Purtroppo non riesco a starti dietro... Da dove hai tirato fuori quelle equazioni per $a(x)$ e $ds$? E ancora non sono sicuro di aver capito qual è la tua domanda.
Comunque, supponiamo che tu abbia un generico sistema unidimensionale , ovvero un punto materiale di massa $m$ soggetto a un campo di forza $F(x)$. In questa ipotesi il punto è (in linea di principio) "libero" e non vincolato su una particolare curva, e la sua traiettoria è determinata dall'equazione di Newton:
$m \ddot(x) = F(x)\qquad (1)$
Se vuoi che il punto sia vincolato su una curva, allora devi aggiungere la reazione vincolare $\phi$ nel lato destro dell'equazione, ma devi fare l'ipotesi che tale forza vincolare non compia mai lavoro (ovvero $vec(\phi)$ deve essere sempre normale alla curva).
Comunque, dimentichiamoci un attimo della curva, e lavoriamo sul generico sistema unidimensionale descritto dalla equazione $(1)$. Un sistema, per essere risolvibile, deve avere tante quantità costanti (dette
integrali primi del moto), quante sono le dimensioni del sistema. Nel nostro caso ce ne basta uno, che, se $F(x)= -(dV)/(dx)$, ovvero se la forza è conservativa, sarà dato dell'energia totale:
$E = 1/2 m \dot(x) ^2 + V(x)= text(costante)\qquad (2)$
Differenzia la $(2)$ rispetto a $x$, noterai che non è altro che un modo diverso di scrivere la $(1)$. Ora, quest'ultima equazione la riscriviamo come:
$ m/2 ((dx)/dt) ^2= E - V(x)\quad rarr (dx)/(dt) = sqrt(2/m (E- V(x))) \qquad (3)$
dal caro, vecchio metodo urang-utang ©, separiamo le variabili e integriamo:
$dt =\frac{dx}{sqrt(2/m (E- V(x))} $ $\quad \rarr int_(t_0) ^ t dt=int_(x_0) ^ x (dx)/sqrt(2/m (E- V(x))$ $\qquad (4) $
Et voilà: in linea di principio abbiamo risolto il sistema, ottenendo la funzione da te tanto agognata $t=t(x)$, ovvero il tempo $(t-t_0)$ impiegato a percorrere lo spazio tra $x_0$ e $x$.
Ora, quando abbiamo il punto vincolato su una curva, stiamo "guardando" il problema dal piano, quindi la equazione di Newton $(1)$ la scriviamo effettivamente come equazione vettoriale:
$m vec(a) = vec(F) + vec(phi)\qquad (5)$
fortunatamente, ogni (parametrizzazione di una) curva, che sia fisicamente interessante, porta con sé una coppia (se siamo nello spazio $RR^3$ una terzina) di versori ad essa intrinseci: il versore tangente alla curva $hat(t)$ e il versore normale $hat(n)$. Proiettando la $(5)$ su tali assi si ottengono due equazioni riconducibili al problema unidimensionale $(1)$ e si riparte da capo.
Si può dimostrare che nel caso da me citato $\phi$ dipende solo dall'energia cinetica e dal raggio di curvatura, e si potrebbero (e dovrebbero!) dire un sacco di altre cose. Però servirebbe un po' di conoscenza della geometria delle curve (ad esempio sapere cos'è il raggio di curvatura). Insomma hai scoperchiato un po' il vaso di pandora qua
, ma non ti lasciar sopraffare dalla mole di informazioni! Questa è tutta roba che solitamente si studia nelle prime parti di corsi di meccanica analitica/razionale, anche se a volte si fa uso di un po' di questa roba anche studiando semplicemente Fisica Generale 1.
Ora mi fermo perché se no scrivo un romanzo. Digerisci un po' tutto quello che ti ho scritto (sperando di non aver scritto troppe imprecisioni) e poi posta pure tutti i tuoi dubbi/perplessità/angosce
.