da MrBarilla » 06/09/2017, 13:42
Per i neoclassici il mercato del lavoro è simile al mercato delle merci, in cui la quantità domandata aumenta se diminuiscono i prezzi, mentre la quantità offerta aumenta se aumentano i prezzi. Nel caso del mercato del lavoro, il “prezzo” è il salario in termini reali. La quantità è invece il numero di occupati.
Quindi i lavoratori offriranno “più lavoro” se i salari reali salgono, mentre le imprese domanderanno più lavoro se i salari reali scendono. Il punto di equilibrio tra domanda e offerta determina il salario reale effettivamente percepito e la quantità di lavoratori effettivamente occupati.
Keynes dice che gli imprenditori non investiranno, produrranno e quindi assumeranno lavoratori se la domanda attesa in futuro viene ritenuta scarsa. Dà un ruolo importante alle aspettative degli imprenditori e alla propensione al consumo delle famiglie che sono in grado di influenzare l’inclinazione della curva di domanda aggregata.
Inoltre definisce il sistema economico come scoordinato perché non tutti i soggetti hanno la stessa funzione sociale e gli stessi comportamenti e quindi non vi è alcuna tendenza “naturale” alla piena occupazione.
Va bene così?