

Quale facoltà ? Matematica, Fisica o Ingegneria ?

Riprendo qui la domanda di vecchio, cercando non certo di rispondere alla domanda , a cui ognuno deve dare la sua risposta , ma cercando di fornire qualche elemento aggiuntivo , specialmente visto nell’ottica di che lavoro uno potrà fare, in funzione di che facoltà avrà scelto.

Certamente rispetto al ventaglio di opportunità che consideri, Matematica (e Fisica) sono Lauree a indirizzo molto speculativo ; come professione portano all’insegnamento nelle scuole dalle Medie fino all’Università e questo dipende dalle attitudini personali e un po’ , credo anche dalla fortuna ; certamente l’insegnamento all’Università è un indirizzo orientato alla ricerca in campo matematico:
oggi la ricerca di punta si fa in America e se si vuole veramente emergere un dottorato in America è probabilmente un “must”.
D’altronde non è comunque raro il caso di laureati in Matematica ( e Fisica) che trovano impiego ad es. in società che sviluppano software o anche in altre attività operative .Più che le conoscenze specifiche acquisite durante il corso di Laurea , in questi casi ritengo vengano impiegate le facoltà di analisi , di sintesi e capacità logiche potenziate durante il corso.
Personalmente, a suo tempo ero stato attratto dalla Laurea in matematica, ma poi avevo deciso per Ingegneria, “ spaventato” dall’astrattezza di studi puramente matematici : ho temuto di avere poi pochi contatti con la realtà nella vita di lavoro, essendo io inoltre più teorico che pratico.Penso comunque che Matematica sia una Laurea bellissima , anche se molto impegnativa.

Ingegneria è ovviamente più applicativa ; ti chiederai : e che fa un ingegnere ?
Posso dirti qualcosa nel mio campo, cioè le Telecomunicazioni, ma no è tanto diverso negli altri campi.
Se verrai assunto un giorno da una società , si apriranno varie possibilità :
· Ricerca e Sviluppo di nuovi prodotti : si studiano e progettano i nuovi prodotti .
Certamente oggi in Italia non si fa molta Ricerca , però in alcuni campi sì : ho lavorato nelle Telecomunicazioni ( Siemens) e tutt’ora si fa Ricerca o meglio per usare una parola più aderente alla realtà, chiamiamola Sviluppo e Ingegneria ,nel campo dei Ponti Radio ( certo è un’attività di nicchia, però se piace ..)
Io penso ( opinione proprio del tutto personale ) che a un neo ingegnere farebbe comunque bene un periodo iniziale in Ingegneria , anche se poi le sue inclinazioni/aspirazioni lo portassero ad esplorare altri campi .
Credo che iniziare in Ingegneria sia formativo : personalmente l’ho fatto, anche se non per molto tempo ; poi mi andava un po’ stretto , mi sembrava cioè di avere una visuale un po’ ristretta : naturalmente vari miei colleghi l’hanno fatto per tutta la vita lavorativa e hanno sempre avuto il gusto di farlo : conclusione ovvia : non tutti siamo uguali ! e meno male !
Chiaramente è in questo settore , Ingegneria, che maggiormente si utilizzano le conoscenze tecniche specialistiche apprese all’Università.

· Un ‘ altra possibilità è di entrare invece nel settore Marketing/Vendite di una società.
Personalmente non consiglierei di farlo subito all’ingresso in azienda da neolaureato ( anche se molti invece lo fanno ) , ma dopo un po’ di training in Ingegneria ( come è stato il mio caso ) .
In questo settore le cognizioni tecniche specialistiche sono meno importanti ; servono piuttosto conoscenze a livello sistemistico . E ‘ poi fondamentale la capacità di creare e mantenere rapporti verso l’esterno, cioè verso i clienti , capire le loro necessità , i loro piani e aiutarli nelle scelte.
Anzi , bisognerebbe capire in anticipo le necessità future dei clienti in modo da orientare opportunamente la progettazione ( Ingegneria) nello sviluppare i prodotti più richiesti.
Per questo tipo di attività è molto importante acquisire anche conoscenze di tipo economico / finanziario come : struttura dei costi in una azienda , margini , tipi e forme di pagamento ; bisogna saper formulare e gestire un budget di vendita .
Non va dimenticato che alla fine, ogni società sul mercato ha lo scopo di generare utili e non perdite .
Bisogna acquisire , supportati dagli enti aziendali a ciò preposti(Direzione finanziaria) , le necessarie conoscenze relative a piani di finanziamento da proporre ai clienti che non siano in grado di pagare subito, ma che abbiano bisogno di dilazioni di pagamento : situazione molto frequente nelle trattative con i paesi in via di sviluppo.
Questo settore ( Marketing e Vendite ) dà in generale una visione più ampia , anche se meno profonda delle varie problematiche : si è infatti in contatto , oltre che con i clienti( mondo esterno ) , anche con la
Produzione e Installazione( mondo interno) della propria società ( vedi dopo).

· Un ‘altra area è quella di Produzione .
Sempre più nel futuro vorrà dire gestire al meglio e pianificare risorse produttive non operanti all’interno della propria società e magari neanche in Italia , ma nei paesi del terzo mondo , con bassi costi di produzione : Cina ad esempio.
Vuol dire saper gestire trasferimenti di tecnologia verso altri paesi con tutti i problemi che questo comporta : inadeguatezza delle strutture locali, mancanza di know-how etc.

· Un’altra area , che fa da collegamento tra Fabbrica e Vendite è la cosiddetta Supply Chain
che in sintesi si occupa della gestione del processo che parte dalla ricezione del contratto di fornitura da parte del cliente , passa attraverso la Fabbrica e i Fornitori Esterni fino ad arrivare alla consegna finale al cliente.
In due parole si tratta di ottimizzare il processo completo , denominato appunto Supply chain ( = catena della fornitura) e non è cosa semplice : in questi ultimi tempi è diventato un punto molto importante , in quanto se ben gestito si possono ridurre i costi e aumentare la soddisfazione del cliente che resta così “ affezionato “( la ben nota Customer satisfaction ) .
· Poi si potrebbe anche parlare del gruppo che si occupa di Impianti , di realizzare cioè il progetto globale richiesto dal cliente : se restiamo nel campo Telecomunicazioni , di installare il collegamento completo con tutti i servizi accessori e di consegnare al cliente un sistema di trasmissione completo , collaudato e rispondente alle norme tecniche e sistemistiche del contratto e “ funzionante “ , il che farà poi scattare i pagamenti etc.
· Che altro posso dire ? Ho cercato di descrivere , chiaramente basandomi sull’esperienza e conoscenze personali , come è strutturata e quali sono le attività principali di una società e quali differenti collocazioni può trovare in essa un Ingegnere.

· Se invece l’interesse prevalente è di tipo più speculativo , allora una Laurea in Matematica ( o Fisica) secondo l’inclinazione personale è da preferire .
· Non è comunque impossibile, almeno entro certi limiti, intraprendere una certa strada negli studi e poi nel mondo professionale percorrerne un’ altra , anche abbastanza diversa .
· Un “compromesso” tra interesse applicativo e interesse speculativo potrebbe essere dato dalle Lauree in Ingegneria Matematica e in Ingegneria Fisica : che io sappaia non c’è ancora un riscontro col mondo del lavoro ( e con le sue necessità) , perché i primi laureati usciranno l’anno prossimo ( almeno a Milano è così , non so altrove).
Credo di essermi lasciato prendere la mano, e mi fermo qui.
Ciao
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Messaggioda Camillo » 04/11/2003, 17:36

Mi piacerebbe sapere se il post che ho scritto, relativo alla mia esperienza di lavoro, ha suscitato delle reazioni e quali, se ha magari stimolato qualche nuova domanda, in coloro che stanno per fare la scelta della Facoltà.
Sarebbe utile che altri laureati a indirizzo tecnico-scientifico dessero il contributo della loro esperienza lavorativa, in modo che chi deve scegliere abbia un panorama il più vario e completo possibile.
ciao
Camillo
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Messaggioda goblyn » 04/11/2003, 20:13

Io sono laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni.
Le mie due passioni sono da sempre la fisica e la matematica. E di fisica e matematica ne ho visto parecchio... (beh certo non come un fisico o un matematico). Non so bene come funzioni il nuovo ordinamento, ma col vecchio c'era la possibilità di scegliere moltissimi esami. E io li ho scelti per bene... <img src=icon_smile_wink.gif border=0 align=middle>
Ora probabilmente sceglierei Ingegneria Fisica.
Secondo me se uno ha la passione per la matematica o la fisica e vuole fare una di queste due facoltà fa benissimo. Non bisogna dare troppo peso a giudizi del tipo: "quella materia lì è troppo astratta ma cosa andrai a fare dopo...?". A parte il fatto che la soddisfazione interiore che uno raggiunge dopo uno studio serio e approfondito di ciò che gli piace (qualunque cosa sia) è impagabile, non bisogna dimenticare che le applicazioni della fisica e della matematica sono spettacolari in ogni campo. C'è un lato astratto e uno tremendamente pratico. E poi perché fuggire dall'astrazione? E' così potente, affascinante ed elegante allo stesso tempo... C'è un lato estetico anche in queste cose, ma uno se ne accorge solo se ha approfondito la materia. Beh sto divagando.
Ora lavoro in Università, faccio ricerca. Ricerca applicata. Un ingegnere delle telecomunicazioni può occuparsi di svariate cose. Dai protocolli di rete alla trasmissione del campo elettromagnetico in una fibra ottica, dalle comunicazioni radio alla progettazione di sorgenti laser... eccetera. Ci sono mille applicazioni. Il vantaggio di una facoltà come quella d'ingegneria è che un ingegnere ha acquisito gli strumenti per fronteggiare un numero di problemi elevatissimo e di svariata natura. Poi il proprio indirizzo pone se stessi in vantaggio in quel campo rispetto ad un altro candidato. Ma non si fa molta fatica a cambiare settore.
Quindi a mio parere scegliere ingegneria (o fisica o matematica) è una scelta vincente. Il ramo poi non deve essere un problema. Io sceglierei per passione e attitudine. Non ci saranno problemi, più avanti, ad adattarsi ad un'eventuale nuova situazione.



Modificato da - goblyn il 04/11/2003 20:14:41
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Messaggioda fireball » 04/11/2003, 21:18

Visto il titolo del topic non potevo non inserirmi nella discussione.

Ben detto goblyn, condivido pienamente!

E ingegneria informatica? È vero che ci sono forti contenuti di matematica e fisica? Ho visto anche che c'è un esame di chimica... Chissà a cosa servirà!

So che per me è presto, ma poiché sicuramente prenderò ingegneria informatica, vorrei farmi un'idea completa di questa facoltà e vederla più da vicino.

Avete letto le statistiche? Si dice che gli studenti che fanno il corso di ing. informatica online conseguano risultati migliori di coloro che frequentano il corso tradizionale...

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Messaggioda Anto » 05/11/2003, 09:07

Scusate l'intromissione, una serie di piccoli punti da chiarire, così, tanto per conoscere la vostra opinione:
1. ... e a proposito di una laurea in Informatica/Tecnologie Informatiche (nuovo corso - nuovo ordinamento a "La Sapienza" di Roma) che ne dite?

2. Personalmente lavoro, da qualche anno, come sviluppatore in un'azienda che produce sw e condivido in toto le parole espresse da camillo e goblyn. Il punto è che ora con il nuovo ordinamento le cose sono un po' cambiate ... dopo i tre anni si può uscire dall'università.
Ad Informatica - sto toccando con mano - le cose sono cambiate solo nella forma: nella sostanza anche per giungere alla laurea di primo livello bisogna sostenere 28 esami (!) e non mi vengano a dire che i programmi sono stati accorciati perchè non è così.
Ma in altre facoltà ?
E' opportuno snellire i corsi anche nelle facoltà scientifiche?
Ed allora per quale ragione in alcune facoltà la cosa è avvenuta ed in altre no?
In riferimento ad Ingegneria: le persone che escono con la triennale hanno tutte la carte in regola per la professione ? E quelli che usciranno con la specialistica (3 più 2)?

Grazie a chi vorrà rispondermi.
Anto.
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Messaggioda WonderP » 05/11/2003, 13:28

Tocchi un argomento molto delicato, io sono stato rappresentante degli studenti di ingegneria a Padova, e ti assicuro che ci sono state molte battaglie. Personalmente ritengo il sistema 3+2 deleterio, e di questa opinione erano anche molti studenti e professori, ma è stata fatta un legge, quindi… un mio professore diceva: “ Io non vi insegno e fare i tubi con una determinata sezione, vi do tutte le nozioni per farle di qualsiasi forma, anche se poi le farete solo circolari. Con il 3+2 si insegna a fare solo sezioni circolari.” Quindi con il vecchio ordinamento si da una conoscenza piena degli argomenti e facendoli in più tempo li si lascia metabolizzare allo studente, con il 3+2 non accade. Non me ne abbiano a male i periti, ma secondo me dal 3 ne usciranno solo “peritoni” più approfonditi. E quelli che faranno il +2? Non penso che sia una buona idea quella di riprendere concetti lasciati indietro, personalmente il quarto anno non avrei sopportato il rigore che veniva adottato nel biennio.
Parli di programmi non accorciati, questo è un grosso problema, non tanto perché sia difficile cambiarli, ma in quanto è difficile cambiare la mentalità di alcuni professori che insegnano quel programma da molti anni. Fortunatamente non tutti i professori sono così, ma purtroppo ce ne sono. Speriamo vada tutto per il meglio, ma a dirlo saranno i fatti, quanti si laureeranno in corso?
Nel mio anno, col vecchio ordinamento, su 408 iscritti ci siamo laureati in corso in 12, meno del 3%, nemmeno così va bene.

WonderP.
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Messaggioda Anto » 05/11/2003, 13:44

"Parli di programmi non accorciati, questo è un grosso problema, non tanto perché sia difficile cambiarli, ma in quanto è difficile cambiare la mentalità di alcuni professori che insegnano quel programma da molti anni. "

Questo è quello che penso anch'io !!!
Lo ritengo un problema al pari della mancaza di aule e altro !


"Fortunatamente non tutti i professori sono così, ma purtroppo ce ne sono. Speriamo vada tutto per il meglio, ma a dirlo saranno i fatti, quanti si laureeranno in corso?"

Questo è anche in funzione di cui sopra: perchè per sostenere degli esami magari non così importanti mi occorre studiare molto di più rispetto ad altri, solo perchè ho davanti un prof più esigente e magari innamorato della materia che insegna ?


"Nel mio anno, col vecchio ordinamento, su 408 iscritti ci siamo laureati in corso in 12, meno del 3%, nemmeno così va bene."

Questo è altrettanto vero.... oltretutto, almeno da noi, è stato introdotto il limite di sei anni! Secondo me giungerà alla laurea la stessa tua percentuale di studenti. E gli altri? che cosa dovranno fare ? Magari sostenere altri esami o pagare altre tasse?
Bah. Mi piacerebbe tanto sentire qualche personaggio che stia dentro l'università. ... goblyn x esempio !




Anto.
(Grazie Wond e scusa se ti cito!)
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Messaggioda fireball » 05/11/2003, 13:44

Così si è persa la mia precedente domanda... Qualcuno l'ha notata?
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Messaggioda rocco.g » 06/11/2003, 17:10

ciao,
sono iscritto al primo anno di ing. informatica e condivido a pieno le opinioni di WonderP...purtroppo sto provando personalmente i problemi creati dal 3+2.
Uno dei miei professori c ha detto all'inizio del corso che noi saremo quelli che dovranno studiare di + considerando il fatto che saremo costretti a fare argomenti in un tempo limitato e breve, mentre negli altri anni questo non accadeva e le cose si facevano più lentamente ed anche meglio, perchè cosi si aveva la possibilità di immagazzinare meglio le cose...
tutti quelli ke conosco sono contrari al 3+2, anke io lo sono, ma purtroppo non posso farci niente visto che da tutte le parti in Italia ormai è così...purtroppo non solo io, ma tutti quelli del mio corso si stanno trovando male proprio per il troppo carico ed i programmi troppo compressi in un lasso di tempo molto breve...
rocco.g
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Messaggioda dazuco » 06/11/2003, 23:11

ciao a tutti
vorrei sottolineare che anch'io ero scettico sul corso di laurea 3+2 ed in effetti in molte università ci sono state una moltiplicazione esagerata di corsi di laurea senza sufficienti laboratori o professori. Inoltre parecchi corsi di laurea non scientifici hanno visto notevolmente ridotti i programmi. Però come in tutte le cose della vita non si può generalizzare quello che crediamo sia la normalità delle situazioni. Nel corso di informatica, la sapienza di roma, i programmi (a parte tre quattro nel primo anno) non ho più trovato esami facili o cmq più brevi rispetto al v.o. vuoi perchè i prof. non hanno cambiato il metodo di insegnamento vuoi soprattutto perchè nel v.o. occorrevano 44 o 45 moduli per conseguire la laurea, quindi, adesso per avere una laurea dello stesso peso di quella occorrono 50 esami (non vedo un'agevolazione verso gli studenti se non nel fatto che uno può abbandonare prima gli studi avendo però un titolo minore rispetto alla vecchia laurea ed in più deve poter fare il tutto in al max 6 anni mentre prima potevi impiegare anche 10 o più anni) bah!!! Non mi sembra che questa sia un'agevolazione. Io parlo cmq del corso di laurea che sto frequentando. Quello che non trovo corretto è che dal momento che anche se penso che più della metà delle lauree hanno perso credibilità non tutte sono così e poi ricordiamo che finiti i tre anni non si aquisisce il titolo come da v.o. quindi non ci regalano nulla. Non si può fare di tutta l'erba un fascio. Grazie
dazuco
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