Beh, la questione potrebbe essere ribaltata pensando alla matematica come un "frutto" della filosofia.
Più correttamente, se analizziamo la storia, notiamo come la sapienza (
sophia presso i Greci) includeva nella concezione comune tantissimi (se non tutti) gli ambiti del sapere, misti ad una solida formazione morale.
Con lo svilupparsi del pensiero, si è anche giunti ad una settorializzazione del sapere; la prima che mi torna in mente è quella attuata da Aristotele, che fu tra i primi ad identificare le differenze metodologiche delle varie branche del sapere, a formulare sillogismi (che altro non sono che proto-algoritmi... se vogliamo) e a sistematizzare le diverse sezioni dello scibile in categorie più ristrette.
Sebbene sia certo, grazie soprattutto ai ritrovamenti archeologici e papiracei, che la matematica era già stata da secoli campo d'indagine della stragrande maggioranza delle culture sulla Terra (vd. papiro di Rhind, matematica vedica etc...), è altrettanto indubbio che lo sviluppo che si avvicinò più prossimamente alla sensibilità matematica dei nostri giorni fu quello inaugurato dall'ellenismo; il merito è di Eratostene, Teeteto, Archimede ed Euclide: questa geometria ci basterà per due millenni!
Così la matematica e la filosofia sono sempre andate - per così dire - a braccetto, se non di pari passo nella loro evoluzione storica (con le dovute approssimazioni). E come la matematica si distanziava sempre di più dal generico "sapere" e iniziava ad esigere strutture espressive sempre più rigorose e prive di ambiguità, parimenti la filosofia iniziava a delimitare il suo campo al puro pensiero, fino a ripartirsi, come oggi sappiamo in teoretica, estetica, morale e politica.
Tanto per fare qualche altro volo pindarico, ho sentito la citazione su Leibniz e la pretesa di risolvere i problemi tra filosofi con il
calcolemus: magari fosse davvero così! E sarà proprio Leibniz successivamente a distinguere verità difatti da verità di ragione: le prime variamente interpretabili, mentre le altre binarie: vero o falso, bianco o nero...
Se si possa rappresentare tutto ciò che conosciamo con una formula?
Ovviamente la matematica, o la fisica, come abbiamo detto, non possono dare una risposta che soddisfi qualsiasi esigenza conoscitiva, e, proprio per il fatto che è delimitata in un ambito ben circoscritto, sarebbe anche fuorviante provarci.
Tempo fa sentii una conferenza di Neil Turok, davvero profonda. Spiegò come di fatto il lavoro degli scienziati è proprio quello di sintetizzare tutto ciò che vediamo con delle formule... a questo proposito ne suggeriva una che dovrebbe rappresentare tutte le conquiste della fisica contemporanea condensate in un'unica equazione, ma non chiedermi di spiegartela approfonditamente
\(\displaystyle \Psi= \int {e^{{\frac{i}{\hbar}{\int{{\frac{R}{16\pi G}}-\frac{1}{4}F^2+\bar{\psi}i\mathfrak{D}\psi-\lambda\phi\psi\bar{\psi}+{|D\phi|}^2-V(\phi)}}}}} \)Neil Turok, the Astonishing Simplicity of Everything:https://www.youtube.com/watch?v=f1x9lgX8GaECiauz!
Alextimes
Un giorno chiesi ad un fisico perché mai i gatti non cadessero dalle tettoie. E lui mi rispose che era perché facevano μao.