da gabriella127 » 14/11/2018, 23:38
MI ero fatta la stessa domanda che si è fatta Bremen. L'idea è che un ente pubblico potrebbe dire: accedono al concorso solo quelli laureati in Padania, biondi e con gli occhi azzurri, no terroni laureati in università sfigate del sud con la caciotta sotto il braccio (io sono terrona laureata al sud).
La motivazione ufficiale dell'abolizione del valore legale della laurea sarebbe che così si crea concorrenza tra università, con un miglioramento del livello generale. Bah.
Io sono comunque contrarissima finché non si dà a tutti le stesse possibilità di studiare, con borse di studio, esenzioni tasse, alloggi etc. L'università è ancora di classe, figuriamoci così. Chi non ha alle spalle una famiglia con possibilità economiche fa ancora fatica, ed è doppiamente meritevole se si laurea.
So quello che ha passato a suo tempo una mia carissima amica, che ora ha 32 anni, ragazza molto intelligente, per laurearsi in matematica. Non avendo genitori che la mantenessero, si è dovuta mantenere da sé lavorando. Credo che possiate immaginare che significa lavorare e studiare matematica alla Sapienza contemporaneamente. E' riuscita a prendere la triennale quasi senza ritardo, ma a costo di enormi sacrifici, dovrebbero nominarla eroe della resistenza. Dopo la triennale, in Italia niente, ha vinto una borsa di studio in Inghilterra e ha fatto l'Mphil pagata.
Per assurdi motivi burocratici, che non sto qui a spiegarvi, non poteva avere ne' borse di studio ne' esenzione dalle tasse.
Figuriamoci se si constringesse chi non ha possibilità economiche ad andare a Milano, o roba del genere.
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