vincenzo.disalvatore
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In una società sempre più colpita dalla crisi, dalla quale, purtroppo, è difficile uscire, sta aumentando il numero di coloro che, con la falsa speranza di incrementare i propri guadagni, si affida al gioco d’azzardo. Televisioni, radio e giornali si fanno portavoce ogni giorno di migliaia di messaggi che invitano a giocare. Le forme di gioco che promettono denaro in caso di vincita sono molte: gratta e vinci, lotto, slot machine, casinò. Anche se gli spot pubblicitari invitano a giocare con moderazione, molti sono coloro che non riescono a smettere di giocare.
Si è creata, quindi, una nuova forma di dipendenza, quella, appunto, dal gioco d’azzardo. Questa dipendenza può essere considerata una malattia vera e propria, proprio come avviene nel caso della soggezione alla droga, al sesso o all’alcool. Cadere in questa malattia è molto semplice. Le vittime sono soprattutto coloro che sono meno istruiti e che hanno un reddito basso. Tali persone sono convinte che il gioco li aiuti a raggiungere un livello di vita migliore, ma purtroppo non è così. Si inizia col giocare una piccola somma, magari un euro, per poi arrivare a perdere con il gioco un’ingente fortuna. Si rischia, in questo modo, di indebitarsi fino al collo e di buttare al vento tutti i risparmi di una vita. Questo perché molto spesso chi gioca non accetta di aver perso e, per recuperare la somma investita in precedenza, continua a giocare. I dati di chi soffre della dipendenza dal gioco d’azzardo sono impressionanti: solo in Italia sono 30.000.000 coloro che hanno giocato almeno un euro, mentre circa 5.000.000 investono nel gioco più di quanto possono effettivamente permettersi. I giocatori patologici, i veri e propri malati, sono circa 200.000. Purtroppo queste persone non sono in grado di capire che sono dipendenti dal gioco. Per loro continuare a giocare è normale e, così facendo, mettono in secondo piano le loro normali attività e rischiano di creare seri problemi all’interno della propria famiglia. Si pensi a tutte quelle famiglie che hanno perso i loro beni proprio perché un membro è stato vittima della dipendenza da gioco. Purtroppo cadere in questa malattia è molto facile. Infatti uno studio ha evidenziato che nelle città in cui ci sono più occasioni di gioco, come, ad esempio, Gorizia, il numero dei giocatori è maggiore rispetto ad altri luoghi che non ne offrono le stesse possibilità. Insomma si inizia a giocare proprio perché sì è bombardati dalle continue offerte, come gratta e vinci che promettono vincite più facili o casinò aperti per tutto l’arco della giornata. Il livello culturale, l’ambiente in cui si cresce e la crisi economica che stiamo vivendo fanno aggravare ulteriormente il problema. Cosa fare per non cadere in questa malattia? Innanzitutto fare attenzione ai sintomi: il non svolgere normalmente la propria routine quotidiana o il trascurare le persone care sono segni evidenti che c’è qualcosa che non va. Se non si riesce ad intervenire in tempo e si diventa dei dipendenti dal gioco, esistono centri specializzati a cui rivolgersi. Fortunatamente oggi si considera la dipendenza da gioco come una vera e propria malattia (cosa che non avveniva fino a qualche anno fa) e, quindi, sono nati dei centri specializzati nella cura di questa patologia. La cura che questi centri offrono è soprattutto psicologica. Molti giocatori, infatti, hanno delle strane convinzioni, come, ad esempio, affermano che col gioco si possa controllare il destino. Oltre agli psicologi, che cercano di correggere queste erronee interpretazioni della realtà, ci sono anche gli assistenti sociali che indagano sui rapporti familiari del malato per capire cosa possa averlo portato a iniziare a giocare. Molto spesso, infatti, basta pensare al male che si fa alle perone care per smettere di giocare. Prenderne coscienza, però, non è affatto facile, perché il dipendente da gioco non si ritiene tale, anzi è convinto che possa smettere in qualsiasi momento, proprio come avviene nei casi dei drogati o degli alcolisti. Per questa malattia, inoltre, sono stati creati dei farmaci che sono in grado di interagire sul desiderio di gioco facendolo diminuire. Quante malati riescono a guarire da questa dipendenza? I medici, bnel caso di questa dipendenza, non usano mai il temine “guarigione” perché può bastare davvero poco per ricadere nel vizio. Tuttavia la maggior parte dei malati riesce a non giocare per mesi o addirittura anni. Per uscire definitivamente da questa dipendenza, secondo me, è necessaria una grande forza di volontà che solo una presa di coscienza del problema da parte del malato e l’aiuto delle persone a lui più care possono mettere in atto.