Sergio ha scritto:La mia sensazione da dilettante è:
a) la dimostrazione del teorema della derivata della funzione inversa nel caso generale $f:RR^n to RR^n$ non è affatto semplice (una dimostrazione relativamente autonoma, cioè non basata su altri teoremi già dimostrati, in Marsden, Elementary Classical Analysis, occupa quattro pagine);
La tua sensazione è corretta; la difficoltà, data una funzione \(f\colon\mathbb R^n\to \mathbb R^n\), è dimostrare che esiste una funzione differenziabile \(g\) tale che \(f(g(y))=y\) per ogni \(y\) in un insieme aperto; dopodiché la formula
\[
Dg(y)=Df(g(y))^{-1}\]
si ottiene immediatamente dalla regola della catena. Sono d'accordo sul fatto che la grossa difficoltà, oltre all'esistenza della \(g\), sia dimostrare che essa è continua; dopodiché la sua differenziabilità si prova rapidamente con il cambio di variabile \(y=g(x)\).
b) il punto centrale è quello indicato da anto_zoolander: si devono dimostrare l'esistenza e la continuità della funzione inversa; è questa la vera essenza del teorema della funzione inversa - di più: ne è l'enunciato - e la "regola" di derivazione ne segue come conseguenza;
Come dicevo prima sono d'accordo.
c) quanto al caso particolare $f:RR to RR$, alcuni testi (Apostol, Marsden, Rudin per fare qualche esempio) non lo considerano proprio; nei testi che lo trattano, la sua semplicità porta a... semplificare, perché l'esistenza e la continuità di un'inversa per una funzione continua e strettamente monotona (quindi invertibile) sono "evidenti";
Vero. Secondo me è un caso interessante, però. È totalmente diverso dal caso generale, grazie alla monotonia.
Testo nascosto, perché contrassegnato dall'autore come fuori tema. Fai click in quest'area per vederlo.
Di recente ho avuto la bellissima occasione di pranzare con un grande professore tedesco, che oltre alla ricerca si cura molto della didattica, per sfortuna dei suoi studenti.
Infatti, uno dei suoi progetti è riformare l'insegnamento dell'analisi spostando il focus dalla continuità alla monotonia. La continuità è una informazione qualitativa, topologica; la monotonia è una informazione quantitativa, già nella sua definizione compare il simbolo di disuguaglianza, quindi secondo questo signore è una informazione più importante, dal punto di vista dell'analisi. Io sono d'accordo ma non vorrei essere un suo studente del primo anno. Se trovo le note di questo professore le posterò qui.
Ho imparato molto su questo teorema leggendo
il blog di Terry Tao.