Spulciando gli appunti di algebra 1, del semestre scorso, perché non mi ricordavo una definizione (che non è legata alla domanda), ho notato un appunto che aveva fatto la professoressa, che non ho più e dunque non posso chiederle, e non l'ho capito.
Disse:
Perché, data un applicazione lineare \( \varphi : V \rightarrow W \), dove \( V,W \) sono \( K \)-spazi vettoriali e la sua matrice \( (\varphi)_{B_V}^{B_W} \) relativa alle basi \( B_V \) e \(B_W \), e sia il vettore \( x \in V \), perché risulta \( (\varphi(x))_{B_W} = (\varphi)_{B_V}^{B_W} (x)_{B_V} \) dove \( (x)_{B_V} \) è un vettore colonna? E non \( (\varphi(x))_{B_W} = (x)_{B_V}^T (\varphi)_{B_V}^{B_W} \) dove \( (x)_{B_V}^T \) è il trasposto del vettore colonna.
La risposta è da ricercare nel fatto che data una funzione noi scriviamo \( f(x) \) ma alcuni matematici, in passato, avevano definito le funzioni con l'argomento a sinistra \( (x)f \) e dunque risultava poi che \( ((x) \varphi)_{B_W} = (x)_{B_V}^T (\varphi)_{B_V}^{B_W} \)
I due modi sono del tutto equivalenti.
Quello che non capisco è: cosa vuol dire definire le funzioni con l'argomento a sinistra e come questo possa cambiare il modo di vedere le applicazioni lineari sotto forma di matrici e vettori.