Re: Le donne nella scienza

Messaggioda mgrau » 20/12/2019, 10:25

Shackle ha scritto: Odifreddi ha fatto un libro su questo argomento. LA pensava cosí , e cioè che le donne nella scienza sono un'eccezione? E quindi ha voluto celebrarne alcune?Non credo. Anzi, è un omaggio al gentil sesso.

Può darsi benissimo che Odifreddi (e anche tu) non la pensiate così. Non volevo mica sostenere questo.
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda jitter » 20/12/2019, 15:18

Questo invece non è un omaggio al gentil sesso:

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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda mgrau » 20/12/2019, 15:47

Può essere un omaggio, oppure no, secondo il valore che si vuol dare alla concretezza rispetto all'astrazione. Dove sta scritto che l'astrazione vale di più della concretezza?
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda Shackle » 20/12/2019, 16:25

@Jitter

sono d'accordo con te, non è un omaggio alle donne. Odifreddi a volte è da prendere con le pinze.

Aggiungo all'elenco:

Margherita Hack
Gigliola Staffilani
Alessandra Celletti
Lisa Randall

Qui poi c'è un elenco di donne nella matematica, che non finisce più :
https://www.wikizero.com/en/List_of_wom ... athematics

E qui si parla di donne nella scienza in generale.

E qui c'è un altro elenco di donne scienziate del 20º secolo.

Credo che , tutto sommato, siano piu numerose di quello che pensiamo.
We look for patterns when we are hungry or threatened, rather than bored. I don't think we needed to think about things when we were in standby mode in the ancient past.
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda gabriella127 » 20/12/2019, 21:05

Shackle ha scritto:LA moderatrici di questo forum potrebbero anche farsi vive...


Mi faccio viva.

@jitter Sono d'accordo con te, la frase di Odifreddi non è per niente un omaggio alle donne, direi che è offensiva, è un modo soft per dire che sono più cretine, perché capiscono solo il concreto (e caso mai più sono brave nei rapporti sociali, anche questo si sente spesso). E' come dire a uno: tu l'astratto non lo capisci, ma sei bravo a zappare.
Ma Odifreddi è Odifreddi, alle volte se ne parte per la tangente, sbrocca per cose emotive, ricordo un suo articolo in cui se la prendeva con Harry Potter perché diffondeva l'irrazionalismo.

Sono però anche abbastanza d'accordo con mgrau (premetto che non ho letto il libro di Odifreddi) che fare un elenco di donne scienziate non può occultare la verità, che le donne sono sempre state, e ancora in parte sono, una minoranza nel mondo della scienza.

Per me sono motivi culturali, evidentissimi in passato, ma presenti anche oggi. E per motivi culturali non intendo che le donne siano discriminate dai maschi cattivi, ma intendo un insieme di fattori, coscienti e inconsci che coinvolgono sia gli uomini che le donne. Anche fattori psicologici interiori delle donne, per cui le donne tradizionalmente si sono interessate meno e si sono proposte meno degli uomini nel campo scientifico. Hanno anche psicologicamente più difficoltà a proporsi, tuttora. Hanno avuto sempre e hanno ancora condizionamenti culturali.

Alla facoltà di matematica alla Sapienza uomini e donne sono all'incirca lo stesso numero, e le donne non sono meno brave degli uomini. Ma ogni anno ci sono circa undici posti di dottorato, e su undici vincitori è grasso che cola se ci sono due donne (almeno era così fino a qualche anno fa). E non perché vanno male al concorso, ne' nessuno ha pregiudizi, è che proprio non si presentano.
Le professoresse donne sono però parecchie e sono bravissime, e l'astratto lo capiscono benissimo, non stanno con il pallottoliere in mano, come crede Odifreddi.

Il discorso è lungo e complicato.

Concludo ribadendo che questa cosa del pensiero astratto di Odifreddi mi sembra proprio una cretinata.
Ad esempio, un campo in cui le donne, studiose importanti, sono state e sono numerose è la psicoanalisi.
La teoria psiconalitica è un campo molto astratto, molto lontano dal concreto di Odifreddi e dal fare la calza. Basta leggere qualche libro delle molte famose psicoanaliste donne, ad esempio Melanie Klein, per vedere se le donne sono capaci o no di astrazione.

Basta, se non mi viene da prendere a schiaffi Odifreddi :D
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda gabriella127 » 21/12/2019, 01:33

Grazie arnett, hai colto quello che volevo dire.
Mi informerò su Amalia Ercoli Finzi.
Credimi, ho amiche matematiche che quanto a cervello non hanno da invidiare niente a nessuno, ma soffrono di vicende di vita e di condizionamenti che le bloccano. E ripeto, non è colpa dei maschi, e anche i maschi hanno i loro problemi, ma è un retaggio culturale complessivo.
Fin dall'infanzia.
Ci sono differenze educative tra maschi e femmine ancora troppo evidenti, in Italia più che in altri paesi.

Io penso che un vero aiuto alla parità di genere verrà quando anche le bambine giocheranno a pallone. Cosa che avviene in altri paesi, in Italia no.
Da piccola c'era mio fratello che andava giù al palazzo a giocare a pallone con altri ragazzini, io no, le bambine non ci pensavano nemmeno, stavano a casa con le bambole e le pentoline (che io ho sempre odiato). I maschi sfogavano così la loro vitalità e imparavano una competizione sana, di tipo sportivo. Le bambine si ammosciavano.
E i maschi così imparavano a proporsi in modo naturale, sportivo, cerco di vincere, è normale.
Poi per me veniva l'estate, e andavamo in una casa al mare dove potevo passare tutta la giornata tra correre in bicicletta e andare a mare, e lì rinascevo, potevo sfogare le mie energie. Ma era un breve periodo.


Comunque assolutamente le donne non hanno nessuno svantaggio nell'usufruire di una formazione universitaria, all'università mai vista alcuna forma di dicriminazione.
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda gio73 » 21/12/2019, 08:49

Sergio ha scritto:
Ne seguirebbe, ad esempio, che per un ottimo lavoro in team sono meglio le donne

Come scriveva Gabriella....
"Si sente spesso dire che le donne sono più brave nei rapporti sociali"
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda mgrau » 21/12/2019, 10:39

Sergio ha scritto: C'era un dato inequivocabile: una varianza nettamente diversa nel rendimento. Le ragazze rendono in media più dei ragazzi, ma gli estremi - dalla brillantezza eccezionale all'assoluta somaraggine - sono più frequenti tra i ragazzi.

Sottoscrivo in pieno. Si direbbe che le donne siano un prodotto ingegnerizzato meglio, con meno scarti...
Semmai, in nome del politically correct, toglierei la frase Le ragazze rendono in media più dei ragazzi.
La media è - per assioma - uguale. E' vero che in questa forma è molto più accettabile che in quella inversa (scambiando ragazze/ragazzi), che farebbe incorrere immediatamente nella scomunica maggiore.
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda mgrau » 21/12/2019, 14:06

Sergio ha scritto:Quale assioma?
.

Ma il dogma centrale del politically correct.
Che stabilisce che considerato un qualsiasi sottogruppo dell'umanità , in base a una qualche caratteristica - che so, le donne, i gay, i neri, i mancini, i tifosi dell'Inter, quelli con i capelli rossi - questo risulta indistinguibile secondo ogni altra caratteristica.
Certo che, detto così, appare demenziale, infatti raramente o mai lo si sente enunciare esplicitamente. Ma una analisi delle innumerevoli, quotidiane, alzate di scudi contro questo o quell'eretico, non può che rimandare a questo principio.
Chiaro che poi ci sono sottogruppi, e caratteristiche, più o meno agguerriti e più o meno sensibili. Se dovessi dire che i danesi e i giapponesi si distinguono anche per il colore dei capelli, non verrei lapidato. Ma se già dicessi che i maschi russi sono più bravi delle donne marocchine a giocare a scacchi, qualche rischio lo correrei.
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Re: Le donne nella scienza

Messaggioda giuliofis » 21/12/2019, 14:18

Un anno fa sentii una ricercatrice dell'università di Padova lamentare la disuguaglianza di genere nei ruoli universitari.
Si diceva: come è possibile che se gli studenti e laureati siano divisi praticamente a metà tra maschi e femmine,mentre dal ricercatore all'ordinario la percentuale di femmine cala all'aumentare del grado accademico? È evidente che ci sia una discriminazione.
Per me, invece, la situazione è esattamente opposta: gli ordinari in media sono quelli che hanno iniziato la loro carriera più indietro nel tempo, mentre i ricercatori quelli che in media la hanno iniziata più recentemente. Il fatto che al diminuire del grado accademico aumenti la parità di genere è un ottimo segnale, perché significa che le vecchie discriminazioni stanno via via scomparendo.
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