Messaggioda Fioravante Patrone » 08/10/2008, 07:29

Non poteva mancare il win-win :evil:

Da:
http://www.key4biz.it/News/2008/10/07/e ... uturo.html

La comunicazione crea situazioni, per usare la terminologia della teoria dei Giochi, di tipo “win-win”: alleanze strategiche, la scoperta di nicchie di mercato da sfruttare tramite reti, una relazione stabile e continua con gli azionisti.

Non mi risulta che i manuali migliori di TdG amino questa terminologia biznezziana.
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Messaggioda maximus » 08/10/2008, 08:11

Fioravante Patrone ha scritto:Dove sta l'[e/o]rrore?
http://www.linkontro.info/index.php?opt ... &Itemid=78


la parte dell'articolo riguardante il dilemma del prigioniero e' copiata pari pari da wikipedia
( http://it.wikipedia.org/wiki/Dilemma_del_prigioniero ) (stesso esempio e stessa matrice dei payoff)... e mi sembra corretta...
....mmmmm.......
forse l'errore e' questo:
articolo ha scritto:...Il dilemma dimostra,inoltre, una difficoltà a mantenere un comportamento cooperativo anche quando cooperare è il comportamento socialmente ottimale...

Il dilemma e' un tipo di gioco non cooperativo, e dunque non puo' dimostrare una difficolta' a mantenere comportamenti cooperativi...
...giusto ?

:wink:
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Messaggioda Fioravante Patrone » 08/10/2008, 13:14

maximus ha scritto:
Fioravante Patrone ha scritto:Dove sta l'[e/o]rrore?
http://www.linkontro.info/index.php?opt ... &Itemid=78


la parte dell'articolo riguardante il dilemma del prigioniero e' copiata pari pari da wikipedia
( http://it.wikipedia.org/wiki/Dilemma_del_prigioniero ) (stesso esempio e stessa matrice dei payoff)... e mi sembra corretta...
....mmmmm.......
forse l'errore e' questo:
articolo ha scritto:...Il dilemma dimostra,inoltre, una difficoltà a mantenere un comportamento cooperativo anche quando cooperare è il comportamento socialmente ottimale...

Il dilemma e' un tipo di gioco non cooperativo, e dunque non puo' dimostrare una difficolta' a mantenere comportamenti cooperativi...
...giusto ?

:wink:

Per me la cosa era molto più semplice: uno dei due, o entrambi, "sbagliano" :lol:

Quanto al merito, poche osservazioni:
- effettivamente occorre cautela nel descrivere fenomeni sociali con una piccola matrice. E, se un "giocatore" sta a rappresentare una collettività, non può essere ignorato il problema dell'aggregazione delle preferenze.
- sul cooperativo/non cooperativo la confusione è gentilmente arricchita dalla consuetudine abbastanza diffusa di chiamare le due strategie nel dilemma del prigioniero "cooperare/non cooperare". Cosa che non permette a chi si occupa di teoria dei giochi di "godere nell'esercitarsi sui giochi", creando loro difficoltà aggiuntive derivanti da questi fatti linguistici.

Nota finale: siamo ancora lontani dal poter dire "l'ha detto Wikipedia"... :-D
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Messaggioda Fioravante Patrone » 14/10/2008, 07:29

Hanno sbagliato la riga?

Da:
http://notizie.alice.it/notizie/esteri/ ... 28757.html

Nel 2005 a Thomas Schelling e all'israelo-americano Robert Aumann per aver gettato le basi della teoria dei giochi (mechanism design).


Forse volevano riferirsi a quello del 2007, andato a Hurwicz, Maskin e Myerson. Quelli sì che si sono occupati di mechanism design.
Che, poi Schelling e Aumann abbiano gettato le basi della teoria dei giochi...

NB: io ho solo citato un sito fra i tanti che hanno riportato la notizia, che è di APCOM.
Basta fare un giro in rete, per verificarlo
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Forse il Papa ha ragione...

Messaggioda Fioravante Patrone » 21/10/2008, 08:34

...quando parla del pericolo di arroganza degli scienziati!?

Qui:
http://agora.torinovalley.com/blog/2008 ... -edizione/
trovo questa citazione:
10. COS’E’ LA TEORIA DEI GIOCHI? Un articolo pubblicato su Complexlab, in cui Nicola Antonucci ci indica come La Teoria dei Giochi dimostri matematicamente che tutto ciò che esiste ha una logica in natura, e quanto sia funzionale rispetto ad altre possibilità.

Mi dico: mannò, si sono sbagliati a citare, o sono stati troppo stringati.
Beh, andiamo a vedere.
Qui:
http://www.complexlab.com/Members/nicol ... dei-giochi
viene detto:
La Teoria dei Giochi dimostra matematicamente che tutto ciò che esiste ha una logica in natura, e quanto sia funzionale rispetto ad altre possibilità.

Ma allora ha ragione il Papa!
O forse...
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Apprendista stregone

Messaggioda Fioravante Patrone » 03/01/2009, 09:55

Prologo

Probabilmente non mi sarei mai accorto di un breve articoletto, del quale parlerò in seguito, se non fosse stato per Wikipedia.
Nel senso che la voce "Teoria dei giochi" è tra i miei "osservati speciali" e quindi, quando faccio il login, vedo se ci sono state delle modifiche recenti.
Così mi sono imbattuto in:
http://www.lucapoma.info/archive/Teoria ... Giochi.pdf
Questo link esterno era stato inserito da "un IP", come si usa dire tra wikipedisti, ovvero da un utente non registrato, che aveva cercato di fare un po' di pubblicità a varie cose legate a Luca Poma e alla organizzazione "Giù le Mani dai Bambini"® (notare il marchio registrato): vedasi
http://it.wikipedia.org/wiki/Discussion ... 156.52.126
Cosa ho fatto? Un rollback, naturalmente. E con questo finisce il prologo, legato a Wikipedia.


Però quel link mi ha incuriosito, anche perché giracchiando in rete trovo (nel sito della campagna (?) "Giù le Mani dai Bambini"®):
http://www.giulemanidaibambini.org/doc/CV_LucaPoma.pdf
in cui viene detto:

"E autore dell’innovativo saggio "La Teoria dei Giochi: dalla strategia militare alle Relazioni
Pubbliche", pubblicato sul settimanale FERPI Notizie.
"

E allora me lo sono scaricato, questo innovativo saggio e me lo sono letto. Scoprendo alcune cose interessanti. Tante, direi, per un saggio di tre pagine scarse(*).


1.
"John Nash, noto al grande pubblico per il film biografico "A Beautiful Mind", nel quale ritira l’Oscar praticamente in preda alla schizofrenia"

??? mi sa che voleva dire che ritira il "Nobel". Vabbé, un errore di stumpa capita a tutti.


2.
"in estrema sintesi [...] Nash elaborò un sistema di regole tale da permettere - tramite l’attenta disamina delle forze in campo in un dato scenario di conflitto puro - una determinazione preventiva degli esiti di un confronto, in tutte le sue diverse varianti.
" (1)

Il primo commento che mi viene da fare è che forse Nash arrossirebbe di fronte a una simile descrizione del suo contributo, dallo stile improntato a "le magnifiche forze e progressive". Volendo volare bassi, quanto meno la molteplicità degli equilibri di Nash, che è un fatto tipico, è ben nota a chi si occupa di teoria dei giochi: già solo per questo motivo a me l'uso del termine "determinazione" mette soggezione. Non lo userei mai, per questo e per altri motivi (tra cui i risultati della teoria dei giochi sperimentale).

Il secondo commento è di natura più tecnica, ma fondamentale. Fondamentale per la comprensione del valore effettivo del contributo di Nash. "Scenario di conflitto puro"? Beh, il passo molto importante fatto da Nash consiste nell'estendere il risultato di von Neumann del 1928, che valeva per i giochi a somma zero (quindi in condizione di "conflitto puro") al caso in cui questa ipotesi viene abbandonata. Sarebbe un po' come dire che Copernico combatté l'ipotesi eliocentrica, per capirci.


3.
"Collega di corso di Nash era Robert Aumann"

??? A me risulta che Nash abbia studiato a Carnegie Tech (B.Sc. e M.Sc.) e a Princeton (Ph.D), e che Aumann invece abbia studiato al City College di NY (B.Sc.) e al MIT (M.Sc. e Ph.D.).


4.
"Tra i molti contributi interessanti di Aumann e Shelling spicca certamente [...] quella dell’"equilibrio correlato""

A parte il fatto che è Schelling (ovviamente errore di stampa, visto che poi è riportato correttamente), che c'entra Schelling?
L'equilibrio correlato è un contributo di Aumann:
Aumann, Robert J. [1974]: Subjectivity and correlation in randomized strategies, Journal of Mathematical Economics, 1, 67-96.


5.
"Thomas Schelling - che collaborò proficuamente con Aumann per implementare ulteriormente la Teoria dei
Giochi -
"

E ridaie. Per quel che ne so, Aumann e Schelling non hanno MAI collaborato tra loro per sviluppare la teoria dei giochi ("sviluppare" è certo termine più adeguato di "implementare"). E' un fatto curioso, se si vuole, visto che hanno ricevuto assieme il "Nobel" per l'economia, ma a me non risulta, né sono riuscito a trovare taccia di questa collaborazione. Non hanno lavori scientifici in comune, né una loro collaborazione è menzionata in occasione del conferimento del "Nobel", né (ad esempio) in interviste che Aumann concesse a Eric van Damme e a Sergiu Hart.


6.
Basta così.
Però una cosa la voglio ancora dire. E riguarda due passaggi:

Nella citazione (1), la parte tagliata ([...]) in quanto irrilevante lì, dice:
" - cercando di rendere l’idea con un linguaggio divulgativo, e non me ne vogliano fisici e matematici -"

Non vedo cosa c'entrino i fisici. Ma, comunque, al di là di questa marginale notazione, noto che i tentativi di "rendere un'idea" accessibile ai non specialisti sono da considerare apprezzabilissimi (per questo motivo, nel mio piccolo, anch'io ci provo). Però sarebbe meglio cercare di "rendere" l'idea giusta e non quella sbagliata. Forse per renderla bene sarebbe meglio conoscerla prima, l'idea.


Qui la citazione ha da essere un po' lunga.

"Proviamo a chiarire, anche a costo di banalizzare. Aumann ad esempio sostiene che i vantaggi immediati di certe azioni "opportunistiche" - od aggressive - vanno confrontati con i possibili svantaggi futuri dovuti all’ impatto sul comportamento della controparte. Ecco che quindi le variabili aumentano considerevolmente, in quanto ogni nostra azione non risolutiva modifica significativamente lo scenario e complica non poco il "gioco", aumentando il grado di complessità della nostra previsione a medio-lungo termine: a mio avviso, è un chiaro invito all’addetto alle RP a "vedere ben oltre ciò che si percepisce in un dato momento" del confronto con gli stakeholders, una vera e propria evoluzione dallo step-by-step all’analisi strategico-matematica di lungo periodo."

"Chiarire"? Si sta parlando dell'equilibrio correlato (come ognuno può verificare, leggendo il documento di cui mi sto occupando qui). Ma queste considerazioni riguardano un'altra cosa: i giochi ripetuti. O, più in generale, la ripetizione della interazione. Di nuovo, per divulgare le cose bisognerebbe averle prima comprese.
Per questo motivo, trovo estremamente irritante l'inciso "anche a costo di banalizzare". Da che pulpito...


PS: Marco Lo Calzi si chiama Li Calzi, nonostante le tre volte in cui è menzionato compaia sempre il "Lo"


(*)
Che, già, un saggio di queste dimensioni lascia un po' perplessi: io, povero vecchietto, credevo che un "saggio" fosse qualcosa di diverso da un breve articoletto divulgativo. Tre pagine sono lo standard dei miei interventi nella rubrica che tengo su "Lettera Matematica PRISTEM" e non mi sono mai sognato di chiamarli "saggi".
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Un po' di TV non poteva mancare

Messaggioda Fioravante Patrone » 08/01/2009, 09:14

E, naturalmente, c'è di mezzo Nash. Che, come già detto da qualcuno qui su questo forum, è famoso per via del film.

Pochi minuti fa, su La 7, c'era un "riempitivo" chiamato "Omnibus rewind". Piccole citazioni di frasi dette da personaggi celebri.

Tra cui quella detta da Einstein a Nash, dopo che Nash aveva provato ad esporgli alcune sue teorie: la citazione si chiudeva col suggerimento di Einstein a Nash di continuare a studiare ancora un po'.
E la beve citazione era accompagnata dal "titolo" (in coda) che citava Nash come premio Nobel. Come a dire: hai toppato, caro Albert.

Peccato che la citazione omettesse un dettaglio importante. Einstein non suggerì a Nash di studiare, ma di studiare fisica(*). C'è una bella differenza.


(*)http://www.torinoscienza.it/personaggi/apri?obj_id=155
Mi pare provenga dal libro di Sylvia Nasar, ma non sono riuscito a ritrovarlo. Pecca dei libri stampati.
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equilibrio perfetto nei sottogiochi

Messaggioda Fioravante Patrone » 24/01/2009, 11:12

Ecco un possibile effetto di una traduzione dall'inglese che sembra fatta da un traduttore automatico (o forse lo è):


Equilibrio di Nash perfetto nei sottogiochi

In teoria dei giochi, uno equilibrio di Nash perfetto nei sottogiochi (anche subgame perfect equilibrium o spe) è una raffinatezza di un equilibrio di Nash utilizzato nella dinamica dei giochi. Una profilo di strategia è un perfetto equilibrio nei sottogiochi se questa rappresenta un equilibrio di Nash in ogni sottogioco del gioco originale.

Più informalmente, ciò significa che se:

1. i giocatori giocano un più piccolo gioco che consiste in una sola parte di un gioco più vasto e
2. il loro comportamento rappresenta un equilibrio di Nash in quel piccolo gioco

il loro comportamento è un equilibrio di Nash perfetto nei sottocgiochi rispetto ad un più grande gioco.

Un metodo comune per la determinazione dello spe è l'induzione a ritroso.

Il gioco dell'ultimatum gioco intuitivo fornisce un esempio di un gioco con il minor numero di spe.



Le fonti sono:
http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio ... ottogiochi
Più precisamente, la seguente versione:
http://it.wikipedia.org/w/index.php?tit ... d=20404051

La pagina da cui è stata tradotta è (la parte iniziale di):
http://en.wikipedia.org/wiki/Subgame_pe ... quilibrium

Tra l'altro, siamo di fonte ad una violazione della GFDL, in quanto il traduttore non ha citato la fonte, come sarebbe richiesto.


Lascio a chi ne abbia voglia individuare gli errori. Sia di italiano che di teoria dei giochi.
Poi magari vedremo di aggiornare questa povera voce su wiki.


PS (5 marzo 2009).
Dopo questo mio intervento in wikipedia:
http://it.wikipedia.org/w/index.php?tit ... d=22489211
la voce è stata cancellata da un amministratore:
http://it.wikipedia.org/w/index.php?tit ... d=22489932
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Game theory net

Messaggioda Fioravante Patrone » 08/03/2009, 08:30

C'è un sito ben noto, ricco di info sulla TdG:
There is a well-known web page, with a lot of info about Game Theory:
http://www.gametheory.net/

Cercando informazioni sulla backward induction (induzione a ritroso), ho trovato questo:
Looking for information about backward induction, I found this:
http://www.gametheory.net/dictionary/Ba ... ction.html


Backward Induction

Backward induction is an iterative process for solving finite extensive form or sequential games. First, one determines the optimal strategy of the player who makes the last move of the game. Then, the optimal action of the next-to-last moving player is determined taking the last player's action as given. The process continues in this way backwards in time until all players' actions have been determined. Effectively, one determines the Nash equilibrium of each subgame of the original game.


Cosa c'è che non va?
What's wrong with it?
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