dissonance ha scritto:Non è molto chiaro come hai scritto, ma comunque credo di capire cosa tu intenda. Lungo un autovettore corrispondente a un autovalore con segno, è chiaro cosa succede: se l'autovalore è negativo, hai un massimo, se è positivo hai un minimo. E questo non è altro che un teorema familiare di analisi 1: se la derivata prima di una funzione di una variabile si annulla, e la derivata seconda è positiva, allora il punto è un minimo.
Quindi, l'unico caso in cui non si può dire niente è quello in cui l'autovalore si annulla. Per quello il testo parla proprio di quel caso.
Non è chiaro perché forse è stato cancellato il testo della domanda, non so per quale motivo. Ne riscrivo una parte breve che centra la questione:
"esistono una direzione lungo la quale f ha un punto di massimo in x0 ed una direzione lungo la quale f ha un punto di minimo in x0. Più precisamente, devono esistere
due vettori [quindi 2 direzioni fra le infinite possibili] v1 e v2 tali che le funzioni t → f(x0 + tvi), i = 1, 2, abbiano rispettivamente un punto di minimo e un punto di massimo stretti per t = 0."
Per cui una direzione è fornita da qualsiasi autovettore associato all'autovalore λ > 0 , mentre la seconda direzione (lungo la quale f ha un punto di massimo in x0) si può trovare tra tutte le altre infinite direzioni, invece il testo afferma che se lungo la direzione (una sola fra le altre restanti che sono infinite) corrispondente all'autovettore associato all'autovalore λ=0 f non ha un punto di massimo in x0 allora non ci sono altre direzioni lungo le quali f ha un punto di massimo in x0.