Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda salvatelefochedelmadagasc » 22/08/2011, 12:31

Ciao! Sono un appassionato di scacchi, non classificato, non proprio principiante ma siamo lì, che ha deciso di dedicarsi al gioco con costanza. E difatti ho subito acquistato 24 libri di testo, italiani e stranieri. Scherzo. C'è la biblioteca di mio padre: 24 libri italiani e stranieri già sottolineati (così posso leggere subito le parti più importanti, senza perderci troppo tempo). Scherzo di nuovo. Cioè, è vero che ho un padre e che questo padre ha una discreta biblioteca scacchistica, ma non è vero che leggo i suoi libri, sono cose grosse. Calma: mio padre è vivo e vegeto. Se non pongo le domande a lui è perché sono decenni che non gioca più, lo batto facilmente (da ragazzo era seconda sociale). Comunque, chiacchiere a parte (sono logorroico), vi spiego i miei problemi.

1) Mi sono scocciato di giocare contro Chessmaster. Odio Josh anni 8 (1600), ogni tanto vinco, ma ci mette troppo tempo per pensare già alla terza mossa, mi deconcentra e mi induce all'errore. Mi sono scocciato anche di schacchisti.it, tutti giocano al massimo a 15 minuti e questo non mi aiuta a migliorare. Sì, a volte faccio belle partite, ma è una specie di gioco d'azzardo, comincio a pensare più al punteggio che al gioco. VOGLIO TESSERARMI E FARE I TORNEI, così posso fissarmi su un punteggio vero! No, scherzo. Mi voglio tesserare per vivere l'esperienza dei tornei, ma soprattutto per fare un patto con me stesso: se spendo i soldi per la tessera non mollo tutto tra un mese come è successo spesso in passato. Bene: vivo a Bergamo ma l'estate sono a Bari (dove sono nato). A Bari l'accademia non esiste più. Ma un responsabile mi ha detto che tesserandomi a Bari posso partecipare a qualsiasi torneo. DOMANDA: che tessera devo sottoscrivere? DOMANDA: una volta fatta la tessera, che cosa sono di fatto? DOMANDA: i tornei per non classificati ci sono spesso? DOMANDA: con che punteggio elo mi presenterei al primo torneo? DOMANDA: come funziona la scalata all'elo? Ossia, qual è il rapporto vittoria-punto, patta-punto, sconfitta-punto (non è che sto già pensando ai punti, però dai, è innegabile che il fatto di avere un punteggio da coltivare con amore è cosa attraente) -----> INSOMMA: io tutte queste cose non le so e non so a chi cacchio chiederle.

2) Veniamo al discorso tecnico. Ho deciso di approndire le aperture. Ho comprato il libro di Pantaleoni. Veramente ben fatto. Non mangerò per una settimana per via dei 34 euro ma fa niente, per gli scacchi questo e basta (anche perché solo un mese fa ho comprato Vincere con la spagnola di Kasparov che propone le varianti quasi sempre dopo le prime 7 mosse: E IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE è PROPRIO QUESTO!). Ma procedo con ordine: come dice il caro Pantaleoni, ho scelto una apertura: l'Italiana (in realtà l'autore consiglia un'apertura a piacere in base allo stile, possibilmente non particolaramente ricca di varianti e sottovarianti; ma io non sapevo comunque che scegliere, e alla fine ha vinto il patriottismo). Sull'italiana il volume è molto chiaro. In effetti le varianti che propone sono essenzialmente due: o difendo lo scacco col cavallo (dando luogo a tutto l'ambaradan che conduce a quella fighissima colonna con due torri e la donna), oppure con l'alfiere. Conscio, anzi, pseudoconscio che si tratti dei botta e risposta più corretti, mi chiedo: MA CHE SUCCEDE QUANDO IO PARTO CONVINCO DI GIOCARE L'ITALIANA E UNO MI GIOCA 1...c5? ----> Pantaleoni dice: non imparate a memoria ma capite l'idea dietro l'apertura. Io mi metto sull'attenti e dico va bene. Ma se uno mi risponde 1...c5 (oppure anziché 3...Ac5 un'altra cosa) io devo sempre perseguire l'idea che c'è dietro l'italiana (ossia puntare a un rapido avanzamento verso il centro, che mi dovrebbe consentire uno sviluppo dei pezzi più agevole e il controllo del gioco)? E, indifferentemente che si risponda sì o no a questa domanda, ha ancora senso parlare di apertura italiana? INSOMMA: da bravi vecchi volponi super forti quali siete (lo so perché ogni tanto vi leggo), ma per non farvi arrossire riformulo dicendo: da semplici giocatori un tempo principianti ora più preparati ma comunque consapevoli dell'impossibilità di non avere dubbi quali siete, avrete certamente capito la tipologia di ostacolo che sto incontrando nello studio dell'apertura.

Per ora mi fermo qui perché mi sono scordato le altre cose. Spero di cuore che saprete aiutarmi, ho davvero voglia di migliorarmi, con impegno e pazienza, ma da solo o con quel dannato Josh anni 8 punti 1600 (che peraltro non parla!) sento di non potercela fare.

Mi aiutate? :oops:
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda Rggb » 23/08/2011, 09:09

salvatelefochedelmadagasc ha scritto:A Bari l'accademia non esiste più.
Ehm, semmai non ha la sede.

... che tessera devo sottoscrivere?
Quella della Federazione Scacchistica Italiana (FSI).

... i tornei per non classificati ci sono spesso?
Abbastanza spesso che io sappia, controlla i calendari.

... con che punteggio elo mi presenterei al primo torneo?
Non classificato: non ha senso parlare di punteggio Elo.

... come funziona la scalata all'elo?
Vedi sopra: è un po' prestino se sei NC.

MA CHE SUCCEDE QUANDO IO PARTO CONVINCO DI GIOCARE L'ITALIANA E UNO MI GIOCA 1...c5?
Hai detto di voler studiare seriamente: benissimo, studia la Siciliana.

... quel dannato Josh anni 8 punti 1600 ...
:lol: :lol:
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda salvatelefochedelmadagasc » 23/08/2011, 09:41

Ciao Rggb, ti ringrazio di cuore per avermi risposto. Sei stato cortesissimo. Posso però approfittare della tua gentilezza? Su un paio di punti sei stato un po' troppo sintetico. Lo so, lo hai fatto per dirmi "Ehi, bello, vacci piano; hai appena cominciato e già parli di eli senza peli sulla lingua". -----> In verità non è proprio così. Gioco a scacchi da quando avevo pochi anni, ultimamente ho solo deciso di tesserarmi. Ho chiesto dei punteggi perché - indipendentemente dal mio attuale livello - mi interessa conoscere quelle dinamiche: non so niente a riguardo.

Sulla Siciliana, ok, posso studiarla. Ma Pantaleoni dice di scegliere inizialmente un'apertura d'attacco e una di difesa. Poniamo che avessi scelto l'apertura italiana e la difesa francese, che succede quando gioco la prima e mi si risponde con 1...c5? Ora sono serio e ti prego di avere un po' di pazienza e di non inquietarti. E ti prego anche di non essere cattivo perché sono fragile. Voglio dire, hai capito qual è il mio problema? Gioco l'Italiana consapevole di dovermi espandere progressivamente verso il centro, mi si risponde con 1...c5 e che faccio? Contro quell'abominevole essere telematico che risponde al nome di Chessmaster, nella sua insopportabile veste di fanciullo ottenne meditabondo (sto naturalmente parlando di Josh anni 8 punti 1600) ho addirittura abbandonato per disperazione dopo 1. e5,c5.

Poi, già che ci sono, ti chiedo un'altra cosa: come faccio a giocare centinaia di volte un'apertura (per padroneggiarla) se questa apertura si concretizza alla quarta mossa (1.e4 2.Cf3 3.Ac4 4.c3) e l'avversario - con una qualsiasi altra mossa rispetto a quelle canoniche previste dal manuale - mi impedisce di arrivare a 4.c3? Mi spiego?

Grazie ancora. Sull'accademia barese, ti pare niente? So bene che in teoria esiste ancora, ma ti assicuro che è come se fosse scomparsa del tutto. Sono mesi che non ha sede, al telefono della segreteria non risponde mai nessuno e via mail manco a parlarne. Diciamo che esiste come esiste il chupacabra.

ps: grazie :oops:
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda Rggb » 23/08/2011, 15:50

salvatelefochedelmadagasc ha scritto:... lo hai fatto per dirmi "Ehi, bello, vacci piano; hai appena cominciato e già parli di eli senza peli sulla lingua".

Per niente: il fatto è che appunto per poter cominciare a calcolare punteggi devi superare le categorie nazionali. Ora cià normalmente avviene facendo punteggio utile in vari tornei validi per tali categorie a livello FSI/FIDE, o anche tornei Open dove sono previste promozioni. Solo quando diventi candidato maestro ha senso parlare di punteggio Elo.
Quindi: non dubito della tua bravura, ma devi fare almeno 4/5 tornei con punteggio utile; ne riparliamo fra qualche settimana, ok? ;)

salvatelefochedelmadagasc ha scritto:mi interessa conoscere quelle dinamiche: non so niente a riguardo.

Il meccanismo non lo conosco perfettamente nemmeno io - sono troppo scarso. Essenzialmente se il punteggio di un giocatore A è maggiore di quello del giocatore B ci si "aspetta" che A vinca più o meno proporzionalmente alla differenza di punteggio fra i due. Il regolamento esatto lo trovi sul sito della FSI e della FIDE.

salvatelefochedelmadagasc ha scritto:... scegliere inizialmente un'apertura d'attacco e una di difesa.

Per uno che veramente è un principiante, nel senso che ha imparato le regole l'altro ieri, può anche andare bene: è utile anche come metodo per imparare lo "spirito" dell'apertura e quindi capire le tattiche che ci sono dietro, per evitare errori grossolani.
Ma se cominci a giocare davvero, imparare almeno le basi delle aperture più comuni - o comunemente giocate, fa lo stesso - diventa essenziale per arrivare a dei risultati.

salvatelefochedelmadagasc ha scritto:Sull'accademia barese, ti pare niente? So bene che in teoria esiste ancora, ma ti assicuro che è come se fosse scomparsa del tutto.

Ma ti puoi spostare? Credo a Barletta ci sia un circolo... Frequenti l'università? In genere c'è sempre qualcuno che gioca - al 99% sono a matematica.
Altrimenti ci sono sempre i tornei online, come quello di matematicamente.it dove il tempo di risposta "lungo" è prassi comune, quasi come i vecchi tornei per corrispondenza. :-D
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda Secchi » 31/08/2011, 10:24

ciao salvatelefochedelmadagasc,
per quanto riguarda l'elo puoi trovare le risposte su http://www.federscacchi.it/str_faq.php
In pratica al tuo primo torneo ti viene assegnato un punteggio iniziale , credo sia 1440 punti che poi in base ai risultati in quel torneo e ai punteggi elo degli avversari incontrati verrà aggiornato con le solite regole di calcolo. Quindi se incontri un 1500 e pareggi o vinci guadagni dei punti mentre se incontri un 1400 e pareggi o vineni sconfitto perdi dei punti.

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, la risposta è già più difficile.
Non basta studiare l'italiana, dovresti provare a dare un'occhiata a tutte le aperture che si potranno originare con 1. e4 qualche partita con 1...c5 , 1...e6 , 1...d6, 1...Cf6 , 1...d5. Se studi solo la variante dell'Italiana con 4.c3 ti troverai spiazzato anche con un giocatore che ti risponderà a 1.e4 con 1...a5. E poi specializzarti in un paio di aperture col Bianco e col Nero.
Il vero problema è capire cosa bisogna fare in apertura. I dogmi dei classici (lasker, tarrasch, steinitz) vanno benissimo: occupare il centro, sviluppare i pezzi e ricatturare coi pedoni verso il centro, non muovere due volte lo stesso pezzo prima di aver completato lo sviluppo, ecc.
Ovviamente non puoi avere tutto e subito. Gioca , gioca e gioca: on line. per corrispondenza, a tavolino, al circolo e da ogni sconfitta (perchè arriveranno) cerca di capirne il motivo.
Col tempo e quello dipende dalla tua costanza e dal talento migliorerai.
In bocca al lupo!
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda Martino » 02/09/2011, 09:11

Un commento spassionato: i finali sono di gran lunga più importanti delle aperture.

C'è una frase la cui validità si è dimostrata vera con l'esperienza (non ricordo chi la disse): "chi studia le aperture impara a giocare le aperture, chi studia i finali impara a giocare a scacchi". Detto altrimenti: l'inizio della partita si può vedere come un finale di estrema complessità, e i principi che se ne possono trarre derivano dalle posizioni che causano. Portando questo alle estreme conseguenze uno si rende conto che per lo meno non ha senso studiare prima le posizioni complicate e poi quelle lineari. Insomma, all'inizio della partita ci sono troppi pezzi per capirci qualcosa! :D
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda nato_pigro » 02/09/2011, 09:23

anche perchè è inutile giocare a teorico fino alle 15esima mossa per poi non saper dar matto con re e torre contro re.
I matti da imparare, in ordine:
_Re e Donna contro Re
_Re e Torre contro Re
_Re e Pedone contro Re (sapere quando è patto e regola opposizione)
_Re e Due alfieri contro Re
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda Secchi » 05/09/2011, 18:35

Sicuramente la propria preparazione non può esulare dalla conoscenza dei finali elementari , ma neanche dalle aperture. Anche perchè da questa fase iniziano tutte le partite , mentre solo una percentuale arriva al finale.
Questo non vuol dire studiare mnemonicamente tutte le possibili varianti, ma sapere cosa fare.
Per ciò, sicuramente meglio un libro completo degli scacchi (tipo il trattato di scacchi di Euwe o apertura, mediogioco e finale di Pachman per citare alcuni dei classici adatti ai principianti e non solo) che monografie di aperture che sono già obselete al momento di andare in stampa.
Quindi, a scanso di equivoci, è inutile sapere a memoria tutta una variante dell'italiana!
Sui finali poi, occhio. La scarsità del materiale non vuol dire che siano semplici.
Per esempio Bianco: Re in d1 e pedone in b4, Nero: Re in f8. Mossa al Bianco che vince.
Se uno non sa cosa fare non vincerà punto e basta.

E' quindi giusto studiare anche i finali , ma non solo quelli.
A mio avviso , bisogna avere prima di tutto uno sguardo di insieme e poi particolareggiare la propria preparazione.
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda nato_pigro » 05/09/2011, 20:04

si risolve facilmente, basta sapere la regola dell'opposizione. Secondo me è del tutto inutile prepararsi a studiare un'apertura se non si sanno vincere i finali che ho elencato sopra. Tu li sai giocare?
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Re: Le domande che non so a chi porre...

Messaggioda Martino » 06/09/2011, 07:55

Secchi ha scritto:Sui finali poi, occhio. La scarsità del materiale non vuol dire che siano semplici.
Beh, non mi pare di aver detto che sono semplici. Il punto è che sono molto più comprensibili delle aperture, e per "comprensibili" intendo in modo esaustivo, non "a occhio". L'apertura dipende dalla particolare disposizione dei pezzi sulla prima e l'ottava linea, il finale no, il finale è "scacchi puri".

Mentre l'apertura finisce, il finale "c'è sempre", nel senso che ovviamente non si può sapere a priori se la partita si concluderà al finale o prima, e quindi in ogni momento bisogna "buttare l'occhio" verso il finale. Per come la vedo io la valutazione di ogni posizione "tranquilla" (per esempio, la posizione risultante da una lunga combinazione) si basa principalmente sul decidere quanti finali (tra quelli che vedo essere possibili) mi posso permettere. Per esempio se io ho due pedoni doppiati e lui ha tutti i pedoni belli uniti in molte circostanze mi sarà proibitivo andare al finale.

Questo significa semplicemente che varrà la pena studiare intensivamente le aperture come preparazione al torneo solo finché gli scacchi non verranno sostituiti dal 960 (questo), che ritengo un gioco abbastanza più sano. E fino ad allora sarà necessario farlo, se non altro per la semplice ragione che altrimenti non si inizia a giocare nemmeno.
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