Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda Brancaleone » 18/02/2015, 22:09

Vikhr ha scritto:Non viene a nessuno il dubbio che l'atteggiamento medio di fronte alla scuola sia determinato dal programma scolastico decisamente migliorabile, ammesso che l'atteggiamento sia causato dalla noia indotta dallo stesso?

Più del programma scolastico sarei preoccupato dei rapporti studente/scuola/famiglia: il/la ragazzo/a come vede la scuola? E la sua famiglia? E' sostenuto/a dai familiari?
Per la noia devo dire che ho conosciuto più insegnanti noiosi che materie noiose.
Eliminato l'impossibile ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.
(Sherlock Holmes ne "Il segno dei quattro" di A. C. Doyle)
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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda Faussone » 18/02/2015, 22:32

gio73 ha scritto:Ti sbagli faussone, io insegno alle medie e
...ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare


Ah, bene! Ricordavo male, sarei curioso di sapere qualche dettaglio (se riferibile) su queste cose inumane :-)

gio73 ha scritto:Sono molto a contatto con i giovani (allievi, figli, figli di amici, amici dei figli, nipoti...) e questo è un gran bene perchè mi proietta verso il futuro. I ragazzi sono molto in gamba ma rispetto al passato ho l'impressione che le richieste siano diminuite, che ci si aspetti sempre il massimo e quindi non si chieda più di tanto per il timore che non riescano.


[.....] ricordo anche che non capivo sempre tutto: alcune cose erano difficili, ma dovevo provarci lo stesso.


Interessante, forse una delle possibili chiavi di lettura emerge proprio da queste tue parole (specie da quelle che ho sottolineato in grassetto).
Io, (ma ho un campione infinitamente più piccolo del tuo), ho osservato in effetti proprio una certa "pigrizia" nell'affrontare le cose che non si capiscono subito. Ma non do la colpa ai ragazzi ovviamente, credo che le cause siano da ricercare nel diverso mondo in cui mediamente si vive oggi rispetto a 30-35 anni fa: per esempio qualunque informazione è accessibile facilmente, forse l'avere tutto a portata di mano non è sempre salutare e abbassa il senso critico.
Sarebbe poi da riflettere anche se il diverso modo di insegnare sin dalle elementari, e soprattutto se il diverso modo di star dietro ai bambini, con tutte le migliori intenzioni, contribuisca a questo*.

In ogni caso ho visto anche io orrori nell'insegnare simili a quelli descritti da friction in questa discussione, anche quello certamente non aiuta a rendere più curiosi e meno pigri gli allievi.


*Io da bambino ricordo l'aiuto dei miei genitori nel fare i compiti come un fatto eccezionale, quelle erano cose che dovevo sbrigarmi io, il coinvolgimento dei genitori consisteva nel controllare che i compiti fossero stati fatti, e non molto di più (lo stesso era per i miei amici, con poche eccezioni). Oggi i compiti tende a farli la mamma o il papà e poi il bambino, a meno da quello che ho visto e vedo io (non ho figli come si è capito, quindi non ho esperienza diretta, né continua nell'ambiente).
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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda jitter » 19/02/2015, 15:22

Sulla domanda iniziale sto cambiando idea, almeno in parte (probabilmente avevo amplificato un piccolo aspetto per "simpatia" verso la matematica), mentre non sono convinta del peggioramento del sistema scolastico e del livello culturale generale. Sono anzi abbastanza ottimista sulle nuove generazioni. Un po' perché, per contrasto, a volte genitori laureati di miei amici - nonostante spesso se la tirino "da dottori" - mi sembrano pensare in maniera così rigida e all'antica che mi domando se non sia perché hanno fatto scuole esigenti e improntate al dovere, ma che magari hanno coltivato poco il senso critico. Chissenefrega, allora, se sanno tutte le capitali.
Non so se sia una questione di età (un po' sicuramente) o di formazione.

Io ricordo (elementari negli anni '80) che la nostra maestra era così metodica che nell'aritmetica magari non sbagliavamo un colpo, ma ricordo anche di non avere capito assolutamente niente della logica delle cose, che ci venivano trasmesse in modo totalmente meccanico. L'unica cosa richiesta era non sbagliare le operazioni. Adesso invece ho visto che disegnano scale, manipolano, insomma in qualche modo vedono punti di vista diversi dello stesso concetto.

Anche i libri di italiano sono diversi. Le antologie sono ricche di stimoli, di domande finalizzate a incoraggiare la libertà di pensiero, l'espressione delle emozioni. Alle medie a noi han propinato brani dell'iliade, dei promessi sposi. Io non ero pronta per queste letture, le odiavo sinceramente. Forse se avessi avuto dei libri (e dei professori) come ci sono adesso avrei apprezzato, mi sarei sentita più libera.

Altro fatto: spesso si dice "non sappiamo più scrivere, la gente non sa scrivere due righe in croce senza uno strafalcione ecc ecc.". Ma siamo sicuri che anche qualche decennio fa non fosse così? Perché oggi con internet leggiamo quello che gli altri scrivono, ma prima non c'era questa possibilità, anzi la gente a volte manco scriveva. Io ricordo delle "letterine" che da bambina spedivo alle amiche mentre ero in vacanza. Scrivevo "qui il tempo è bello, ho imparato a nuotare, ho mangiato la pizza" e mi sforzavo di riempire la pagina. Invece adesso i ragazzini sono abituati a comunicare per iscritto e hanno un sacco di fantasia. Magari fanno un miliardo di errori e io no, però almeno loro si esprimono!
Ultima modifica di jitter il 19/02/2015, 15:35, modificato 2 volte in totale.
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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda gio73 » 19/02/2015, 15:29

@Faussone: d'accordo con la tua analisi.
Cosa mi racconti della tua esperienza di studente: trovavi tutto facile o incontravi qualche difficoltà?

@jitter: epica è bella dai!
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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda jitter » 19/02/2015, 15:33

gio73 ha scritto: @jitter: epica è bella dai!

Io la vivevo come la via crucis, ma magari era noiosa la mia prof!
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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda jitter » 19/02/2015, 16:52

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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda Injuria » 20/02/2015, 16:46

Personalmente ho notato una cosa: la cultura matematica minima richiesta oggi è più alta rispetto al passato, nonostante i computer abbiano sostituito in parte certe pratiche di matematica manuale (quando mio padre iniziò a lavorare come ragioniere i calcoli si dovevano fare a mano o con una di quelle calcolatrici che stampano i calcoli sui rotolini di carta, quindi tutta la matematica finanziaria era da sapere a memoria, oggi si inseriscono i dati sul computer e via).
Segno dei tempi è sicuramente il peso della matematica per l'informatica e l'analisi di grandi masse di dati a discapito del calcolo. Sarebbe curioso stabilire qual è la cultura matematica minima che un uomo odierno dovrebbe possedere per sopravvivere, diciamo in modo consapevole.
Comunque la mia prof di matematica del liceo era laureata in matematica e rubava sistematicamente le ore di fisica per fare matematica, il pratica la fisica fu quasi una parentesi fra un blocco di lezioni di matematica ed un altro. A me annoiava molto l'esecuzione collettiva dei problemi in classe, credo che la noia sia uno dei problemi più sottovalutati nella scuola.
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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda Faussone » 21/02/2015, 01:18

In generale non sono convinto che la didattica nella scuola di ieri fosse tutta da buttar via, né è vero il contrario.
Una cosa che non avrei sospettato avrebbe lasciato una piacevole traccia nella mia cultura personale sono le poesie a memoria per esempio, oggi sono orgoglioso di ricordare a memoria lunghi passi di poesie di Leopardi, Foscolo e Manzoni (meno i passi de La Divina Commedia che ho incontrato solo al liceo).

Certo come ho già detto, e come sottolineato anche da altri interventi, il mondo in cui vivono i bambini e i ragazzi di oggi è molto diverso da quello dei miei tempi, quindi semplicemente far paragoni generali è impossibile, ad ogni modo però mi sento di disapprovare l'atteggiamento iper-protettivo che la maggior parte dei buoni genitori di oggi hanno nei confronti dei propri figli in ambito scolastico. La vignetta che ha postato jitter rispecchia perfettamente quello che intendevo nel mio precedente messaggio.

Detto ciò ribadisco la mia convinzione che la scuola di oggi dovrebbe garantire insegnanti almeno al di sopra di un livello minimo, insegnare male infatti, soprattutto alle scuole elementari e medie inferiori, può recare danni notevoli ai ragazzi.

@gio73
Testo nascosto, perché contrassegnato dall'autore come fuori tema. Fai click in quest'area per vederlo.
Della mia esperienza di studente ricordo che ho sempre amato le materie scientifiche, probabilmente anche grazie alla mia maestra, che era brava a spiegare l'aritmetica e la geometria*, e che ho sempre dovuto faticare un po' di più nelle materie umanistiche.
A proposito di liceo non parliamo poi del rapporto di amore odio con la letteratura e la filosofia anche se adesso sono grato di avere un minimo di formazione umanistica.
Non saprei oggi come definire il mio rapporto con la scuola al tempo, credo senza falsa modestia che il mio carattere e il mio modo di rapportarmi con compagni di classe e insegnanti mi facesse apparire più in gamba e dotato di quanto realmente fossi. Sono stato furbo a sfruttare la cosa ;-)
Infatti all'università, in cui i rapporti con insegnanti e colleghi sono di tipo diverso, ho dovuto faticar di più.

*Ricordo quanto amavo i problemini di aritmetica, inclusi quelli sui contadini presi in giro dal mio intramontabile idolo qui di seguito (visto l'OT nell'OT metto in spoiler).
Testo nascosto, fai click qui per vederlo
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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda anonymous_be1147 » 21/02/2015, 10:54

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Re: la matematica ai matematici?

Messaggioda Faussone » 21/02/2015, 11:20

Certo che quella vignetta è emblematica. :-D

Volevo approfittarne per esprimere meglio un concetto a cui avevo già accennato.
La grande disponibilità di informazioni e di immagini nel mondo di oggi può forse avere il risultato di uccidere la curiosità e la fantasia? Io ero affascinato dalla fisica e dell'astronomia, le foto e le informazioni sull'atlante di casa mi lasciavano a bocca aperta e accendevano la mia curiosità, le primissime edizioni di Quark nei pomeriggi degli anni 80 erano una delle mie trasmissioni preferite. Ricordo ancora una domanda imbarazzante rivolta una volta a mio nonno che poverino non sapeva come rispondermi: "nonno, ma cosa è la forza di gravità?".
Nei ragazzini di oggi questa curiosità la vedo molto meno (ma correggetemi, magari è dovuta solo al mio campione ristretto di ragazzini con cui ho a che fare) nonostante le informazioni e le immagini disponibili, o forse proprio per quello?
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