06/12/2016, 20:18
Gli investimenti non si valutano rapportando il loro costo al tuo patrimonio. Se sei ricchissimo e perdi 2 noccioline hai comunque perso 2 noccioline.
Cerchiamo di studiare e poi parlare
"società commerciale" mi mancava.
Comunque, nel caso specifico, il Poli vende corsi di laurea triennale e magistrale, PhD , MBA e Master di vario tipo
I primi costano poco perchè lo Stato, con le tasse di tutti, paga il restante.
Gli ultimi costano tanto perchè pagati interamente dagli studenti.
La "vendita" funziona se c'è chi compra dall'altra parte. Per questo esaltano le qualità dei loro corsi, per attrarre gli studenti ad acquistarli. E competono sottraendo gli studenti migliori alle altre università-
Al momento criteri basati sulla qualità della ricerca, lo stipendio medio percepito dopo la laurea/phD o quello che è, internazionallizazione, mi sembrano (personalmente) abbastanza significativi per chi cerca un corso di laurea che poi lo porterà nel mondo del lavoro
E' chiaro che se uno cerca un corso di laurea non per lavorare dopo ma per fare ricerca o per gusto personale di studiare senza secondi fini dello stipendio dopo la laurea non gliene può fregare niente. E quindi non deve assolutamente guardare quelle classifiche neanche di sfuggita
Domanda: la misura di altezza o peso è oggettiva? Se si, citatemi il paper dove il ricercatore tira fuori infinite cifre significative dalla sua misura
06/12/2016, 21:27
Injuria ha scritto:Appunto...cerchiamo di studiare prima: l'utilità marginale di qualsiasi bene decresce con l'aumentare della disponibilità dello stesso. 1000 euro in più per un disoccupato hanno un valore, per un miliardario un altro."società commerciale" mi mancava.
06/12/2016, 21:35
06/12/2016, 23:00
raffamaiden ha scritto:Cosa c'entra? Qui non li stiamo ricevendo i 1000 euro, li stiamo spendendo.
Se l'NPV dell'investimento è negativo, per es. -1 k€, io perdo mille euro. O sono ricco o sono povero ho sempre perso mille euro.
raffamaiden ha scritto:Innanzitutto si parlava se l'università deve farsi pubblicità da sè. Quindi per ora la classifica QS è fuori dal discorso
...Ma non significa neanche che non deve farsi pubblicità o non deve attrare gli studenti migliori. Perchè anche se vuole fare ricerca, gli servono gli studenti migliori. Se vuole diffondere la conoscenza, farlo con dei ciucchi mi sembra difficile
Quindi come vedi la triste realtà è che la concorrenza tira fuori il meglio dalle persone/istituzioni. E sebbene l'università può non avere il pitch da presentare all'AGM con i concorrenti, ti assicuro che competono tra di loro
raffamaiden ha scritto:Secondo, sei andato a prendere la mission, i values e tutte queste cose.
La mission di Google è di organizzare l'informazione e metterla a disposizione di tutti...
anonymous_40e072 ha scritto:Inoltre, pare che non ci sia nemmeno stata la voglia di aprire quel link in cui citavo il funzionamento dei criteri di ranking QS.
H-index, sebbene non perfetto, qualità e quantità di aziende offerenti proposte di collaborazione, internazionalizzazione e così via, sono tutti criteri oggettivi per valutare quantomeno l'attrattività del polo universitario.
07/12/2016, 12:43
Injuria ha scritto:La differenza è che se sei ricco ti arrabbi 3 minuti e continui a fare la stessa vita di prima, se sei povero ti tocca mangiare riso in bianco per un mese. Se ho 10 mele in saccoccia non me ne frega nulla di darne 1 al maiale, se ne ho solo 2 potrebbe pesarmi parecchio: la perdita assoluta è sempre di una mela, ma in termini di utilità (che è quello che conta) la mela del ricco non vale nulla, quella del povero vale una cena. Quindi il ricco al maiale non dà nulla, il povero darebbe eventualmente una cena.
. Puntare al monopolio della ricerca
Ho linkato lo statuto che è equiparabile ad una legge con tanto di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le mission aziendali sono invece una dichiarazione di intenti che hanno un valore giuridico nullo. Se il PoliMi non segue quei principi sta andando contro la legge ed i motivi stessi della sua esistenza.
Lo ammettono loro stessi: i criteri tendono a favorire atenei grandi in città importanti ed è quello che ci si aspetta in maniera scontata da una classifica del genere, ma non aiutano Tizio, che appartiene alla classe media ed è residente in provincia di Reggio Emilia, quale sia l'esperienza formativa migliore e più conveniente per lui.
Avere una dozzina di asiatici in aula o decine di ricercatori che non incontrerò mai potrebbe non importarmene un fico secco.
07/12/2016, 14:05
raffamaiden ha scritto:Nell'NPV di per se non c'è la propensione al rischio. I flussi di cassa futuri sono "certi". Quindi se è positivo lo è per tutti, ricchi e poveri. Se è negativo lo è per tutti, ricchi e poveri. Pensa a un NPV socialista, se vuoi.
Quella che dici si può modellare come propensione al rischio.
Quindi se vuoi puoi fare un "range di NPV al 99% di confidenza". Quindi prendi l'NPV calcolato usando i flussi di cassa minimi e l'NPV calcolato usando i flussi di cassa massimi.
Se sono entrambi positivi l'investimento conviene a tutti, sia ricchi che poveri.
Se sono entrambi negativi non conviene a nessuno, nè ricchi nè poveri.
Se il minimo è negativo e il massimo è positivo, entra in gioco la propensione al rischio che dici.
Quindi, tornando al discorso di partenza, se conviene o no spendere 30k per il corso di finanza.
Se il flusso di cassa attualizzato dello stipendio futuro è superiore ai 30k€ conviene a tutti.
Ovviamente c'è la varianza, come abbiamo detto. Ci saranno persone che hanno fatto il corso e ora sono disoccupate.
Ma è anche vero se se hai una propensione al rischio maggiore stai più attento: quindi sai che la perdita di tale cifra per te sarebbe "insopportabile" e quindi studi di pù, ti applichi di èiù e hai meno probabilità, nel libero mercato, di finire nel range "sotto". Vale a dire ti tagli la varianza negativa
07/12/2016, 17:24
raffamaiden ha scritto:Nell'NPV di per se non c'è la propensione al rischio. I flussi di cassa futuri sono "certi". Quindi se è positivo lo è per tutti, ricchi e poveri. Se è negativo lo è per tutti, ricchi e poveri.
raffamaiden ha scritto:Le leggi sono quelle approvate dal Parlamento
In ogni caso che pubblicizzare la propria posizione in classifica sia contro i principi lo dici tu
Siamo almeno d'accordo che a Tizio, che ipotizzo vada all'università per migliorare le sue aspettative lavorative future, interessi il salario medio che chi ha fatto quel corso prende dopo averlo finito?
Perchè la classifica che ti cito io, quella del Financial Times, si basa anche su questi criteri.
L'attratività internazionale in genere è un indice di qualità, di "fama" se vuoi.
Se tutti fanno la fila per andare ad Harvard e nessuno fa la fila per andare all'università di Poggibonsi ci sarà un motivo.
O le università sono tutte belle e tutte brave e gli idioti degli studenti scelgono a caso?
07/12/2016, 19:31
1- Il povero rischia intrinsecamente di più del ricco come spiegato da intermat. Investire 90% dei miei risparmi è diverso che investirne l'1%
2- Ciò che contesto è proprio il fatto che la stessa istruzione dia effetti omogenei per ogni categoria sociale.
Diffondere classifiche fasulle che non hanno nulla di trasparente, scientifico
Non c'è niente di peggio della media come indice di posizione del salario. Sarebbe meglio la mediana. Già che ci sono potrebbero diffondere la distribuzione del reddito e l'effetto specifico di quel master suddiviso per sesso, classe sociale ed etnia, magari comparandolo con altri master simili
Non so se ci sia nella classifica del ft, sicuramente nel qs non c'è per le lauree in ecnomia
No, ma non ne concludo che le altre dimensionalmente piccole e con meno tradizione siano delle fetecchie e che quindi sia giusto indebitarsi fino al collo a scatola chiusa con la certezza di guadagni da favola
Pavia ad esempio, pur non comparendo nemmeno in classifica ha un ottima specialistica in finanza e molti dei suoi laureati si collocano in importanti istituzioni finanziarie pubbliche e private, sia in Italia che all'estero
07/12/2016, 21:44
Ancora? Se i flussi di cassa sono certi, e quindi non c'è rischio, non c'è rischio nè per il povero nè per il ricco
Intermat ha detto una cosa diversa. Quando calcoli i flussi di cassa ci devi mettere gli interessi sul debito che paghi.
Questo vale per tutte le università. Le donne guadagnano meno degli uomini, i neri meno dei bianchi. Quindi non influisce sulla singola scelta
Certo. Ognuno adotta la misura che più lo convince
Sono tutte opinioni tue, assolutamente non rimostrabili in nessun tribunale
Certo che c'è:
http://www.topuniversities.com/qs-world ... ethodology
"International faculty ratio (5%) & international student ratio (5%)"
Sei stato tu, nel tuo messaggio del 7 Dicembre 2016 alle 00:00, a dire che "Avere una dozzina di asiatici in aula [...] potrebbe non importarmene un fico secco"
Adesso stai enfatizzando il fatto che l'itnernazionalizzazione non è un criterio di classifica (in realtà lo è). Quindi ti stai contraddicendo: prima hai detto che non te ne importa nulla, adesso dici che non è un criterio (e quindi implicitamente supponi che sia importante)
08/12/2016, 11:24
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