_antoniobernardo
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Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
Li miei compagni fec'io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de' remi facemmo ali al folle volo .........

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,
ché de la nova terra un turbo nacque,
e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com'altrui piacque,
infin che 'l mar fu sovra noi richiuso».


Dante Alighieri (1265-1321), Divina Commedia, Inferno Canto XXVI

Per l'Ulisse di Dante, che metteva nell'inferno i personaggi che gli erano più simpatici, è il desiderio del sapere (fatti non foste a viver come bruti) che lo spinge al fare (de' remi facemmo ali al folle volo). Interessante, per il problem solving, è anche il passo (li miei compagni fec'io si aguti....) in cui Ulisse mostra di saper motivare i suoi uomini.

Dante, oltre che poeta, fu un pensatore che sintetizzò mirabilmente il sapere medioevale infatti Bertrand Russell lo considerò, assieme a Machiavelli, Vico e Leopardi, uno dei pochi italiani degni di rientrare nel suo libro di filosofia: "La Saggezza dell'Occidente".

Forse l'aporia sapere/fare è fondante per molto pensiero filosofico, basti pensare al "Verum ipsum factum" di Vico o a Kant che sosteneva che: "L'esperienza senza la teoria è cieca, ma la teoria senza l'esperienza è un puro gioco intellettuale". dante_aligheri-kimberlyfaye.jpg

In tempi più recenti Mazzini fondò un movimento politico chiamato "Pensiero e azione" e di Marx è celebre la riflessione: "I filosofi hanno soltanto interpretato il mondo, ma ora si tratta di trasformarlo".

Ricordo un direttore della pianificazione e del sistema informativo che, riprendendo un celebre aforisma pedagogico, sosteneva esserci tre momenti, non sempre rigidamente sequenziali, nella carriera di una persona all'interno di una organizzazione:

Sapere; imparare il proprio mestiere, agire da spugne, conoscere l'azienda, le risorse, i clienti, i punti di forza e quelli di debolezza sia propri che dell'organizzazione.

Saper fare; agire con competenza nell'ambito della propria professionalità e funzione (sia essa ricerca, produzione, marketing, risorse umane, amministrazione, ecc.)

Saper far fare; coordinare delle risorse, porre degli obiettivi impegnativi ma realistici, gestire i conflitti, esercitare una leadership democratica, ma orientata ai risultati.

Discutendo gliene proposi un quarto (ripreso dal titolo di un libro di Aubrey e Tiliette):

Saper far sapere; puntare sulla ricerca, investire sul capitale intellettuale, incoraggiare i lavoratori della conoscenza, fare formazione, trasmettere a dipendenti e colleghi le proprie competenze.