fastidi culturali...

Messaggioda jitter » 04/02/2017, 19:26

A tempo perso, prendo solo spunto un po' "da lontano" dal post di Zero87 sull'impoverimento o abuso linguistico per fare un'altra riflessione.
Ieri leggevo su facebook una serie di commenti in risposta a un post di una ragazza che sosteneva di non fidarsi di uno psicologo perché non aveva visto Odissea nello spazio e non aveva letto non ricordo quale autore, mentre in un altro thread una studentessa di quarta liceo polemizzava contro il suo professore di filosofia perché, presentando probabilmente in prima persona il pensiero di Cartesio, suscitava un po' provocatoriamente il dubbio "e se i numeri non esistessero?". A seguire una valanga di risposte avvelenate contro il prof ignorante che sviliva la matematica e contro i filosofi che pronunciano il sacro nome della matematica senza saper far di conto. Mi ha colpito negativamente il semplicismo e l'arroganza delle risposte, in cui trapela un fastidio che hanno molte persone "colte" nei confronti di quelle che percepiscono secondo me non sempre a ragione come allarmanti carenze culturali altrui. Chi si ritiene "colto" spesso fissa agli altri degli obblighi culturali (bisogna aver letto quell'autore, bisogna conoscere quel regista ecc. - e dagli agli ignoranti che non l'hanno fatto). Ora, io non nego che ci sia un certo declino culturale, nell'uso del linguaggio come nel bagaglio del nostro sapere, ma se vogliamo fare una riflessione critica sul livello culturale nella nostra società non possiamo farlo accecati dalla nostra presunzione e da altrettanti pregiudizi, dettati da una certa mancanza di umiltà e inconsapevolezza che non si può acquisire tutto lo scibile, ma bisogna fare una scelta.
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Re: fastidi culturali...

Messaggioda gio73 » 04/02/2017, 21:00

ciao j
l'età avanza e la voglia di polemizzare si affievola,
le persone che incontriamo hanno tutte qualcosa di interessante da dire
citiamo Galileo "Non ho mai incontrato un uomo così ignorante dal quale non abbia potuto imparare qualcosa click, così facciamo la figura dei colti
concentramoci di più su quello che sanno, piuttosto che su quello che non sanno; ne riceveremo un beneficio personale.
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Re: fastidi culturali...

Messaggioda Zero87 » 04/02/2017, 22:47

jitter ha scritto:A tempo perso, prendo solo spunto un po' "da lontano" dal post di Zero87 sull'impoverimento o abuso linguistico per fare un'altra riflessione.

Sono felice di essere mentalmente produttivo, anche in modo indiretto o lontano. :-) :wink:
Mi ha colpito negativamente il semplicismo e l'arroganza delle risposte, in cui trapela un fastidio che hanno molte persone "colte" nei confronti di quelle che percepiscono secondo me non sempre a ragione come allarmanti carenze culturali altrui. Chi si ritiene "colto" spesso fissa agli altri degli obblighi culturali (bisogna aver letto quell'autore, bisogna conoscere quel regista ecc. - e dagli agli ignoranti che non l'hanno fatto).

Leggevo molto sul sito del corriere della sera prima che occorresse registrarsi e/o pagare per leggere proprio sul sito. Notavo spesso quanto dici, soprattutto per quegli argomenti o quelle notizie fatte apposta per scagliare le persone una contro l'altra.

Quando si parlava di delitti e di leggi sui delitti spuntavano sempre quelli che insultavano un certo commento perché non avevano letto la sentenza famosa (mah) della cassazione sul caso "pincopanco contro pancopinco" e quindi non dovevano proprio parlare.
Cioè se si tratta di una cosa tecnica, magari l'utente medio non ci mette bocca ma se si tratta di una cosa in cui si può civilmente esprimere un pensiero perché capirla è alla portata di tutti perché deve essere trattato a pesci in faccia o insultato se non conosce la legge x o il pensiero del personaggio y?
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Re: fastidi culturali...

Messaggioda Injuria » 25/02/2017, 13:19

Mi ha colpito negativamente il semplicismo e l'arroganza delle risposte, in cui trapela un fastidio che hanno molte persone "colte" nei confronti di quelle che percepiscono secondo me non sempre a ragione come allarmanti carenze culturali altrui. Chi si ritiene "colto" spesso fissa agli altri degli obblighi culturali (bisogna aver letto quell'autore, bisogna conoscere quel regista ecc. - e dagli agli ignoranti che non l'hanno fatto).


Evidentemente viviamo in universi paralleli: a me sembra che ci sia un fastidio delle persone ignoranti verso le persone colte o meglio degli incompetenti verso i competenti (un competente non è necessariamente colto in senso lato e viceversa).
Questo lo vediamo anche da un punto di vista politico ed a quanto pare è una tendenza globale: infatti è sempre il personaggio più grossolano e sguaiato a suscitare più simpatie ed apparire come genuino in contrapposizione alle personalità competenti e pacate (professoroni, radical chic, salottieri, casta etc). A proposito di cinema noto che siamo giunti ad una revisione dei valori culturali per cui andare a vedere un cinepanettone è più sano che vedere un film artisticamente valido o di impegno civile.
Certamente dall'altro lato della medaglia, alcuni consumi culturali, compresi i titoli di studio, sono visti ed ambiti come status symbol: feticci da sbandierare che rischiano di essere svuotati di significato. D'altronde nel nostro paese esiste una tradizione di pensiero molto influente e politicamente trasversale che esalta la deprivazione culturale come uno stato di umanità pura (il celeberrimo mito del buon selvaggio o i gli ultimi dei vangeli): infatti se la sinistra marxista, in tempi passati, celebrava il buon operaio ed il bracciante con i loro valori di austerità anticonsumista e di culto del lavoro, in contrapposizione ai "crumiri" ed alla borghesia impiegatizia ed istruita, in tempi recenti si è assistito ad una riscoperta del qualunquismo e del populismo delle correnti conservatrici della società tanto ad arrivare ad un ribaltamento della narrazione dello scontro di classe impensabile fino a qualche decennio fa. Progressisti come casta aristocratica e reazionari-conservatori che fanno le veci del popolo: la realtà è ovviamente più complessa, ma il paradosso fila liscio come l'olio nel pensiero comune.
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Re: fastidi culturali...

Messaggioda vict85 » 25/02/2017, 16:08

L'identificazione della cultura con l'aver letto determinati testi, ha radici molto antiche; e come allora, anche adesso, non è altro che un tentativo di nascondere la propria ignoranza. Siamo tutti ignoranti, in un modo o nell'altro, ma generalmente vogliano nasconderlo a noi stessi e agli altri. Vedere un determinato film, o un determinato libro, non ti rende più acculturato di una persona che ha visto un altro film, o letto un altro libro. Nessun libro, o film, è un requisito indispensabile alla propria formazione personale. Trovo quindi personalmente ridicole le persone che cercano di dimostrare la propria erudizione citando l'apologia di Socrate in greco antico.

Detto questo, ritengo che sia aumentato il numero di persone con un forte ego. Ovvero di persone che pur di non ammettere la propria ignoranza mettono in discussione la competenza degli altri. Per esempio, non è raro incontrare persone che si considerano dei (potenziali) grandi scrittori che non sappiano né scrivere né inventare buone storie. O anche persone che ritengono di poter dimostrare delle grandi congetture matematiche, ma che non siano disposte a dedicarsi allo studio della matematica. Inoltre, c'è una certa tendenza a mettere in dubbio la sincerità/autenticità degli altri, tentando quindi di spogliargli delle loro competenze e/o abilità.
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Re: fastidi culturali...

Messaggioda Luc@s » 27/02/2017, 15:08

Io mi ritengo un ignorante e so di non sapere.
Ma quello che non so mi sprona a migliorare ogni giorno e mi rende umano :)
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Re: fastidi culturali...

Messaggioda seven » 27/02/2017, 22:07

A un comportamento simile posso attribuire due spiegazioni:
- una forma di autodifesa conscia
-una forma di autodifesa inconscia
Nel primo caso si tratta di una persona con una mentalità abbastanza aperta, che può agire così per mera invidia, ignoranza. C'è consapevolezza.
Nel secondo caso si tratta di una persona con una mentalità abbastanza chiusa, che può agire così per ignoranza o per il rifiuto di accettare una (parziale) inferiorità del suo ego.
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Re: fastidi culturali...

Messaggioda veciorik » 03/03/2017, 17:25

jitter ha scritto:... una studentessa di quarta liceo polemizzava contro il suo professore di filosofia perché, presentando probabilmente in prima persona il pensiero di Cartesio, suscitava un po' provocatoriamente il dubbio "e se i numeri non esistessero?". A seguire una valanga di risposte avvelenate contro il prof ignorante che sviliva la matematica e contro i filosofi che pronunciano il sacro nome della matematica senza saper far di conto.

Mi piacerebbe leggere lo scambio di messaggi: esiste ancora ? come lo trovo ?
"Dietro ogni problema c'è un'opportunità" - "Nelle prove naturali non si deve ricercare l'esattezza geometrica" - "Stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna" (Galileo Galilei)
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