Il modo rigoroso (non ho detto il più rigoroso
) per definirla è il seguente:
Dato un segnale test $\varphi(t) in \mathcal{D}$, si definisce delta di Dirac la distribuzione $\delta(t) in \mathcal{D}'$ il cui effetto sul segnale test è $<\delta,varphi> =\varphi(0)$
Per introdurla "intuitivamente" tipicamente si definisce una funzione $x_n(t)$ come:
$\x_n(t) = \{(1/n" "-n/2<=t<=n/2),(0 " ""altrove" ):}$
Ad esempio proviamo a scegliere $n=4$, ti viene fuori una "funzione porta" (o rettangolare), la cui area è semplicemente quella del rettangolo di base $4$ e altezza $1/4$, quindi l'integrale di $x_n(t)$ su $RR$ è sempre 1, per qualsiasi n.
Più $n$ è piccola, più la base del rettangolo sarà piccola e più la sua altezza sarà grande, ma l'area è sempre 1.
Ora guardiamo il limite di $x_n(t)$ per $nrarr0$.
Essenzialmente, al limite ti ritrovi con un rettangolo di base infinitesima ed altezza che tende ad infinito, di "area 1".
Fai attenzione, questa è solo una giustificazione intuitiva, è non vuole assolutamente essere una dimostrazione. Anzi, ti sconsiglio di utilizzare la Delta di Dirac come una normale funzione, perchè non lo è. Potresti essere tentato di andare avanti con i conti e scrivere:
$\delta(t) = lim_{n->0} \x_n(t) = \{(+oo" "t = 0),(0 " ""altrove" ):}$
Questa rappresentazione, che si trova su molti libri di testo (applicativi), nonostante restituisca una comprensione immediata, è sbagliata, perchè non ha senso definire puntualmente la delta (perchè è una distribuzione), e solitamente conduce ad errori quando utilizzata con troppa "leggerezza"