_antoniobernardo
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A partire da Galilei fino ad oggi, studiare la fisica ha significato cercare le relazioni matematiche dell'universo, ma esprimere materia, spazio e tempo in termini meramente matematici non ha chiuso le porte alla religione: “scienza moderna e cristianesimo sono in fondo tentativi diversi di situare l'umanità in un più ampio quadro cosmico”. L'intento dell'autrice non è solo di valutare il legame tra scienza e religione, ovvero di “tracciare la storia dell'Uomo Matematico in quanto essere religioso”, ma di valutare anche la posizione della donna in ambito scientifico: traccia l'evoluzione della fisica, sottolineando che “tracciare l'ascesa dell'Uomo Matematico significa ripercorrere in parallelo la battaglia affrontata dalla Donna Matematica”.

Gli Ionici furono i primi a tentare di spiegare i fenomeni naturali senza ricorrere a divinità: tra di essi, Pitagora di Samo vedeva l'essenza della realtà nei numeri.

La scuola aperta a Crotone era sostanzialmente una scuola mistica e Pitagora costituiva una guida spirituale.

Nel Medioevo, la rinascita della matematica e della scienza greca segna il “definitivo allontanamento delle donne dal sapere”: con la riforma del clero alla fine dell'VIII secolo, le donne vennero relegate nei loro conventi e allontanate dai centri del sapere, dominio esclusivamente maschile.

All'inizio del XVII secolo, in ambito accademico non c'erano regole formali che impedissero l'accesso delle donne ma le prime astronome furono essenzialmente osservatrici e si videro negare ogni riconoscimento ufficiale. Nello stesso periodo, scienziati e maghi erano rivali: la vittoria sulla scienza fu favorita dal Concilio di Trento che adottò una linea dura contro la magia, mettendo all'Indice i suoi testi. In ambito scientifico, per combattere la magia, prevalse l'applicazione della matematica allo studio della natura, il cui più grande sostenitore fu Cartesio, secondo il quale la logica era la base della vera conoscenza.

Il primo emblematico scontro tra scienza e fede è quello con Galilei: lo scontro fu una lotta “per il diritto a descrivere i Cieli”.

Newton cercò invece di condividere il potere epistemologico in gioco con i rappresentanti della Chiesa: egli riteneva la sua opera scientifica una ricerca di Dio e con la formulazione matematica della legge di gravitazione universale, “la competenza sui Cieli passava dai teologi ai fisici”.

In Inghilterra continuavano a permanere le stesse usanze per quanto riguarda le differenze tra i sessi: la Royal Society continuò a rifiutare qualsiasi candidatura femminile mentre un piccolo numero di donne fu ammesso all'Accademia delle Scienze di Berlino. pantaloni_pitagora.png

L'eccezione delle vicende di Laura Bassi e Maria Gaetana Agnesi evidenzia “le limitazioni imposte alle donne che intraprendevano la carriera scientifica nel XVIII secolo”. Solo dopo il 1870 molte università statali cominciarono ad accettare le ragazze e ci si orientò verso una scuola mista.

Maria Sklodowska Curie, prima persona al mondo a vincere due Nobel per la scienza, è la dimostrazione di “ciò che avrebbero potuto fare le donne nella scienza se in maggior numero avessero avuto la possibilità di parteciparvi”. La sua vita è straordinaria non solo per i risultati che ha conseguito, ma anche per le difficoltà che ha dovuto affrontare e superare: insignita del premio Nobel per la fisica nel 1903, alla morte del marito, si trovò ad affrontare terribili insidie nel mondo scientifico, visto che “era da molti considerata solo la moglie di Pierre”.

Per avere un'idea della condizione delle donne in Europa prima della seconda guerra mondiale, bisogna considerare Emmy Noether e Lise Meitner: la prima è uno dei più grandi matematici del secolo e sviluppò concetti matematici fondamentali per la fisica delle particelle e per l'attuale ricerca di una sintesi tra relatività generale e meccanica quantistica. Purtroppo perse anni preziosi, in quanto donna e non le fu dato uno stipendio adeguato nemmeno quando l'università le concesse finalmente un posto.

Lise Meitner dedicò la sua vita alla fisica. Collaborò con Otto Hahn ad una serie di esperimenti sulla radioattività, ma quando, salito al potere Hitler, riparò in Svezia, nonostante la quotidiana collaborazione con Hahn, fu esclusa dall'assegnazione del premio Nobel per la chimica nel 1944.

“Nel secolo contemporaneo, le donne hanno dovuto, e devono tuttora, combattere per conquistarsi un posto all'interno della comunità dei fisici”. Non è più consentita una discriminazione palese come quella dei secoli scorsi, ma ne esiste ancora una forma strisciante negli ambienti scientifici. La vicenda di Chien-Shiung Wu è emblematica: brillante scienziata delle particelle, nel 1957 verificò sperimentalmente quanto ipotizzato da Lee e Yang, ma solo questi ricevettero il premio Nobel per la fisica.

Nonostante i notevoli miglioramenti degli anni Settanta, la fisica continua a restare un dominio prepotentemente maschile: dall'aggiornamento alla pubblicazione degli articoli, alle possibilità di trovare lavoro, le donne sono sempre svantaggiate e “mediamente ci mettono parecchi anni più dei colleghi maschi per raggiungere certe posizioni”.