_antoniobernardo
(90 punti)
7' di lettura
3 / 5 (1)

"Confesso di essere un vecchio impassibile uomo di sinistra che non ha mai capito come il decostruzionismo potesse aiutare le classi lavoratrici. Sono anche un vecchio noioso scienziato che continua a credere con ingenuità che esista un mondo esterno, e che esistano delle verità oggettive relativamente a quel mondo, e che il mio lavoro consista nello scoprire alcune di esse."

"Chiunque creda che le leggi della fisica sono mere convenzioni sociali è invitato a trasgredire queste convenzioni dalla finestra del mio appartamento (abito al 21° piano)."

"La nostra attenzione è limitata a taluni aspetti intellettuali del postmodernismo che hanno avuto un impatto sulle scienze umane e su quelle sociali: una fascinazione basata su discorsi oscuri; un relativismo epistemico collegato ad uno scetticismo generalizzato nei confronti della scienza moderna; un eccessivo interesse nelle credenze soggettive indipendentemente dalla loro verità o falsità; infine un'enfasi sui discorsi e sul linguaggio come opposti ai fatti ai quali questi discorsi si riferiscono (o, peggio ancora, il rifiuto dell'evidenza che i fatti esistono o che ad essi ci si possa riferire).

... vediamo quali lezioni sul tema del rapporto tra scienze naturali e scienze umane si possono trarre dai testi (di Jacques Lacan, Julia Kristeva, Luce Irigaray, Bruno Latour, Jean Baudrillard, Gilles Deleuze, Felix Guattari, Paul Virilio, ecc.) citati in questo libro:

1. E' una buona regola conoscere l'argomento di cui si sta parlando...
2. Non tutto quello che è oscuro è necessariamente profondo...
3. La scienza non è un 'testo'...
4. Non scimmiottare le scienze naturali...
5. Prendete con le pinze le argomentazioni del potere ...
6. Lo scetticismo specifico non deve essere confuso con quello radicale.
7. Ambiguità come sotterfugio...

Che cosa verrà dopo il postmodernismo? Dal momento che la principale lezione che ci viene dal passato è che predire il futuro è rischioso noi possiamo solo elencare le nostre paure e le nostre speranze. Una possibilità è il ritorno ad una egemonia di qualche forma di dogmatismo o misticismo (ad esempio la filosofia New Age) o al fondamentalismo religioso. [...] In questo caso la vita intellettuale andrà di male in peggio. [...] Una seconda possibilità è che gli intellettuali diventino riluttanti (almeno per i prossimi vent'anni) a tentare ogni interpretazione critica esaustiva dell'ordine sociale esistente. Diventeranno i suoi servili sostenitori - come fecero in Francia gli intellettuali di sinistra dopo il 1968 - o si ritireranno completamente da ogni impegno politico. Le nostre speranze tuttavia vanno in una differente direzione: l'affermazione di una cultura razionale, ma non dogmatica, orientata al pensiero scientifico ma non scientista, aperta ma non superficiale, politicamente progressista ma non settaria. Ma questa, naturalmente, è solo una speranza, e forse solo un sogno".
Alan Sokal (1955), Intellectual Impostures.

Nel 1996 Alan Sokal inviò alla prestigiosa rivista americana di filosofia, sociologia e cultural-studies 'Social Text', una parodia del tipo di lavori che sono proliferati per tutti gli anni '90. L'articolo titolato "Transgressing the boundaries: Toward a transformative hermeneutics of quantum gravity" era pieno di assurdità e incoerenze basate su analogie e metafore indebitamente prese a prestito dalle scienze fisiche e matematiche. alan.sokal.jpgInoltre l'articolo sosteneva una forma estrema di relativismo negando l'esistenza di un mondo esterno ed affermando che la realtà fisica e quella sociale non sono niente altro che un costrutto linguistico. Attraverso una serie di ingiustificati salti logici l'articolo giungeva alla conclusione che oggi il pi greco di Eulero e la costante G di gravitazione di Newton sono "ineluttabilmente percepiti nella loro storicità" (Sokal parodiava l'affermazione sulla relatività che Jacques Derrida fece in una conferenza: 'la costante di Einstein non è una costante').

Il lavoro fu accettato e pubblicato in un numero speciale della rivista volto a confutare le critiche degli scienziati alla filosofia post-moderna. Sokal rivelò immediatamente la beffa provocando un vespaio di polemiche, non ancora del tutto spente all'inizio del nuovo millennio, tra scienziati e post-moderni, filosofi analitici e continentali, cultura scientifica e cultura umanistica. Sokal spiegò poi che non intendeva solo difendere la scienza, ma, da uomo di sinistra, mostrare anche quanto controproducenti socialmente e culturalmente potessero diventare il relativismo e il soggettivismo impliciti nella prassi e nei dogmi degli amici progressisti.

Al di là degli aspetti ludici e provocatori di questo episodio, l'esperimento di Sokal fu definito da molti, a ragione, di grande utilità pubblica perchè esso dimostra che chi svolge ruoli di responsabilità e potere nella gestione della cultura, della società e delle organizzazioni non è esente dal pregiudizio, dalla superficialità, dal dogmatismo e dai condizionamenti delle mode dominanti.

In "Beyond the Hoax. Science Philosophy and Culture" pubblicato nel 2010, Sokal riprende il discorso su scienza, società e organizzazioni sottolineando " l'importanza non della scienza in quanto tale, ma della visione scientifica del mondo per i processi di decisione collettiva dell'umanità. [...] La chiarezza del pensiero e il rispetto per l'evidenza empirica, specialmente quella scomoda che ci sorprende e che sfida i nostri pregiudizi, sono di importanza capitale per la sopravvivenza del genere umano nel ventunesimo secolo".

Può sembrare un' iperbole, ma Sokal ha buon gioco a mostrare con numerosi esempi, che i nemici di questa semplice verità si annidano ovunque: nei tribunali, nei giornali, nelle aule universitarie, nei parlamenti, nei salotti intellettuali, nei governi e nelle chiese. Queste ultime in particolare, e la religione in generale, rischiano spesso di essere ancora più dannose perché è assai diffusa l'idea che debbano essere al di sopra di ogni possibile critica.

I problemi delle organizzazioni non si possono risolvere decostruendoli o semplicemente negandone l'esistenza, ma si possono affrontare con un lavoro serio di sintesi e di analisi, di induzione e di deduzione, di verifica e di falsificazione, di razionalità e di creatività, di tradizione e di innovazione, di filosofia e di matematica, di intelligenza emotiva e razionale, di cultura umanistica e di cultura scientifica.