Tanto per collegarmi con @melia.
Mi sono iscritto all'università nel 2007 e il primo anno è stato l'ultimo in cui la verbalizzazione era cartacea. Almeno a Camerino, in altri atenei non ne ho la più pallida idea.
Comunque:
- tipico esame dell'AA 2007-2008: si fa l'esame, si mette una firmetta e ognuno va avanti con la propria vita; il prof. periodicamente lascia le carte in segreteria e tutto funziona;
- tipico esame dall'AA 2008/2009 in poi (l'ultimo esame l'ho fatto a metà 2012 magari è cambiato tutto): si fa l'esame se non salta la data di esame perché c'è qualche controllo sui sistemi informatici che non ha funzionato (successo davvero!
), si mette una firmetta su qualche foglio che non è un verbale, dopo mesi si vede sul profilo online che l'esame non è stato caricato, si va un giorno sì e uno no in segreteria studenti per capire qualcosa (loro in genere non lo sanno), si scopre che serve il documento cartaceo o comunque qualcosa che provi che l'esame è stato fatto (fortunatamente esiste ancora il libretto), dicono che è tutto ok e che sistemeranno, l'anno dopo non puoi fare un corso perché l'esame propedeutico non è stato caricato, ricomincia il ciclo daccapo, ... , la settimana prima della laurea ti chiamano a casa per domandarti se hai fatto l'esame x (nel mio caso "statistica aziendale" fatto un anno e mezzo prima che non risultava caricato)...
Il succo è che
obbligano a fare determinate cose senza organizzarle bene prima. E questo fa veramente arrabbiare tanto.
Poi è ovvio che ognuno guarda al proprio orticello.
- Lo studente che perde le coincidenze perché i treni regionali fanno pietà. Inoltre deve studiare n materie diverse in contemporanea perché gli esami sono concentrati in brevi periodi l'anno
- L'agricoltore che impreca contro lo stato perché non guadagna niente, viene spremuto come un limone per pagarsi i contributi per poi ricevere la minima quando in pensione avrà i peggio acciacchi fisici (sempre se arriva sano alla pensione).
- L'operaio che pensa che di notte bisognerebbe dormire e che il sabato è fatto per occuparsi della propria famiglia.
- Il programmatore che se riesce a fare qualcosa sa che comunque a un cliente piacerà mentre l'altro cliente farà un reclamo (questo lo dico io
).
- il prete perché le chiese sono tutte tasse da pagare anche se sono inagibili (penso al centro Marche).
- il medico perché al primo piccolo errore viene radiato (fa l'unico mestiere in cui non è ammesso che "tutti possono sbagliare").
...
Viceversa, secondo gli altri:
- Lo studente non lavora e si diverte e non sa cos'è la fatica (frase con cui si fa stare zitti apposta gli studenti e che, come gli altri, ho subito per gran parte della vita).
- L'agricoltore non ha orari e può tranquillamente non lavorare se non ha impegni senza che nessuno gli dica niente.
- L'operaio non ha da pensare; esce dalla fabbrica e dimentica tutto.
- Il programmatore non fa il minimo sforzo e non fa dei turni.
- Il prete non ha una famiglia da mantenere.
- Il medico prende più degli altri mestieri messi insieme.
...
Conclusione: ogni mestiere è più o meno difficile e logorante se non fisicamente lo è moralmente. Prendetevela con le eccezioni, cioè con politici, calciatori, dispensatori dell'effimero, ....