Domande stesura tesi

Messaggioda momo1 » 21/04/2017, 09:55

Sono un laureando triennale in Statistica e ho cominciato a scrivere la tesi. Ho alcune domande per quanto riguarda citazioni e fonti.

1) Parte della mia tesi si basa su strumenti di controllo della qualità ampiamente noti. Quando li descrivo devo inserire la citazione [Autore, Anno] o è sufficiente inserire il manuale che ho usato nella bibliografia?

2) Più volte mi capita di dover inserire affermazioni del tipo "E' consigliato che il campione sia di numerosità X". In questi casi non posso approfondire, dal momento che spesso sono simulazioni o studi teorici con pagine di conti. In questo caso è sufficiente e corretto mettere la fonte [Autore, Anno] accanto?

3) In una parte devo inserire uno strumento che è stato pubblicato su un articolo. E' brutto da dire ma sarà un vero e proprio copia e incolla di formule. Come devo comportarmi in questo caso?
"Una recente metodologia proposta da Caio e Sempronio riguarda ... formule ..."
Oppure
"Una recente metodologia prevede .... formule [Caio & Sempronio, Anno] ..."


In generale mi è stato detto che argomenti ampiamente noti non necessittano di citazioni, mentre quelli più recenti sì. Anche voi avete tenuto questa linea?

Una domanda stilistica: usando spesso termini tecnici, le ripetizioni abbondano. In questo caso è meglio sacrificare l'elenganza a vantaggio della chiarezza? Certe volte giri di paroli evitano parole doppie ma complicano la leggibilità della frase.
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Re: Domande stesura tesi

Messaggioda vict85 » 21/04/2017, 20:00

Espongo la mia opinione da (tre volte) laureato, due in matematica e una in scienze politiche. Per prima cosa l'impostazione della tesi cambia un po' tra i vari corsi di studio, quindi nel dubbio rivolgiti al tuo relatore o ad eventuali suggerimenti su come scrivere tesi di lauree fornite per il tuo corso di studio (entrambi i miei corsi di studio fornivano questo tipo di informazioni).

Detto questo, la mia opinione è che una tesi di laurea sia più simile ad una monografia che ad un articolo di ricerca. Pertanto consiglio di scrivere un capitolo introduttivo in cui presenti i metodi che utilizzi durante la parte di ricerca. Quindi, riguardo al punto 1 dovresti fornire una tua personale introduzione agli strumenti che utilizzi. Nel caso della matematica questo capitolo ha spesso anche lo scopo di fissare la notazione.
Nota che non devi copiare un manuale, devi rielaborare i concetti presentati (possibilmente guardandoli da più manuali) e filtrare ciò che è necessario per comprendere la tua tesi. Ovviamente non è necessario presentare argomenti di analisi 1 o dimostrare ogni cosa che si dice, ma non è detto che un piccolo accenno a cosa si intenda per campione possa essere appropriato.
Questo capitolo lo puoi scrivere dopo aver scritto tutto il resto, oppure prima. Entrambe le cose hanno i loro vantaggi e svantaggi. Se vuoi essere sintetico, probabilmente ti conviene dopo, ma devi segnarti da qualche parte i vari argomenti che dovrai mettere in quel capitolo.
Stilisticamente ti consiglio di scrivere un paragrafo introduttivo in cui elencare i principali manuali da cui hai preso spunto e che possono essere usati per approfondimento e poi incominciare con gli argomenti senza preoccuparti troppo di citare le fonti (a meno che per scrivere dove approfondire o dove trovare dimostrazioni). Ovviamente se il tuo manuale cita qualcun'altro allora dovresti farlo anche tu.
Ovviamente ogni manuale che usi va messo in bibliografia.

Per il punto 2), devi citare la fonte. Io personalmente userei la formula "Come mostrato in [cit], è consigliato un campione di numerosità superiore a X", o anche qualcosa come "A questo proposito, Autore [cit.] ha fatto delle simulazioni mostrando che per campioni di numerosità inferiori ad X succede ...". Non avere paura di scrivere una frase in più, se serve a rendere il testo più comprensibile.

Per il punto 3) metterei la citazione all'inizio ed eviterei di fare un elenco di formule senza spiegazioni e commenti. Comunque chiedi al tuo relatore, e cerca di renderlo un po' meno copia e incolla aggiungendo dei tuoi commenti personali.

Per il consiglio generale direi di sì, comunque puoi anche vederla in questo modo: ciò che è scritto in un manuale non è necessario citarlo (a meno che il manuale stesso non citi la fonte), ciò che è scritto su un articolo di ricerca va sempre citato.

Riguardo all'ultima questione: non preoccuparti delle ripetizioni dovute ai termini tecnici. Tra l'altro, in molte lingue straniere non ci si preoccupa troppo delle ripetizioni.
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Re: Domande stesura tesi

Messaggioda momo1 » 22/04/2017, 09:15

Premetto che il mio cdl non ha fornito informazioni relative alla tesi. A dire il vero tutti mi hanno detto che il lavoro di una tesi triennale non è di molta importanza e di dedicarci il minor tempo possibile. Fai conto che quando sono andato dal relatore a presentare l'argomento di tesi che ho sviluppato nello stage e approfondito poi con studio personale, pensava fossi della magistrale.. Quindi ho deciso di impegnarmi e scrivere anche un buon testo più che altro per soddisfazione personale, e anche perchè tratta di argomenti molto specifici che in Italia non sono per niente sviluppati e che chissà, potrei utilizzare nel mondo del lavoro.

Detto questo, la mia opinione è che una tesi di laurea sia più simile ad una monografia che ad un articolo di ricerca. Pertanto consiglio di scrivere un capitolo introduttivo in cui presenti i metodi che utilizzi durante la parte di ricerca. Quindi, riguardo al punto 1 dovresti fornire una tua personale introduzione agli strumenti che utilizzi. Nel caso della matematica questo capitolo ha spesso anche lo scopo di fissare la notazione.
Questo capitolo lo puoi scrivere dopo aver scritto tutto il resto, oppure prima. Entrambe le cose hanno i loro vantaggi e svantaggi. Se vuoi essere sintetico, probabilmente ti conviene dopo, ma devi segnarti da qualche parte i vari argomenti che dovrai mettere in quel capitolo.


Per l'introduzione il relatore mi ha detto proprio queste cose. Pensavo però di farla alla fine della stesura. In realtà poi io ho un altro capitolo da inserire in cui presento l'azienda in cui ho fatto lo stage e dalla quale ho preso i dati.

Nota che non devi copiare un manuale, devi rielaborare i concetti presentati (possibilmente guardandoli da più manuali) e filtrare ciò che è necessario per comprendere la tua tesi. Ovviamente non è necessario presentare argomenti di analisi 1 o dimostrare ogni cosa che si dice, ma non è detto che un piccolo accenno a cosa si intenda per campione possa essere appropriato.


Il problema è che gli argomenti un po' "innovativi" trattati nell'articolo di ricerca sono recenti (2010) e poco sviluppati. Quindi diciamo che a parte le fonti utilizzate dall'autore stesso, l'unico lavoro su cui posso fare riferimento è il suo.

Per il punto 2), devi citare la fonte. Io personalmente userei la formula "Come mostrato in [cit], è consigliato un campione di numerosità superiore a X", o anche qualcosa come "A questo proposito, Autore [cit.] ha fatto delle simulazioni mostrando che per campioni di numerosità inferiori ad X succede ...". Non avere paura di scrivere una frase in più, se serve a rendere il testo più comprensibile.


Non sono entrato nei dettagli stilistici col relatore, pensavo prima di abbozzare il primo capitolo e sottoporlo a revisione.
Quindi secondo te una frase del tipo:
"Per ottenere limiti di controllo soddisfacenti, Montgomery [Montgomery, 2003] ha mostrato che un campione di numerosità n è sufficiente" può andare bene?
Se gli autori sono due invece metterei "Caio e Sempronio [Caio & Sempronio, anno] hanno .. "

Per il punto 3) metterei la citazione all'inizio ed eviterei di fare un elenco di formule senza spiegazioni e commenti. Comunque chiedi al tuo relatore, e cerca di renderlo un po' meno copia e incolla aggiungendo dei tuoi commenti personali.


Cercherò sicuramente di rielaborarlo, però lo strumento è stato introdotto per la prima volta da questi autori nel 2010 e non posso fare, come dicevi tu, un confronto tra vari articoli o manuali. Io punto a inserirlo bene nel contesto della mia tesi e di eventualmente inserire parti da altre fonti che gli autori hanno utilizzato.


Un'altra domanda: dovrei inserire anche in bibliografia dei testi di un convegno che non sono mai stati pubblicati. Ho trovato nel web come inserire atti pubblicati, ma non è il mio caso. Consigli?

Ti ringrazio per la risposta.
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Re: Domande stesura tesi

Messaggioda vict85 » 22/04/2017, 10:02

Non so quale sia la prassi per i convegni, forse è sufficiente citarlo in una nota.
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Re: Domande stesura tesi

Messaggioda Intermat » 22/04/2017, 10:41

momo1 ha scritto:Non sono entrato nei dettagli stilistici col relatore, pensavo prima di abbozzare il primo capitolo e sottoporlo a revisione.
Quindi secondo te una frase del tipo:
"Per ottenere limiti di controllo soddisfacenti, Montgomery [Montgomery, 2003] ha mostrato che un campione di numerosità n è sufficiente" può andare bene?
Se gli autori sono due invece metterei "Caio e Sempronio [Caio & Sempronio, anno] hanno .. "

Così, secondo me è proprio sbagliato (dove studio io te la farebbero modificare praticamente tutti!). L'idea di vict85 sicuramente è giusta e la condivido a pieno ma, secondo me, dovresti fare in questa maniera:
"Per ottenere limiti di controllo soddisfacenti, Montgomery [1] ha mostrato che un campione di numerosità n è sufficiente"
"Caio e Sempronio [44] hanno .. "
Insomma a parole citi l'autore (magari non sempre se è lo stesso) e riporti il "numero" del testo che aggiungerai in bibliografia. In questo modo il testo è molto più pulito e leggibile. Soprattutto se dovessi citare più volte lo stesso testo diresti:
"...esattamente come già visto in [44] è possibile...inoltre questo è stato ulteriormente dimostrato da Pinco Pallo [51]"
momo1 ha scritto:Un'altra domanda: dovrei inserire anche in bibliografia dei testi di un convegno che non sono mai stati pubblicati. Ho trovato nel web come inserire atti pubblicati, ma non è il mio caso. Consigli?

Io li inserirei per completezza e correttezza. Sebbene non siano stati pubblicati sono dei testi che hai usato per redigere la tua tesi.
Considera che la tua tesi, se ti dicesse bene, la leggerai tu ed il tuo relatore mentre, se ti dicesse male, la leggerai solo tu... :-D
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Re: Domande stesura tesi

Messaggioda Injuria » 22/04/2017, 12:56

Sui vari paper che ho letto, in genere si usa la formula "...seguendo il lavoro di Tizio e Caio - anno", quando il lavoro è chiaramente ispirato a quest'ultimo oppure ne è una sua variante.
momo1 ha scritto:"Per ottenere limiti di controllo soddisfacenti, Montgomery [Montgomery, 2003] ha mostrato che un campione di numerosità n è sufficiente" può andare bene?


Qui mi viene un dubbio: stai parlando di Douglas C. Montgomery autore di diversi manuali di controllo qualità? Vorrei capire se questo autore ha realmente teorizzato qualcosa di innovativo oppure stai citando uno dei suoi scritti didattici.
Dico questo perché io studiai controllo qualità su un manuale italiano molto vecchio (1973), ma fatto estremamente bene. Se faccio un confronto fra il manuale di Montgomery ed il primo non ci sono molte differenze, questo perché il controllo qualità è un'applicazione statistica "antica" che, almeno nelle sue basi teoriche, non ha presentato grosse novità negli anni (certo la tecnologia ed i metodi sono cambiati etc etc).
In questo caso non servirebbe citarlo direttamente, ma semplicemente inserire il manuale nella bibliografia.
Nel caso si trattasse di una sua formulazione originale, a mio parere bisognerebbe controllare se questa è un'innovazione incrementale (ovvero non cambia sostanzialmente il patrimonio delle conoscenze precedenti) oppure un'innovazione radicale.
Nell'ultimo caso penso sia praticamente un obbligo dedicare una spiegazione articolata dedicandogli un paragrafo nell'introduzione (specialmente se questa novità va ad influire sui risultati principali della tua tesi). Nel primo caso basterebbe, credo, una semplice citazione con piccola spiegazione a margine.
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Re: Domande stesura tesi

Messaggioda momo1 » 22/04/2017, 16:39

Così, secondo me è proprio sbagliato (dove studio io te la farebbero modificare praticamente tutti!). L'idea di vict85 sicuramente è giusta e la condivido a pieno ma, secondo me, dovresti fare in questa maniera:
"Per ottenere limiti di controllo soddisfacenti, Montgomery [1] ha mostrato che un campione di numerosità n è sufficiente"
"Caio e Sempronio [44] hanno .. "
Insomma a parole citi l'autore (magari non sempre se è lo stesso) e riporti il "numero" del testo che aggiungerai in bibliografia. In questo modo il testo è molto più pulito e leggibile. Soprattutto se dovessi citare più volte lo stesso testo diresti:
"...esattamente come già visto in [44] è possibile...inoltre questo è stato ulteriormente dimostrato da Pinco Pallo [51]"

Effettivamente hai ragione, avevo impostato le citazioni con Latex in modo da riportare l'autore, ma è decisamente meglio il numero.

Qui mi viene un dubbio: stai parlando di Douglas C. Montgomery autore di diversi manuali di controllo qualità? Vorrei capire se questo autore ha realmente teorizzato qualcosa di innovativo oppure stai citando uno dei suoi scritti didattici.
Dico questo perché io studiai controllo qualità su un manuale italiano molto vecchio (1973), ma fatto estremamente bene. Se faccio un confronto fra il manuale di Montgomery ed il primo non ci sono molte differenze, questo perché il controllo qualità è un'applicazione statistica "antica" che, almeno nelle sue basi teoriche, non ha presentato grosse novità negli anni (certo la tecnologia ed i metodi sono cambiati etc etc).
In questo caso non servirebbe citarlo direttamente, ma semplicemente inserire il manuale nella bibliografia.
Nel caso si trattasse di una sua formulazione originale, a mio parere bisognerebbe controllare se questa è un'innovazione incrementale (ovvero non cambia sostanzialmente il patrimonio delle conoscenze precedenti) oppure un'innovazione radicale.
Nell'ultimo caso penso sia praticamente un obbligo dedicare una spiegazione articolata dedicandogli un paragrafo nell'introduzione (specialmente se questa novità va ad influire sui risultati principali della tua tesi). Nel primo caso basterebbe, credo, una semplice citazione con piccola spiegazione a margine.


Sìsì proprio lui! :-D
In realtà ho studiato sul suo manuale didattico, Introduction to Statistical Quality Control, in inglese del 1992. La frase era reale e riferita alla numerosità campionaria necessaria per determinare i limiti di controllo. Nel manuale era senza riferimenti bibliografici.

Sì il Controllo della Qualità è molto standard, la mia tesi è un percorso che partendo dalle classiche carte di controllo arriva a proporre delle carte non parametriche basate su tecniche di classificazione one-class, cioè che operano su dataset di training in cui non ci sono osservazioni già classificate dalle quali apprendere. Il classificatore in pratica cerca di separare le osservazioni in controllo da quelle fuori controllo e sulla base di questo stabilisce dei limiti.
Questa è la parte diciamo "innovativa" rispetto al controllo standard, però devo necessariamente inserire le tecniche classiche per spiegare i punti di forza e le criticità di questa nuova metodologia.
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