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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: un viaggio chiamato amore

Autore: Valentini Federica

Descrizione: l'amore è il denominatore comune capace di legare insieme artisti, scienziati,poeti e filosofi

Materie trattate: Letteratura Italiana, Letteratura Inglese, Storia Dell'arte, Letteratura Latina, Filosofia

Area: umanistica

Sommario: italiano, carteggio tra Dino Campana e Sibilla Aleramo. Inglese, William Wordsworth, "Daffodils". storia dell'arte, Antonio Canova, "Amore e Psiche". latino, Apuleio, "Metamorosi". Filosofia, Friedrich Nietzsche, "Ecce Homo".

Estratto del documento

Tesina di Valentini Federica

Classe V° G

Esame di Stato 2008/2009

Approfondendo la conoscenza della vita e del pensiero delle più importanti personalità affrontate

nel corso di questo anno scolastico, ho potuto constatare che esiste un denominatore comune che

collega poeti, artisti, filosofi e scienziati. Questo elemento comune è l’amore, concepito sia tra

uomo e donna, sia come amore per un ideale, per un oggetto, o per la conoscenza, per la verità e per

la scienza. L’amore può essere più o meno intenso, “eterno” o non, ma è comunque un moto

dell’animo che porta l’individuo a migliorarsi e a tendere verso la perfezione. Questo desiderio è la

spinta che ho ritrovato nell’esaminare i personaggi che mi hanno colpito e che ho descritto in questa

tesina. Dino Campana _ amore tormentato

William Worthsworth _ amore per la natura

Antonio Canova _ amore mitologico Nietzsche _ amor fati

I T I A

A N

L O In un momento

Sono sfiorite le rose

I petali caduti

Perché io non potevo dimenticare le rose

Le cercavamo insieme

Abbiamo trovato delle rose

Erano le sue rose erano le mie rose

Questo viaggio chiamavamo amore

Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose

Che brillavano un momento al sole del mattino

Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi

Le rose che non erano le nostre rose

Le mie rose le sue rose. Chiudo il tuo libro,

Dino Campana a Sibilla Aleramo, 1917 snodo le mie trecce,

o cuor selvaggio,

musico cuore…

con la tua vita intera

sei nei miei canti

come un addio a me.

Smarrivamo gli occhi negli stessi cieli,

meravigliati e violenti con stesso ritmo andavamo,

liberi singhiozzando, senza mai vederci,

né mai saperci, con notturni occhi.

Or nei tuoi canti

la tua vita intera

è come un addio a me.

Cuor selvaggio,

musico cuore,

chiudo il tuo libro,

le mie trecce snodo.

Sibilla Aleramo a Dino Campana, 1916

È tutta compresa tra queste due poesie il tumultuoso carteggio tra le due personalità della letteratura italiana che operano

nel primo quindicennio del novecento: Dino Campana e Sibilla Aleramo.

Dino Campana è il poeta maledetto noto per aver composto i “Canti Orfici”, denominati così proprio ad indicare la potenza

espressiva della parola. Grazie a questa pubblicazione del 1914 che Sibilla Aleramo, la donna più bella d’Italia e nota per

aver scritto “Una donna”, rimane affascinata da questa personalità. È così che inizia il carteggio tra i due che

successivamente si incontrarono e scoppiò l’amore, vissuto tra passione, tormento, separazione e riappacificazioni dal

1916 al 1918. Lui aveva 31 anni e lei 40. Il motivo di questo amore tormentato era dovuto principalmente alla nevrastenia

di Dino che lo portava lo stesso giorno ad essere, nei confronti di Sibilla, romantico, passionale e subito dopo violento.

Fu proprio lei a rompere il doloroso viaggio chiamato amore quando ormai Dino stava per essere internato definitivamente

in manicomio. Sibilla fu l’unico amore di Dino; i due si amarono molto nonostante tutto. Tuttavia Sibilla non riuscì mai a

scrivere una sola parola di questo amore. L’unica testimonianza, perciò, è data da questo carteggio pubblicato nel libro

“Un viaggio chiamato amore”. L E

T

T E

R A

T U

R A I

N

G L E

S

E

I wandered lonely as a cloud

That floats on high o’er vales and hills,

When all at once I saw a crowd,

A host, of golden daffodils:

Beside the lake, beneath the trees,

Fluttering and dancing in the breeze.

Continuous as the stars that shine

And twinkle on the milky way,

They stretched in never-ending line

Along the margin of a bay:

Ten thousand saw I at a glance,

Tossing their heads in sprightly dance.

The waves beside them danced; but they

Outdid the sparkling waves in glee;

A poet could not but be gay,

In such a jocund company;

I gazed – and gazed – but little thought

What wealth the show to me had brought:

For oft, when on my couch I lie

In vacant or in pensive mood,

They flash upon that inward eye

Which is the bliss of solitude;

And then my heart with pleasure fills,

And dances with the daffodils.

“Daffodils”_ The Lyrical Ballads

William Wordsworth belonged to the first generation of Romantic poets and he didn’t wont to follow the

poetic diction.

He was interested in the relationship between the natural world and the human consciousness. Man and

nature are inseparable: nature comforts the man in sorrow, it is a source of pleasure and joy, it teaches

man to love.

The role of imagination is very important because it transforms nature with the divine.

All genuine poetry takes its origin from emotion recollected in tranquility. An example of his aspect of

Wordsworth’s poetry is “Daffodils”, his most famous poem. In it the poet describes his experience.

He’s walking alone near the lake and he sees everything through his inward eye: the poet can remember

the sensations of joy and freedom that he felt while walking and watching the golden daffodils.

Wordsworth gives life to the flowers through the personification.

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