Re: Consiglio su dottorato in matematica e capacità creative

Messaggioda Luca.Lussardi » 09/12/2019, 21:30

obnoxious ha scritto:Non so in Italia esattamente come funzioni, in parecchie nazioni europee ci si candida per un progetto specifico (cioè in sostanza si sceglie l'accoppiata progetto + supervisor; pertanto se ti candidi per una posizione estera, dove spesso il progetto è "fisso", assicurati che chi ti andrà a supervisionare sappia quello che sta facendo)

Purtroppo oggi funziona così anche in Italia, nella maggior parte dei casi, ed è un male.
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Re: Consiglio su dottorato in matematica e capacità creative

Messaggioda daniel__ » 09/12/2019, 22:35

Ok, grazie molte per i vostri pareri e consigli.
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Re: Consiglio su dottorato in matematica e capacità creative

Messaggioda obnoxious » 09/12/2019, 23:22

Luca.Lussardi ha scritto:[...] Purtroppo oggi funziona così anche in Italia, nella maggior parte dei casi, ed è un male.

Una cosa buona delle borse di Ateneo all'italiana è che i fondi, credo, non sono vincolati a particolari topic di ricerca "caldi". Quando invece i professori, che per qualche ragione vogliono a tutti i costi dei dottorandi, sono costretti dalla scarsità dei fondi dipartimentali a cercare soldi presso altri finanziatori, si "piegano" a scrivere proposte di ricerca strampalate in cui collegano maldestramente i loro interessi di ricerca al "deep learning" (solo perché, al giorno d'oggi, la probabilità di ricevere finanziamenti è direttamente proporzionale al numero di occorrenze dei termini "machine learning", "deep learning", "image analysis" etc... presenti nelle proposte di ricerca).
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Re: Consiglio su dottorato in matematica e capacità creative

Messaggioda Luca.Lussardi » 10/12/2019, 08:25

Non è tanto questo il motivo per cui secondo me era meglio una volta. Il punto è che un giovane laureato non ha la minima idea di che cosa voglia dire fare ricerca, non conosce, se non in casi eccezionali, gli argomenti di frontiera e non capisce che cosa potrebbe interessargli e appassionarlo. Una volta uno applicava alla cieca nelle varie sedi, vinceva dove gli capitava di vincere (la selezione era su esame scritto e orale) e durante il primo anno frequentava corsi e seminari e conosceva il personale del dipartimento, facendosi una idea più chiara dei suoi interessi, e successivaamnete sceglieva il supervisor.
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Re: Consiglio su dottorato in matematica e capacità creative

Messaggioda obnoxious » 10/12/2019, 10:03

Luca.Lussardi ha scritto:Non è tanto questo il motivo per cui secondo me era meglio una volta. Il punto è che un giovane laureato non ha la minima idea di che cosa voglia dire fare ricerca, non conosce, se non in casi eccezionali, gli argomenti di frontiera e non capisce che cosa potrebbe interessargli e appassionarlo. Una volta uno applicava alla cieca nelle varie sedi, vinceva dove gli capitava di vincere (la selezione era su esame scritto e orale) e durante il primo anno frequentava corsi e seminari e conosceva il personale del dipartimento, facendosi una idea più chiara dei suoi interessi, e successivaamnete sceglieva il supervisor.

Questo lo capisco, e sono pure d'accordo, ma le due cose hanno un certo grado di parentela. I progetti di ricerca di cui sopra vengono volontariamente scritti in maniera pomposa proprio per attirare (e allettare) gli studenti che conoscono poco le dinamiche del mondo accademico. A me è successo, ho applicato per un progetto che sembrava "uh wow, si va sulla luna", poi ho scoperto che chi finanziava non sapeva cosa fosse un polinomio di Taylor. Mi ha "salvato" il matematico del "team", ma non tutti hanno in genere questa fortuna.
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Re: Consiglio su dottorato in matematica e capacità creative

Messaggioda Luca.Lussardi » 10/12/2019, 10:31

Appunto, a maggior ragione sarebbe meglio che uno scegliesse l'argomento dopo aver iniziato il PhD e dopo aver sentito un po' di seminari e/o qualche corso di avviamento alla ricerca. Un enorme vantaggio del vecchio stile era anche la mobilità dei dottorandi: col fatto che dove vincevi ti piazzavi alla fine uno tipicamente se ne andava dall'università dove aveva studiato, e la cosa faceva molto molto bene, oggi invece quelli che cambiano aria sono molti di meno con questo sistema a progetto.
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