_antoniobernardo
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In un qualsiasi corso di fisica delle scuole superiori, si studia che, per fuggire dal campo gravitazionale della Terra o di un altro pianeta, bisogna avere una velocit molto alta, che viene chiamata velocit di fuga. Nello specifico, la velocit minima per sfuggire alla Terra di 11,2 km/s.

Tale velocit dipende dalla massa e dal raggio equatoriale del nostro pianeta, in particolare la velocit aumenta allaumentare della massa e al diminuire del raggio secondo la seguente formula:

[math]V_f=\sqrt{(2GM)/r}[/math]

dove G la costante di gravitazione universale, M la massa del pianeta in questione e r il suo raggio.

Per questo motivo, se si trova un corpo celeste dallelevata densit, ovvero una massa molto grande concentrata in poco spazio, la velocit di fuga diventa molto elevata. E se la velocit di fuga superiore alla velocit della luce, nulla pu fuggire da questo corpo, che diventerebbe cos un buco nero.

Poich i buchi neri non si possono vedere con losservazione diretta, la prova della loro esistenza indiretta: quando un buco nero attira della materia, questa si riscalda fino a emettere un intenso fascio di raggi X prima di scomparire. Unosservazione indiretta avvenuta anche nella nostra Galassia: il buco nero in questione si chiama SGR A* (Sagittarius A-star), ha una massa che quattro milioni di volte superiore a quella del sole ed al centro della Via Lattea, a una distanza di circa 26 mila anni luce dal Sole. Lesistenza di questo buco nero stata teorizzata nel 1974, in base allo studio delle perturbazioni nelle stelle vicine, da Bruce Balick e Robert Brown, che individuarono unintensa radiosorgente. Nel corso degli anni, i fisici hanno trovato prove sempre pi decisive per dimostrare lesistenza di questo oggetto e per effettuare studi pi approfonditi Daniel Wang, della University of Massachusetts, con i suoi collaboratori ha fatto ricorso al satellite Chandra della Nasa. Secondo gli ultimi modelli, questo buco nero che ingoia solo l1% del gas che si trova nelle sue vicinanze potrebbe crescere a un ritmo molto pi elevato se il gas fosse a un temperatura inferiore.

Nel 2011 con il Very Large Telescope dellESO (European Southern Observatory), nel corso del programma di monitoraggio delle orbite stellari intorno al centro della Galassia, Reinghard Genzel del Max Planck Institute con i suoi collaboratori scopriva una nube di gas diretta a folle velocit verso il buco nero. La nube, con una massa pari a circa tre volte quella terrestre, composta per la maggior parte da idrogeno ed elio, originata dalle stelle al centro della Via Lattea, aveva unorbita tale per cui avrebbe compiuto il suo giro di boa intorno al buco nero verso la met di questanno. La possibilit di vedere in tempo reale lazione di un buco nero ha spinto gli astronomi a osservare costantemente questa nube. Losservazione dellevento che si estende su un intero anno non ancora conclusa e ha una grande utilit, considerata la notevole quantit di dati che ne scaturir: questi dati forniranno nuove informazioni sulla nube di gas e permetteranno di valutare gli effetti della gravit estrema.

http://www.media.inaf.it/2013/07/17/il-buco-nero-addenta-una-nube-di-gas/