Ragazzi, state facendo un po di confusione.
Walter97lor ha scritto:Ciao a tutti, ho una domanda relativa alla verifica della validità empirica del modello CAPM.
Per verificare la correttezza di questo modello ho stimato il portafoglio di tangenza/mercato relativo ai titoli delle 20 società più capitalizzate nel mercato energetico europeo.
Avendo la composizione del portafoglio di mercato ho stimato il coefficiente beta dei singoli titoli tramite regressione semplice. Il risultato è che circa 16 titoli su 20 hanno il coefficiente beta non significativo, quindi il modello non è utile a spiegare l'extra-rendimento dei singoli titoli sul portafoglio di mercato. I titoli, tuttavia, giacciono perfettamente sulla Security Market Line ma credo che ciò sia dovuto al fatto che il singolo titolo apporti in misura proporzionale il suo rischio/rendimento al portafoglio di tangenza. C'è qualche errore in questo ragionamento?
Si c'è più di un errore.
L'idea di stimare il ptf di tangenza non è cattiva ma non va bene prendere a riferimento 20 titoli del settore energetico perchè, almeno nella versione standard, l'equilibrio di cui tratta il CAPM è generale e rigurda tutto il mercato. Per questo motivo si tende a considerare indici di mercato molto "ampi".
Inoltre stimare i beta, come sembra tu abbia fatto, è una cosa ma verificare la validità del CAPM è un'altra. E' un problema che non puoi affrontare con la regressione semplice ma che presuppone tecniche più sofisticate. E' un tema ampio è complesso e che non posso riassumere qui. Guarda ad esempio qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Regressione_Fama-MacBeth.
Peraltro mi sembra strano che che i beta calcolati con la tua procedura siano in gran maggioranza non significativi. Come hai calcolato i rendimenti del ptf di tangenza? Quanti dati hai?
Inoltre è impossibile che i
titoli (caratterizzati da media e varianza) giacciano sulla SML, mentre una quantità ad essi relativa vi giace per costruzione. Quale?
Quindi
Gughigt ha scritto:Ciao, il tuo ragionamento è corretto, ...
su questo non sono d'accordo.
Poi:
Walter97lor ha scritto:Grazie mille per avere risposto. Ma, quindi, detto ciò come si continua?
...
E' inutile continuare se non si chiariscono i punti precedenti.
Infine
Gughigt ha scritto:Se hai le serie dei prezzi a tua disposizione (e da come scrivi sembra proprio di sì) puoi tranquillamente verificare la non-validità del capital asset pricing model guardandone la distribuzione dei rendimenti (che tenderà ad essere simile ad una normale leptocurtica ed asimmetrica).
Verificato questo sai che non può valere il principio media-varianza: se la distribuzione dei rendimenti non segue una normale significa che non tutti gli individui sono avversi al rischio (i.e. hanno fz. di utilità concave).
Mi dispiace Gughigt ma qui hai fatto proprio un'insalata mista ... anche se probabilmente non è tutta colpa tua.
Non puoi affatto verificare la validità del CAPM a partire dalla distribuzione dei rendimenti. Purtroppo su questo punto anche vari manuali fanno confusione ma sia per il modello media varianza che per il CAPM l'ipotesi di distribuzione normale è particolarmente comoda ma non è necessaria. Quindi mostrare che i rendimenti sono non normali non permette di scartare il CAPM.
Inoltre scivi "una normale leptocurtica ed asimmetrica" che è una contraddizione in termini. Se è leptocurtica e/o asimmetrica non è Normale.
Infine scrivi: "se la distribuzione dei rendimenti non segue una normale significa che non tutti gli individui sono avversi al rischio" questa non so dove l'hai trovata.
La normalità dei rendimenti può collegarsi anche alla teoria dell'utilità ma in ben altro modo.