massimoaa ha scritto: [...] se un kg di mele costa 1 euro [...] per sapere quanto spendo comprandone 3 kg devo indicare un'incognita e risolvere um'equazione o posso fare una semplice moltiplicazione ? E se faccio la moltiplicazione richiesta avrò risolto il problema o ci voleva un'incognita?
E daje!
Che tu indichi o no con un simbolo la "cosa" che ti è richiesta (o vuoi sapere), non vuol dire che nel primo caso usi un'equazione ed introduci una incognita e nel secondo caso no!
Cerchiamo di essere "logici" (evitando di cadere nel "terminismo").
Le cose che non si sanno "esplicitamente" ma sono "implicite" nelle informazioni di cui siamo in possesso e si vogliono sapere, (e allora si cercano e si trovano con un procedimento deduttivo) sono le INCOGNITE del prblema.
Ed il costo di
m kg di mele al prezzo specifico di
p €/kg (con
m e
p grandezze note), che ti piaccia o no, è una
INCOGNITA.
[Che tu chiami C il costo i di
m kg di mela e scriva
C=(3 kg)·(p €/kg) =
mp €
o che tu faccia di colpo il prodotto
m·p non conta! Hai COMUNQUE IMPOSTO che il costo sia UGUALE al podotto
mp, ossia hai risolto una
equazione.
[Hai studiato latino? "Equazione" viene dal latina "aequare" che non vuol dire "essere uguali" bensì "uguagliare", cioè "dichiarare che due quantità sono uguali". Tant'è che ci sono pure le "equazioni impossibili [da risolvere], ... ossia: uno può anche dichiarare il falso!
Una equazione è l'
imposizione della
"relazione di uguagfianza" tra due quantità almeno una delle quali contenente una o più incognite.
Ovviamente, se un'equazione
nasce "esplicita" (ossia: un membro è costituito dalla sola [o da una sola] incognita e l'altro membro non contiene incognite) è superfluo scriverla formalmente usando un simbolo apposito per [quel]la incognita. Ed è questo il caso dei dei tuoi tre kg di mele al prezzo di 1 €/kg.
Ho già detto che il calcolo algebrico è stato inventato apposta per risolvere i problemi più comodamente, (ossia più in fretta e più chiaramente, cioè con minore rischio di equivoci).
Adesso ... perdonami la seguente
"parabola" e la "pedanteria" con cui mi tocca – mio e tuo malgrado – risponderti!
Il viaggiare [in tempi passati] cavalcando un animale o su carro trainato da uno o più animali, e anche il viaggiare [più recentemente] su veicolo motorizzato è stato inventato per viaggiare più comodamente e con meno rischio di non arrivare (o di non arrivare in tempo). Ma non si tira fuori l'auto dalla rimessa per andare al negozio che sta a pochi metri da casa, essendo più sbrigativo (e anche meno scomodo) andarci a piedi.
-------
Infine: Vedi quale noiosa lungaggine hai fatto (e quante INCOGNITE in più hai introdotto ... e quante equazioni in più hai scritto!) per evitare di
"formalizzare" algebricamente il problemino come segue:
«Si ponga: $x = AB = AC$; $y = BC$/2.
Il problema di venir a conoscere le lunghezze dei lati $AB = AC$ e $BC$ sapendo che il perimetro di
ABC è 50 e la distanza di
A da
BC è 15 si converte nel sistema seguente (di 2 equazioni nelle incognite
x e
y):
$x+y=50$/2 = 25 ∧ $x[/i]^2 - y^2 = (x+y)(x-y) = 15^2 = 25·9$
dal quale si ha subito
$x+y=25$ ∧ $(x+y)(x-y)=25·9$ ⇔ $x+y=25$ ∧ $x-y=9$ ⇔$2x=25+9 = 34$ ∧ $2y=25 - 9 = 16$ ⇔ $x=17$ ∧ $y=8$
da cui
$AB = AC = x = 17$ ∧ $BC=2y = 16$.
_______