Brancaleone ha scritto:Testo nascosto, perché contrassegnato dall'autore come fuori tema. Fai click in quest'area per vederlo.
jack22 ha scritto:“I think that freedom means being able to do what you want without harming others,”. “Freedom isn’t something given by the government. I think it is a God-given right, and you are born with this right as a human being....I only had a vague understanding of what freedom meant when I was back in North Korea....When I thought about freedom or rights, I thought it was a concept that was given under the great leader. Everything was subordinate to the great leader of North Korea.”
Beh vedo che siamo sullo stesso piano: il nostro detto "
la tua libertà termina dove inizia quella degli altri" è di analoga lettura. Mi sembra ovvio che la libertà di un Paese avanzato sul piano dei diritti civili non deve dipendere da come si alza al mattino il capo del governo.
PS: per favore la prossima volta metti anche l'autore che citi (che in questo caso è
Ji Seong-ho).
Fai attenzione però:
Libertà non significa "faccio quel cavolo che mi pare" (che tra l'altro ricorda molto quel ritornello fascista "Me ne frego! Non so se ben mi spiego: me ne frego: fo quel che piace a me!"), né significa anarchia, perché nel momento in cui tu ti prendi troppa libertà significa che la stai privando a qualcun altro. Libertà è riconoscere (doveri) ed essere riconosciuto (diritti) nei dettami propri di una società civile, fatta di regole che difendono e promuovono tale libertà, e dunque ognuno è libero all'interno di quei diritti riconosciutigli e doveri che ogni persona che si definisce civile deve riconoscere.
Quello a cui tu ti riferisci è lo stato di diritto.
Secondo questa corrente di pensiero liberista, la libertà è appunto definita come "faccio quello che voglio purchè non danneggio direttamente gli altri". Questa è la finizione data da John Stuart Mill, e a volte ci si riferisce ad essa come "harm principle". Quindi tu (il governo) devi interferire con la libertà altrui solo se costui sta danneggiando qualcun altro contro la sua volontà.
Ora tu parli di diritti e doveri. Secondo questa corrente, ogni singolo diritto e ogni dovere è una privazione di libertà.
Per esempio, il tuo dovere di pagare le tasse ti priva della libertà di spendere i tuoi soldi come meglio credi.
Il tuo diritto al sussidio di disoccupazione priva qualcun altro della libertà di spendere i suoi soldi come vuole (perchè il sussidio va finanziato con le tasse)
Ora, questa corrente ritiene l'unico modo per creare un diritto (o equivalentemente un dovere) sia l'unanimità dei membri della comunità. Sotto questa ottica, qualunque legge sarebbe ammessa.
Per esempio, una legge che stabilisce che chiunque ha il diritto di ammazzare Brancaleone sarebbe perfettamente ammissibile, tant'è che nessuno protesterebbe (a meno di non aver cambiato idea dopo la votazione, ma ciò che il Parlamento fa può in ogni momento disfare).
Ora, poichè l'unanimità di 6 milioni di persone è molto difficile da raggiungere, adottiamo una soluzione sub-ottima che è quella di approvare le leggi a maggioranza. Ciò significa che diamo alla minoranza che "subisce" la maggioranza dei diritti inalienabili (quelli costituzionali, per intenderci) e, di conseguenza, la maggioranza deve intervenire il meno possibile, e creare meno diritti e meno doveri possibili, perchè ogni diritto e dovere creato priva della libertà qualcuno della minoranza, e la maggioranza sa (o dovrebbe sapere) che la soluzione adottata è quella sub-ottima.