Re: Me e l'università...

Messaggioda SaO » 09/11/2017, 10:39

Può insistere quanto vuole. Entrambi sono corsi difficili. C'é chi può trovare più difficile ingegneria chi fisica chi lettere. Diciamo che la signora si dimostra ancora una volta poco intelligente. Purtroppo alcuni personaggi del genere insegnano nelle università.


La docente di matematica lo stesso giorno disse, questo argomento di analisi ( non mi ricordo bene quale) non lo insegno più agli ingegneri perché non serve.

Hai molta confusione in testa.

Perché?

No rispetto al 3+2. Quelle sono 3+3
.
Quali sarebbero i corsi di ingegneria che durano 6 anni?
SaO
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Re: Me e l'università...

Messaggioda civamb » 09/11/2017, 12:19

Scusa, ma di quale ateneo stiamo parlando?
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Re: Me e l'università...

Messaggioda anonymous_40e072 » 09/11/2017, 12:28

Sao, mi sembra che il tuo problema stia nel concepire la relazione tra Matematica, Fisica e Ingegneria in questo modo: "il matematico conosce tutta la 'teoria' che il fisico non conosce, il fisico conosce tutta la 'teoria' che l'ingegnere non conosce e la 'pratica' che il matematico non conosce, l'ingegnere conosce la 'pratica' che il fisico non conosce". Come struttura di pensiero, diciamo di interpretazione di ognuno dei ruoli, ci può stare. Ma, ovviamente, non è solo questo. C'è una parte 'pratica' che il matematico conosce e il fisico, ecc. Hai una concezione dell'Ingegneria molto populista.
Come quelli che quando hanno qualcosa di rotto in casa, ti dicono "tu ingegnere, metti a posto sta roba". E io gli rispondo "sono ingegnere, mica un elettricista/idraulico/piastrellista o quelchesia".

Poi, perdonami, ma una proposizione di questo tipo è un'oscenità in tutte le nazioni del mondo:

Io non penso, e non so, o non credo che un fisico studi come si costruisce un motore a propulsione o una diga, studia i fenomeni fisici che agiscono, come l'aumento di entropia, il rendimento, la spinta di Archimede, ma non so se conosce in modo più approfondito quello che avviene all'interno di un tubo che trasporta acqua.


Capisco che tu sia uno studente post liceale e che sia un po' impreciso, ma non si può sempre concedere l'interpretazione. Anche perchè, se scrivi una roba del genere in un compito, il professore lo prende e lo getta nel cestino diretto.
A me sembra che la discussione stia perdendo un po' di senso.
Per quanto estremamente gentili siano le persone in questo forum, non è che possiamo stare qui a colmare 6 anni di studio universitario. Hai ancora un approccio molto liceale alle cose, generalista. E se noi siamo un po' bacchettoni (e lo siamo), non puoi nemmeno immaginare quando lo sia un professore universitario.

Per quanto riguarda "il come risolvere le cose", quando dico che non conta, significa che di solito non interessa come arrivi ad un risultato. Magari hai una confusione in testa che la metà basta, ma quell'esercizio, in qualche modo lo risolvi e ottieni un risultato corretto. Diciamo che non è sempre così. In alcuni esami, al Poli, associano un punteggio anche alla sola pulizia del ragionamento. Se non riporti esattamente ogni assunzione che fai, ti vengono tolti dei punti. E' chiaro che in discipline più astratte, più legate alle scienze naturali, sia più importante la parte di ragionamento astratto, quindi di assunzioni e ipotesi. In un mondo come quello del Computer Science (sto semplificando) è chiaro che in primis il codice deve girare. Se gira, va bene. Poi come ho detto sto semplificando, magari il codice gira, ma va 10 volte più lento di quello che dovrebbe perchè l'algoritmo è "sporco", ha dei passaggi inutili, ha delle inefficienze.
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Re: Me e l'università...

Messaggioda SaO » 09/11/2017, 13:21

Scusa, ma di quale ateneo stiamo parlando?

In merito a cosa?
Al doncente ?

C'è una parte 'pratica' che il matematico conosce e il fisico, ecc.

Il termine pratico è molto generico e si rischia di non capire cosa si voglia dire.
Anche un esperimento fatto da un fisico è pratico, o un codice scritto da un matematico, io quando ho usato il termine pratico mi sono sempre riferito alle applicazioni tecnologiche, al fare qualcosa che non è fine a se stesso, ma è un servizio o un bene materiale di qui qualcuno ne farà uso.
Questo intendo con il termine pratico.

Poi, perdonami, ma una proposizione di questo tipo è un'oscenità in tutte le nazioni del mondo, anche perchè, se scrivi una roba del genere in un compito, il professore lo prende e lo getta nel cestino diretto.

Ti riferisci al fatto che è scritta male in italiano?

non è che possiamo stare qui a colmare 6 anni di studio universitario.

Perché 6 anni e non 5?
Perché "colmare"? Non devo mica recuperare gli anni universitari ?
Penso di nuovo di non capire cosa vuoi dire.

E se noi siamo un po' bacchettoni (e lo siamo), non puoi nemmeno immaginare quando lo sia un professore universitario.

Sinceramente non capisco in cosa ho sbagliato, o a cosa ti riferisci, non ho presentato un foglio con dei calcoli sbagliati su questo forum.

E' chiaro che in discipline più astratte, più legate alle scienze naturali, sia più importante la parte di ragionamento astratto, quindi di assunzioni e ipotesi. In un mondo come quello del Computer Science (sto semplificando) è chiaro che in primis il codice deve girare. Se gira, va bene. Poi come ho detto sto semplificando, magari il codice gira, ma va 10 volte più lento di quello che dovrebbe perchè l'algoritmo è "sporco", ha dei passaggi inutili, ha delle inefficienze.

Mi vuoi dire che in un ambito tecnico, rispetto a uno scientifico si cerca maggiore rigore e sintesi, e non si da troppa importanza a parti descrittive?
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Re: Me e l'università...

Messaggioda civamb » 09/11/2017, 14:13

Intendevo in quale ateneo hai sentito le perle che hai riferito. Università di Palermo? Napoli? Politecnico di Bari? Sono curioso.
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Re: Me e l'università...

Messaggioda SaO » 09/11/2017, 17:02

TI ho risposto in MP
Ultima modifica di SaO il 09/11/2017, 21:21, modificato 1 volta in totale.
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Re: Me e l'università...

Messaggioda SaO » 10/11/2017, 17:48

Penso che al di là di tutto non ha senso concentrarsi su quello che una docente ha detto, anche se sicuramente non era una battuta, perché mi ricordo bene che il suo intento era dire che gli ingegneri hanno " una vita più semplice nel dover fare calcoli".
Questo non vuol dire ovviamente paragonare un ingegnere a un idraulico e spero che l'utente irte non abbia avuto l'impressione che il mio intento fosse quello di sminuire il lavoro dell'ingegnere.

Sappiamo benissimo che il funzionamento della tecnologia di oggi dipende in massima parte dagli ingegneri e qui penso che siamo tutti d'accordo.
Spero che saremo tutti d'accordo nell'affermare che gli ingegneri servono persino a quei fisici che voglio fare esperimenti inusuali, perché necessitano di certi apparecchi e certe strutture.
Lo stesso acceleratore di particelle del CERN, usato da molti fisici penso sia stato costruito da un team di ingegneri.

L'accetto della mia domanda dunque non verteva tanto su chi "va più in profondità" ma sulle competenze tecniche ( e non pratiche) di un fisico.
O meglio, quello che mi domandavo è se il fisico durante il suo percorso di studi acquisisce delle competenze tecniche o progettuali, che si possono usare per fare un lavoro che produca un bene materiale o soddisfi il servizio di una persona, o se addirittura un fisico può aspirare a una carriera manageriale.

Il mio dubbio è dato dal fatto che nei corsi di fisica non ho mai visto esami di economia aziendale, non che a ingegneria abbondino, perché ho come avuto l'impressione che a ingegneria si "parla" come se si sapesse già che si farà un lavoro per un'azienda e che si dovranno acquisire certe basi per farlo, senza escludere la possibilità di fare ricerca nel proprio settore specifico.

A fisica invece mi è sembrato invece che tutti sono concentrati sui fenomeni naturali in sé, e che quindi è un percorso indirizzato molto verso la ricerca o l'insegnamento, anche se sul sito internet di questo corso, tra gli sbocchi, si parlava molto di ruoli importanti in aziende e industrie.

E' chiaro che uno può fare domanda anche con una laurea in fisica, ma l'università deve capire che non è lei a scegliere se quella persona va assunta o no, e personalmente non ho mai visto nei dipartimenti di questa università offerte di lavoro o stage come ho visto a ingegneria.

Le uniche offerte per fisici che ho visto erano contratti da programmatore al computer.
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Re: Me e l'università...

Messaggioda SaO » 10/11/2017, 21:04

Ragazzi, sapete se in Italia è possibile fare una triennale in fisica e poi virare verso la magistrale in ingegneria ?

Oppure ci sarebbero troppi esami da recuperare in una volta sola?

Ho visto che all'estero molte università concedono questa possibilità, senza troppe barriere.
Bisogna al massimo fare qualche esame in più prima di potersi iscrivere.

Oltre a questo, se dovessi fare la triennale in ingegneria per poi trasferirmi al politecnico, sapete se dopo la laurea si fa in tempo a fare gli esami che mancano, prima di fare domanda per l'iscrizione alla magistrale?

All'estero ho visto che si chiamano dual degree , ma non so se corrispondono al nostro double degree dove in pratica è come ottenere la laurea presso due università, contemporaneamente.

Ho trovato qui un sito in merito https://www.physics.uni.edu/physics-bs-engineer.

Inoltre avevo trovato questo sito sulle università italiane, secondo voi è affidabile? http://whiriwhiri.it
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Re: Me e l'università...

Messaggioda Vulplasir » 10/11/2017, 22:05

Ogni università per la magistrale richiede un numero minimo di crediti per ciascun settore scientifico disciplinare (o gruppo di essi), se fai la triennale in un posto e vuoi trasferirti per la magistrale in un altro, controlla i crediti richiesti nel posto dove vuoi fare la magistrale e modifica il piano di studi per soddisfare quelle richieste. Altro non c'è da dire, se non li soddisfi, ti possono richiedere di sostenere quegli esami o di fare un colloquoio etc, è molto improbabile che ti chiedano di rifare un esame che hai gia fatto (e cose del tipo "eh ma mio cugggino che va al politecnicno ha dovuto etc" non hanno nessun valore).
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Re: Me e l'università...

Messaggioda SaO » 10/11/2017, 22:08

Va bene, ma se faccio ( ipoteticamente) una triennale in fisica, non ci potrò mai mettere dentro esami di scienza delle costruzioni o fisica tecnica, che penso siano fondamentali per una magistrale in ingegneria.

Al di là di questo, in caso venga richiesto di rifare un esame, c'è il tempo necessario di farlo tra la fine della triennale e l'inizio della magistrale?
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