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Cosa studi?
xandrew93 ha scritto:per me non ha senso che ci sia x # y = y ma poi usiamo a e b per dimostrare[...]
Immaginavo che il problema fosse questo. Ti consiglio di prendere in mano un testo di analisi matematica elementare, di solito nelle prime pagine dovresti trovarci i primi rudimenti di "logica" necessari ad affrontare il panorama matematico (è importante che tu lo faccia imho). Partiamo dall'esempio precedente, e svolgiamolo qui passo per passo; prendi questo esempio come revisione della "teoria delle operazioni binarie" (non che sia tutta sta teoria comunque):
L'operazione \(\operatorname{\#}:\mathbb{R}\times\mathbb{R}\to\mathbb{R}:(x,y)\mapsto x\mathrel{\#}y=y\) ha elemento neutro?Innanzitutto, che diavolo significano quei simboli blu al di sopra di questa riga? Immagino che (alle superiori, all'uni magari) tu abbia incontrato il concetto di
funzione. L'operazione (binaria) \(\operatorname{\#}\) è una funzione (vogliamo che lo sia, l'esercizio te la sta definendo in questo caso, ti sta dicendo "consideriamo la funzione definita da...") che prende in ingresso una coppia ordinata di numeri reali \((x,y)\) e ritorna un numero reale. Non uno qualsiasi, bensì il secondo elemento della coppia ordinata \((x,y)\) in ingresso. Ora, in qualche modo dovrò pure avere un
soggetto su cui predicare l'azione di "prendere il secondo elemento della coppia". Esso è evidentemente rappresentato dalla coppia \((x,y)\), ma, come detto è una roba generica, che sta ad indicare una qualsiasi coppia di numeri reali come potrebbe essere \((24,42)\).
Esempio: Consideriamo la coppia $(1,5)\in\RR\times RR$ (nota che l'insieme $RR\times RR$ altro non è che l'insieme di tutte le coppie ordinate della forma \((x,y)\), dove \(x\) e \(y\) sono numeri reali); Qual è il risultato di applicare la funzione (o operazione, o applicazione, o chiamala come più ti piace) \(\operatorname{\#}\) appena definita alla coppia suddetta? Se avessimo denotato \(\operatorname{\#}\) con il simbolo \(f\), istintivamente saresti stato portato a scrivere \(f(1,5)=\text{roba}\) (forse per qualche rimasuglio tumorale del liceo, roba del tipo \(y=f(x)\)). Ma no, noi scriviamo \(\operatorname{\#}(1,5)\) perché vogliamo bene alla stessa maniera a tutti i simboli; anzi, per comodità utilizziamo la notazione infissa, cioè scriviamo al posto di \(\operatorname{\#}(1,5)\), \(1\mathrel{\#}5\) per indicare la stessa cosa. Prova per capire il meccanismo a trovare l'output secondo \(\operatorname{\#}\) di alcune coppie di reali a caso, tipo \((1,5)\), \((15,8)\), ecc..
Appurato che \(\operatorname{\#}\) è una funzione allo stesso modo di \(f(x)=x^3+2x^2-7\) di cui avrai calcolato la derivata nella "matematica del continuo" (anche se ha effettivamente un dominio diverso), dobbiamo capire se essa ha un elemento neutro. Data un'operazione binaria qualsiasi, che chiamerò \(\star\), in un insieme qualsiasi, che chiamerò \(S\), \(\star:S\times S\to S\), diciamo (è una definizione, arbitraria) che essa ha elemento neutro se esiste un qualsiasi elemento di \(S\), che denoterò per comodità con \(e\) (ancora, dovrò in qualche modo parlare di questo elemento: mi è utile denotarlo con un simbolo generico) tale che per qualsiasi elemento \(a\in S\) (\(a\) denota un qualsiasi elemento, che però è in \(S\): potevo pure chiamarlo \(b\), o "\(\text{pippo}\)", cit.) sia \[a\mathrel{\star}e = e\mathrel{\star}a = a\]
(uso ancora la famigerata notazione infissa, ma potrei scrivere benissimo \(\star(a,e)\): dipende dal contesto, dall'applicazione con cui sto operando, dal mio senso estetico). Supponiamo allora che esista un elemento neutro per \(\operatorname{\#}\); rileggi la dimostrazione che ho fatto prima, conscio del significato dei simboli che maneggi.
QED.
xandrew93 ha scritto:per esempio se devo dimostrare la associativita sull'operazione + in R
L'associatività dell'addizione è un assioma, non si dimostra a meno che tu non abbia adottato nei tuoi corsi un approccio costruttivo per quanto riguarda gli insiemi numerici.