Sulla definizione di "gruppi isomorfi".

Messaggioda luca69 » 23/05/2020, 17:59

Nella definizione di gruppi isomorfi ("due gruppi sono isomorfi se esiste un isomorfismo tra di essi") mi sembra che ci sia qualcosa di tautologico, o almeno del "senno di poi". Il punto, secondo me, è proprio giustificare il nome di "isomorfismo" per le biiezioni tra gruppi con la proprietà di preservare l'operazione. Mi sono dato la seguente risposta, ma non vorrei che nel ragionamento ci fosse qualche incongruenza che non vedo. Ve la sottopongo.

La struttura di un gruppo si manifesta non appena lasciamo agire l'operazione interna che lo caratterizza; pertanto, sarei portato a definire struttura di un gruppo $G$ la sua immagine in $Sym(G)$ mediante l'iniezione (di Cayley) $a \mapsto (g \mapsto ag)$.

Così però sorge un problema se vogliamo stabilire se due gruppi dello stesso ordine $G$ e $H$ "hanno la stessa struttura", poiché in generale $Sym(G)\cap Sym(H)=\emptyset$. Tuttavia, c'è un modo per ricondurre la struttura di $G$ in $Sym(H)$, dove pertanto un confronto diretto tra le due strutture è possibile in termini di uguaglianza insiemistica ("$=$"): mediante la biiezione $\varphi^{(\psi)}: Sym(G)\to Sym(H)$, $\sigma\mapsto\psi\sigma\psi^{-1}$, indotta dalla biiezione $\psi: G\to H$.

In linea con questo punto di vista, consideriamo il seguente diagramma:

\xymatrix{G\ar[d]^{\theta}\ar[r]^{\psi} & H \ar[d]^{\tilde\theta} \\
Sym(G)\ar[r]^{\varphi^{(\psi)}} & Sym(H)}


dove $\theta$ and $\tilde\theta$ sono le iniezioni di Cayley (apposta non parlo di "immersioni", perché in questa prospettiva non è ancora emersa la necessità di dare un nome ad un'applicazione "che preserva l'operazione"). Pertanto, poniamo la seguente:

Definizione.

Due gruppi $G$ and $H$ si dicono isomorfi se esiste una biiezione $\psi: G\to H$ tale che:

$$\varphi^{(\psi)}\theta\psi^{-1}=\tilde\theta \tag 1$$

Tale definizione significa che due gruppi sono isomorfi se esiste tra di essi una biiezione che consente di "trasportare" la struttura di uno esattamente sulla struttura dell'altro (diciamo in $Sym(H)$, ma sostituendo $\psi$ con $\psi^{-1}$ e $\theta$ con $\tilde theta$ si potrebbe scegliere $Sym(G)$ come arena per il confronto tra le due strutture). Come caratterizzazione di queste biiezioni "speciali", vale la seguente:

Proposizione.

Due gruppi $G$ e $H$ sono isomorfi se e solo se esiste una biiezione $\psi: G\to H$ tale che:

$$\psi(gg')=\psi(g)\psi(g'),\space\forall g,g'\in G\tag 2$$

Dimostrazione. Infatti:

\begin{alignat*}{1}
&(1) \iff \\
&((\varphi^{(\psi)}\theta\psi^{-1})(h))(h')=(\tilde\theta(h))(h'), \space\forall h,h'\in H \iff \\
&(\varphi^{(\psi)}(\theta(\psi^{-1}(h))(h')=hh', \space\forall h,h'\in H \iff \\
&(\psi(\theta(\psi^{-1}(h)))\psi^{-1})(h')=hh', \space\forall h,h'\in H \iff \\
&\psi(\theta(\psi^{-1}(h))(\psi^{-1}(h')))=hh', \space\forall h,h'\in H \iff \\
&\psi(\psi^{-1}(h)\psi^{-1}(h'))=hh', \space\forall h,h'\in H \iff \\
&\psi(\psi^{-1}(h)\psi^{-1}(h'))=\psi(\psi^{-1}(h))\psi(\psi^{-1}(h')), \space\forall h,h'\in H \iff \\
&(2) \\
\end{alignat*}
$\square$

Pertanto, la proprietà $(2)$ caratterizza le biiezioni che rendono due gruppi isomorfi (secondo la definizione data), e quindi sono a buon diritto chiamate isomorfismi.
Ultima modifica di luca69 il 26/05/2020, 13:17, modificato 1 volta in totale.
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Re: Sulla definizione di "gruppi isomorfi".

Messaggioda solaàl » 24/05/2020, 09:52

Queste due definizioni di isomorfismo di gruppi sono equivalenti, per il lemma di Yoneda. La tua è solo più pesante notazionalmente.
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Re: Sulla definizione di "gruppi isomorfi".

Messaggioda luca69 » 24/05/2020, 13:23

arnett ha scritto:osserva che questa è precisamente la condizione sotto cui due gruppi hanno la stessa tavola moltiplicativa.


Sì, è proprio quello che mi sembra di aver dimostrato con la Proposizione, dopo aver formalizzato cosa deve intendersi per "avere la stessa tavola moltiplicativa", ovvero la scrittura $(1)$ nella Definizione. C'è un modo più semplice?
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Re: Sulla definizione di "gruppi isomorfi".

Messaggioda marco2132k » 24/05/2020, 14:35

Ma io non ho capito che cosa intendi con
luca69 ha scritto:La struttura di un gruppo si manifesta non appena lasciamo agire l'operazione interna che lo caratterizza;


Cos'è per te una "struttura di gruppo"?
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Re: Sulla definizione di "gruppi isomorfi".

Messaggioda luca69 » 25/05/2020, 10:16

@Marco2132k, per "struttura del gruppo $G$" intendo il sottoinsieme di $Sym(G)$ immagine di $G$ mediante l'applicazione $a \mapsto (g\mapsto ag)$. A questo punto, ancora non so che tale applicazione è in realtà un omomorfismo (che non ho ancora definito), né che questo sottoinsieme è quindi un sottogruppo del codominio (Cayley); tuttavia, per identificarlo con "la struttura di $G$", non mi sembra necessario: basta sapere che contiene tutta e sola l'informazione su come l'operazione interna agisce sugli elementi di $G$ (la "combinatoria di base" che dà a $G$ tutte le sue proprietà di gruppo).

Questa identificazione l'ho poi utilizzata per definire due gruppi "isomorfi" mediante la Definizione nel primo post, con la conseguente necessità di "portare tutto" in uno stesso ambiente ($Sym(G)$ o $Sym(H)$ è lo stesso, ho scelto quest'ultimo).

Infine, la speranza è di aver dimostrato con la Proposizione come due gruppi sono isomorfi (secondo questa definizione) se e solo se la biiezione, utilizzata per "trasferire" la struttura dell'uno nel $Sym$ dell'altro, ha esattamente la proprietà di "preservare l'operazione". Quindi il nome di "isomorfismo" per essa è ben motivato (non che avessi dubbi, ma "non lo vedevo").
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Re: Sulla definizione di "gruppi isomorfi".

Messaggioda luca69 » 21/10/2020, 22:17

solaàl ha scritto:Queste due definizioni di isomorfismo di gruppi sono equivalenti, per il lemma di Yoneda. La tua è solo più pesante notazionalmente.

Credo sia normale che uno strumento più avanzato (quale credo sia il "lemma di Yoneda") consenta di derivare un risultato in modo più sintetico, come "caso particolare" di un quadro più generale. Immagino, però, che per arrivare a quel livello servano a loro volta dei mezzi tomi di altra pesante notazione. Grazie per il riferimento, comunque, se mai arriverò a leggerene qualcosa (capendolo).
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Re: Sulla definizione di "gruppi isomorfi".

Messaggioda solaàl » 22/10/2020, 02:55

Beh, no, il lemma di Yoneda è una tautologia relativa a un paio di definizioni
"In verità le cose che nella vita sono tenute in gran conto si riducono a vanità, o putredine di nessun valore; botoli che si addentano, bambocci litigiosi che ora ridono, poi tosto piangono." (Lotario conte di Segni)
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