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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: L'incontro con l'altro: tra paura e incertezza.
Autore: Savino Tommaso claudio
Descrizione: l'incontro con l'altro ha sempre sucitato un sentimento atavico come la paura. mi sono chiesto,dunque, come poter superare il pregiudizio, e approfondire gli incontri, fonti di ricchezza.
Materie trattate: Inglese, Filosofia, Storia Dell'arte, Storia/sociologia
Area: umanistica
Sommario: Inglese, Mary Shelley, Frankenstein or the modern Prometheus, il mostro come esempio di emarginazione. Filosofia, Kant, Critica della ragion pratica, il secondo imperativo categorico come strumento per superare la paura dell'altro. Storia dell'arte, Diane Arbus, Il gigante ebreo e la sua famiglia, analisi sull'interpretazione che il fruitore può dare all'opera. Storia/Sociologia, Z. Bauman, La società dell'incertezza, caratteristiche principali delle società postmoderne.
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L’INCONTRO CON L’ALTRO:
TRA PAURA E INCERTEZZA
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Liceo Scientifico Salvador Allende
Anno scolastico 2008/2009
A cura di Tommaso Claudio Savino
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INDICE
-Introduzione- ........................................................................ pag. 3
• -Parte prima- IDENTITA’ NELL’ERA POSTMODERNA
• Capitolo I. L’UOMO CONTEMPORANEO NELLA SOCIETA’
DELL’INCERTEZZA
1.1 Da dove nasce la paura ........................................ pag.5
1.2 Il nemico inventato .............................................. pag.7
-Parte seconda- CAPOVOLGIMENTO DEL PROPRIO PUNTO DI VISTA
• Capitolo II. RACCONTO FANTASCIENTIFICO DI FREDRICK
BROWN: “SENTINELLA”
2.1 “Sentinella” di Fredrick Brown ............................... pag.10
2.2 Quando il terrestre diviene extraterrestre ................ pag.10
-Parte Terza- WHEN THE APPEARANCE OF A CREATURE
• TRANSFORMS IT IN A MONSTER
Capitolo III. “FRANKENSTEIN OR THE MODERN
PROMETHEUS” OF MARY SHELLEY
3.1 The plot of the novel ….………………………….. pag. 12
3.2 The monster as an outcast:, one of many themes … pag. 12
-Parte quarta- Lo STEREOTIPO VISTO ATTRAVERSO L’OBIETTIVO DI
• UNA FOTOGRAFA
Capitolo IV. DIANE ARBUS E LE SUE FOTOGRAFIE
4.1 Biografia di Diane Arbus …………………………... pag. 15
4.2 Jewish Giant at Home with his Parents in the Bronx, NY,
1970................................................................................... pag. 17
4.3 Altre fotografie famose di Diane Arbus...................... pag. 18
-Conclusioni-
• ............................................................................ pag.20
-Bibliografia-
• ............................................................................ pag. 21 2
-INTRODUZIONE-
Ritmi incalzanti, alti palazzi, vendita di modelli da seguire senza alcuno
sforzo mentale, bellezza e cultura solo per chi ha gli strumenti per poterla
avvicinare, incontri con lingue e colori provenienti da tutto il mondo,
ossessione e paura di uomini e donne sempre più terrorizzati dall'incontro
con persone diverse.
Questa è la mia città, appiattita, mono dimensionale, vista in superficie,
nella corsa quotidiana in cui non ci si può fermare senza essere travolti,
vista nella rassegnazione e solitudine dei suoi cittadini, città infame, da
odiare, ricca di contraddizioni, le stesse che la rendono così amabile; perché
fermandosi si riesce a cogliere qualche sorriso, un barlume di speranza,
piccole oasi dove potersi dissetare, per le quali vale la pena continuare il
proprio cammino.
E' questa visione della città in cui vivo ad avermi spinto ad affrontare una
tesina sull'incontro con l'altro, la mia intenzione è dunque quella di
comprendere quali siano i meccanismi che bloccano ed irrigidiscono
l'incontro tra due soggetti differenti. Per comprendere da dove nasca la
paura dell'altro, e quali siano le cause che la scatenano, ho intrapreso la
lettura di un libro di Z. Bauman, “La società dell'incertezza”, il quale verrà
citato in seguito. Successivamente ho deciso di analizzare l'incontro con
l'altro attraverso due racconti: il primo, di F. Brown, “Sentinella”, e il
secondo, di M. Shelley, “Frankenstein or the Modern Prometheus”, i quali
rivelano quanto il pregiudizio possa cadere in errore, e precludere
l'incontro, che a mio avviso è anche arricchimento.
In chiusura ho raccontato la storia di Diane Arbus (1923-1971), una
fotografa che tra il '50 e il '70 si è soffermata sui temi della diversità,
legandosi al mondo dei “freaks”; nelle sue fotografie ritrae uomini e donne
affette da visibili malformazioni o anomalie, il suo tentativo è quello di
sorvolare il fattore “esteriorità” per rivelare una dimensione più naturale ed
intima dei soggetti. 3
PARTE PRIMA
IDENTITA’ NELL’ERA POSTMODERNA
"Conoscere gli altri è saggezza. Conoscere se stessi è saggezza superiore"
(Lao Tzu, VI sec a.C, fondatore del Taoismo) 4
CAPITOLO I
L'UOMO CONTEMPORANEO NELLA SOCIETA'
DELL'INCERTEZZA
E' difficile fare un'analisi della società, in quanto si tratta di un sistema complesso, dotato di
molteplici sfaccettature, ognuna delle quali promuove differenti punti di vista.
Un buon osservatore dovrebbe, credo, volgere lo sguardo al particolare, consapevole della
parzialità della propria posizione, ma aperto alla totalità che è sempre maggiore della somma
delle sue parti.
Per me non è stato facile affrontare questi argomenti perché, per quanto io sia un
microscopico puntino nell'immenso sistema sociale, vivo ogni giorno parte delle
contraddizioni prodotte dalla mia società, e documentarmi su queste ha suscitato in me
curiosità e consapevolezza oltre ad un atteggiamento più critico verso giudizi semplicistici
che vorrebbero etichettare in slogan l’uomo e le sue scelte.
Io stesso sono parte della società dell'incertezza in cui è molto difficile orientarsi. Vivo in una
società caratterizzata dalla solitudine del cittadino, in cui è evidente la perdita di punti di
riferimento comuni che in passato avevano guidato l’identità culturale, etica, sociale,
religiosa. A partire dal 1600 è iniziato quel lento processo definito dalla storiografia
modernizzazione e che ha visto i moderni stati occidentali (Europa prima, Stati uniti,
Australia in seguito ) protagonisti di quei grandi cambiamenti che dalla secolarizzazione alle
grandi rivoluzioni, dalle ideologie al nichilismo, ci ha profondamente segnato.
Emerge la necessità di una ricerca personale che interroghi ponendo domande e cercando
possibili risposte, attraverso esperienze che allarghino l’orizzonte culturale per comprendere
questa complessità crescente.
Il piano posto è quello del relativismo culturale che superi l’etnocentrismo e aiuti ciascuno ad
orientarsi nel difficile cammino dell'esistenza.
Ho cercato quindi di illustrare alcune caratteristiche peculiari dei comportamenti e delle
strategie adottate dagli individui della società contemporanea, assunte in quella che viene
comunemente chiamata "epoca della globalizzazione” grazie allo sviluppo tecnologico che
con i nuovi media ha reso possibile il “villaggio globale” (McLhuan)
Ho cercato di mostrare e spiegare i nuovi significati che l'immagine dell'altro, ovvero colui
che è diverso da noi, acquisisce in uno scenario così frammentato, in cui la perdita di punti di
riferimento viene compensata da strategie in cui i diversi rivestono un ruolo importante e
ambiguo.
Oggi, in un mondo in cui il nemico non ha più un volto, gli estranei divengono l'incarnazione
stessa dell'insicurezza. In questa situazione gran parte del mondo occidentale, anziché cercare
di risolvere molti problemi legati alla non accettazione del diverso, attraverso modelli
d'integrazione, impiega molte risorse nello sforzo di tenere i diversi fuori dalla propria sfera
sociale, politica e culturale. Per questa operazione si serve della paura, un sentimento atavico,
sentinella della propria sopravvivenza .
1.2 - Da dove nasce la paura?
La cultura moderna vede nell’individualismo, la razionalità, e la libertà concetti chiave della
propria identità.
La persona è caratterizzata dalla sua individualità, il cui valore è dato dalla sua assoluta
irripetibilità. Non siamo al servizio della società ma è la società che deve riconoscerci, 5
proteggerci, tutelarci. Si apre il dibattito sui diritti inalienabili dell’uomo, la discussione è
laica e cerca nuove radici per ancorare i comportamenti ad un piano dei valori universalmente
riconosciuti.
La razionalità è mitizzata, sigillo dell’umanità, è su questa che viene legittimato il diritto
naturale alla libertà. (si diventa maggiorenni, padroni della propria libertà, a 18 anni in base
alla capacità d’intendere e di volere)
Questa libertà si delinea in "Libertà di scelta" e l'autonomia a valore prioritario.
Ogni possibilità assume pari dignità, l’uomo non è dunque determinabile dall’esterno, ma a
lui il “potere” di determinarsi, ogni scelta risulta equivalente, segue la paura.
Le società entrano in crisi e la globalizzazione, ricca, rassicurante, aperta alle merci mostra il
lato “oscuro” verso l’umanità in cammino.
Mondi diversi si incontrano, e l’etnocentrismo si rivela presente. Il relativismo culturale che
caratterizza l’individuo moderno non pare esteso alla sua dimensione sociale.
Il senso di appartenenza tende a irrigidirsi e soprattutto in situazioni di crisi economica-
sociale si attuano i meccanismi di lettura psicodinamica legati al fenomeno del capro
espiatorio.
La paura si sposta dal piano esistenziale a quello sociale. E’ un percorso semplice, basta il
passaggio dagli stereotipi (stereos=rigido, typos=modello) presenti in ogni cultura come
schemi semplificatori della realtà, ai pregiudizi (giudizi precedenti l’esperienza), che
soprattutto in termini razziali, androcentrici, etnocentrici, determinano distanze sociali che
compromettono gli incontri, prerequisiti della conoscenza e del superamento degli stereotipi
stessi.
Scoprire, dunque, da dove la paura abbia realmente origine richiede un grosso sforzo, e chi si
trova dominato da sfiducia e rassegnazione spesso intraprende la via più semplice: ossia
lasciarsi ossessionare da paure momentanee, ed inventare nemici ad hoc, sentendosi in tal
modo ancora in grado di poter difendere la propria integrità e dominare una realtà che
altrimenti sembrerebbe inspiegabile.
A dominare è la paura e la sfiducia verso il prossimo, l'altro da sé, e dal momento che gli
individui si sentono minacciati, tendono ad instaurare relazioni volte soprattutto ad una difesa
delle identità, che così riacquistano vigore attraverso l'opposizione senza confronto a ciò che
non è ordinario.
"Assistiamo a nuove richieste di differenziazione che si basano su una tradizione
recentemente costruita e storicamente giustificabile. E' il caso di gruppi che si presentano
come minoranze interne, ma che in precedenza non erano considerate come tali."
Si tratta di una sorta di tattica per riaggregare delle identità disperse, aiutando l'unione tra
persone e gruppi che altrimenti avrebbero poco a che fare gli uni con gli altri.
La percezione dell'incertezza sta subendo una progressiva escalation, accelerata dal
progressivo disfacimento della maggior parte delle strutture sociali, (famiglia, scuola, politica,
tempo libero, strutture religiose..) attraverso le quali gli individui costruivano una definizione
di sé e davano significato a ciò che li circondava.
La società non risponde più ai bisogni semplificabili in base a tre nodi
La sicurezza esistenziale, cioè la valutazione del mondo e di tutto ciò che si apprende
•
attraverso la socializzazione, che fornisce valori, comportamenti e orientamenti culturali presi
come modello indubbio e naturale.
La certezza, che guida decisioni e scelte, e attraverso la quale si è sicuri che la direzione
•
che si è presa nella vita è quella giusta.
La sicurezza personale, ovvero la convinzione di essere al sicuro da nemici di ogni tipo,
•
i quali potrebbero minacciare la nostra sicurezza esistenziale.
"Cio' che a qualcuno sembra resina vischiosa, per altri può essere fresca, gradevole acqua di
mare. E la più pura delle acque può rappresentare un elemento soggiogante per una persona 6
che non conosce l'arte del nuotare, ma anche per una persona troppo debole per sfidare la
potenza degli elementi, per chi non riesce all'impeto del torrente, per chi non è in grado di