10/03/2010, 17:03
matemix ha scritto:nella maggior parte degli istituti.. di ogni ordine e grado la matematica è vista come la bestia nera che è inutile studiare "tanto non la capirò mai" negli istituti di istruzione superiore si pongono i maggiori problemi specie quando arrivati al quinto anno col principio "faccio ciò che mi serve per l'interrogazione o il compito poi mi scordo tutto" si arriva a casi in cui ci sono seri problemi nella soluzione di esercizi anche puramente meccanici... ora se non si capisce quello che stai facendo , non lo studi, e non fai esercizi... nonostante in classe si facciano mille esercitazioni (di cui peraltro non ci si interessa affatto) se durante le interrogazioni degli altri io mi faccio i fatti miei... tanto io per oggi sono "salvo"... se me ne infischio di procurarmi il materiale che l'insegnate distribuisce.. tanto il compito me lo passerà qualcuono (chi non lo so visto che tutti la pensano così) che cosa può fare l'insegnante?
quando l'80% se non di più della classe fa così... come faccio a spiegare qualcosa di nuovo... come faccio a portare avanti un discorso ... a carcare di motivarli quando io stessa alla 30esima volta che chiedo "come si calcola il campo di esistenza di una funzione fratta" mi sento farfugliare frasi sconnesse.. senza nemmeno un barlume di lingua italiana... si dice che se tutta la classe va male la colpa è dell'insegnante... ma se non vogliono studiare cosa posso fare io dopo avere perfino proposto di lavorare in classe pur di recuperarli?senza ottenere riscontri dai più?
12/04/2010, 13:26
Cozza Taddeo ha scritto:Mi pare che post con una questione simile fosse spuntato qualche tempo fa su questo stesso forum, ma adesso non riesco a trovarlo...
Riprendo sinteticamente le idee che mi pareva di aver esposto allora in una serie di post.
Come si fa a far innamorare una persona? Le tecniche sono innumerevoli ma nessuna garantisce il successo.
Lo studio è innanzitutto una forma di amore (dal latino studium ), per ciò che si studia, per sé stessi, perché si punta ad un automiglioramento, e per il prossimo, perché migliorando sé stessi si suppone di riuscire ad essere piú graditi anche agli altri.
Se stiamo parlando di ragazzi delle scuole superiori la mia risposta alla domanda di matemix è:" Non si insegna".
Non è l'insegnante che deve motivare lo studente. L'insegnante dovrebbe cercare di farsi capire il piú possibile, essere competente nella materia che insegna e mettersi a disposizione per chiarire i problemi che pongono gli studenti. Fine.
La motivazione allo studio è un presupposto, non un obiettivo di un insegnante. L'insegnante mette carne al fuoco e ne cura la cottura, ma se il fuoco è spento non spetta all'insegnante accenderlo. Se ci riesce meglio ma se non ci riesce non c'è da fargliene una colpa.
Se uno studente non studia, non fa esercizi e non si sforza per comprendere la materia è un problema suo. Dovrebbe restare ignorante e non conseguire il diploma. Non è un delitto rimanere senza diploma.
La scuola è un'opportunità che la società fornisce ai ragazzi. Se non lo vogliono capire sono fatti loro. Chi studia va avanti gli altri faranno altro.
19/04/2010, 23:48
20/04/2010, 07:58
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