Premetto che sono un vero e proprio newbie degli scacchi: gioco da circa 7 mesi e non ho mai studiato né aperture, né finali, né libri strategici. In precedenza, avevo imparato le regole e le basi da bambino e giocato qualche partita con mio nonno (che però era una schiappa ). Ciò che mi ha tenuto sempre lontano dagli scacchi era la credenza che fossero matematicamente banali: come poteva essere interessante un grafo finito? Inoltre, mentre in matematica per dimostrare un teorema ci sono infinite possibili strade, soltanto poche delle quali corrette, negli scacchi la soluzione al problema di trovare la miglior mossa rientra in un numero finito di possibilità. Gli scacchi, quindi, mi sembravano meno creativi della matematica. In fondo, la soluzione è lì davanti agli occhi, mentre in matematica, davanti si ha solo il vuoto, e bisogna creare dal nulla qualcosa.
Ora mi sono parzialmente ricreduto. Ho trovato delle analogie molto forti tra risolvere problemi in matematica e risolvere problemi negli scacchi. Quando il numero di strade potenziali per risolvere un problema è molto, molto grande, dal punto di vista umano, è come se fosse infinito. Ecco che la principale obiezione che avevo è venuta a cadere, e ho trovato riscontro nella pratica. Ho quindi due domande.
La prima domanda: credete che l'abilità matematica aiuti a essere migliori giocatori di scacchi? Chi di voi ha giocato a scacchi sia prima sia dopo aver cominciato a studiare matematica a livello universitario, ha notato dei miglioramenti o differenze?
La seconda domanda: credete che l'abilità e l'allenamento negli scacchi migliori l'abilità nel risolvere problemi matematici? Vi sono mai capitate delle situazioni in cui avete percepito che il vostro allenamento scacchistico vi ha aiutato ad affrontare meglio un problema matematico? In cosa: visualizzazione, capacità di calcolo, logica, intuizione?