Teorema del rango

Messaggioda Silent » 14/11/2019, 21:33

Direttamente dal libro Zorich, Mathematical Analysis I:

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mi fermo qui perché mi sorge il primo dubbio.
Come è possibile supporre, senza che ciò sia restrittivo, che il minore principale della matrice Jacobiana di ordine k sia sempre non nullo, qualsiasi sia $x\in U$ in cui è calcolato?
La matrice Jacobiana ha rango k per ipotesi \(\displaystyle \forall x \in U \), ma ciò non vuol dire che il minore principale di ordine k di tale matrice sia sempre non singolare, poiché non posso spostare a piacimento le righe della matrice a seconda del punto x in cui mi trovo. Se facessi una cosa del genere cambierei la definizione stessa di $f$.
Qualcuno mi può aiutare a capire meglio perché una tale ipotesi è effettivamente fattibile?
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Re: Teorema del rango

Messaggioda gugo82 » 14/11/2019, 21:39

Probabilmente puoi rinominare le variabili.

E poi, basta con ‘sto Zorich…
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Re: Teorema del rango

Messaggioda Silent » 15/11/2019, 16:32

gugo82 ha scritto:Probabilmente puoi rinominare le variabili.

Non capisco purtroppo. Potresti farmi vedere un esempio per favore?

gugo82 ha scritto:E poi, basta con ‘sto Zorich…

Aveva il problema del definire male gli 'intervalli', è vero, ma personalmente, da non matematico lo trovo preciso e mi fa capire le cose.
Poi il fatto che non capisca qualche passaggio ogni tanto ci sta, ma succederebbe penso in qualsiasi testo.
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Re: Teorema del rango

Messaggioda gugo82 » 15/11/2019, 20:05

Il testo lo dice che sta facendo proprio l’operazione che ti suggerivo: leggi “In order to avoid…”.

Ad ogni buon conto, ti faccio un esempio.
Considera una funzione $f(x_1,x_2) = (f_1(x_1,x_2), f_2(x_1,x_2))$ che ha jacobiana $(((partial f_1)/(partial x_1), (partial f_1)/(partial x_2)), ((partial f_2)/(partial x_1), (partial f_2)/(partial x_2)))$ col minore $(partial f_1)/(partial x_1) = 0$ e con $(partial f_1)/(partial x_2) != 0$.
Formalmente, scambiare gli indici delle variabili significa applicare la trasformazione di coordinate definita ponendo:

$\{(X_1 = x_2), (X_2 = x_1) :}$

e considerare la funzione $F(X_1, X_2) := f(X_2, X_1) = (f_1(X_2,X_1), f_2(X_2,X_1)) $ (ottenuta sostituendo $x_1$ con $X_2$ ed $x_2$ con $X_1$).
La jacobiana di $F$ è $(((partial F_1)/(partial X_1), (partial F_1)/(partial X_2)), ((partial F_2)/(partial X_1), (partial F_2)/(partial X_2))) = (((partial f_1)/(partial x_2), (partial f_1)/(partial x_1)), ((partial f_2)/(partial x_2), (partial f_2)/(partial x_1)))$ cosicché $(partial F_1)/(partial X_1) = (partial f_1)/(partial x_2) != 0$ e $(partial F_1)/(partial X_2) = (partial f_1)/(partial x_1) = 0$; quindi lo scambio di indici delle variabili produce uno scambio di colonne nella jacobiana e ti porta l’entrata d’indici $1,2$ nell’entrata $1,1$ e v.v. (e l’entrata $2,2$ nell’entrata $2,1$ e v.v.).

Questo non è strano, poiché il teorema di derivazione delle funzioni composte ti dice che la jacobiana di $F$ si ottiene moltiplicando la jacobiana di $f$ per la jacobiana della trasformazione di coordinate, che è $((0,1), (1,0))$:

$(((partial F_1)/(partial X_1), (partial F_1)/(partial X_2)), ((partial F_2)/(partial X_1), (partial F_2)/(partial X_2))) = (((partial f_1)/(partial x_1), (partial f_1)/(partial x_2)), ((partial f_2)/(partial x_1), (partial f_2)/(partial x_2))) * ((0,1), (1,0))$.

Chiaramente, puoi scambiare anche le componenti di $f$ e ciò si fa applicando la trasformazione:

$\{(Y_1 = y_2), (Y_2 = y_1):}$

che produce $Phi(x_1, x_2) := (f_2(x_1,x_2), f_1(x_1,x_2))$ la quale ha jacobiana (verificalo!) $(((partial Phi_1)/(partial x_1), (partial Phi_1)/(partial x_2)), ((partial Phi_2)/(partial x_1), (partial Phi_2)/(partial x_2))) = (((partial f_2)/(partial x_1), (partial f_2)/(partial x_2)), ((partial f_1)/(partial x_1), (partial f_1)/(partial x_2))) = ((0,1), (1,0)) * (((partial f_1)/(partial x_1), (partial f_1)/(partial x_2)), ((partial f_2)/(partial x_1), (partial f_2)/(partial x_2)))$.
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Re: Teorema del rango

Messaggioda Silent » 16/11/2019, 09:41

Grazie.

Quello che non capisco ancora è come mai questo io lo possa fare a piacimento punto per punto, anziché solo in $x_0$.
Mi spiego meglio...
Partiamo proprio da $x_0$, e supponiamo che non sia inizialmente vero che il minore principale di ordine k della jacobiana abbia rango massimo in $x_0$.
Allora invece di definire la trasformazione $\varphi$ come nelle figure a inizio post (eq. 8.121), la definirò scambiando opportunamente i nomi delle $x_i$ in modo tale che alla fine otterrò il risultato desiderato sul minore principale della jacobiana. Questa cosa 'mi salva' solo in $x_0$.
Appena mi sposto e cambio punto, passando da $x_0$ a un altro generico \(\displaystyle x\in U(x_0) \), chi mi garantisce che tutte le derivate parziali (prima accuratamente selezionate) che compongono il minore principale di ordine k, calcolate stavolta in $x$, forniscano ancora una matrice di rango k?
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Re: Teorema del rango

Messaggioda gugo82 » 16/11/2019, 12:22

Beh chiedilo al sig. Zorich, il cui libro ti piace così tanto. :wink:


P.S.: Continuità e teorema di permanenza del segno?
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Re: Teorema del rango

Messaggioda Silent » 16/11/2019, 12:54

gugo82 ha scritto:P.S.: Continuità e teorema di permanenza del segno?

Capito, grazie.

gugo82 ha scritto:Beh chiedilo al sig. Zorich, il cui libro ti piace così tanto.

...ma che vedi di così tremendo dello studiare su questo libro?
Ti ringrazio molto dell'aiuto che mi dai e del tempo che mi metti a disposizione, ma pare che mi 'cazzii' ogni volta che nomino questo libro.

Semplicemente ho cominciato da molto tempo su questo e sarebbe certamente più faticoso e impegnativo cominciarne un altro da capo.
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Re: Teorema del rango

Messaggioda Silent » 01/12/2019, 20:26

C’è un altro riferimento dove poter studiare questo specifico teorema?
Non ho trovato granché con questo nome, vengo rimandato al teorema del rango in algebra lineare.

Grazie in anticipo.
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Re: Teorema del rango

Messaggioda dissonance » 01/12/2019, 21:15

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Re: Teorema del rango

Messaggioda Silent » 01/12/2019, 23:58

Grazie, ho capito come cercare una dimostrazione.
Ho dunque trovato questo: https://folk.uib.no/nmabd/dt/dt130107.pdf che a pagina 78 da una dimostrazione che contiene una cosa che ancora non capisco, magari è una stupidata ma sono 'cieco'.
Non riesco a capire come mai fa questo:

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dove sembra che faccia finta che \(\displaystyle f_1(t_1,...,t_m) \) e \(\displaystyle t_1 \) siano intercambiabili.
A me viene da pensare che \(\displaystyle f\circ x^{-1} \) ha come dominio un insieme che non deve essere per forza il dominio della funzione \(\displaystyle x \).
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