Ancora sui banner pubblicitari

Non voglio aggiungere un mio intervento alla lista delle lagnanze, ma mi rivolgo agli inserzionisti che comprano questi spazi - e mi riferisco sia alla finestrella a sinistra che copre quello che uno sta leggendo o scrivendo, sia alla finestra in alto che fa sì che il punto su cui si sta per cliccare saltelli avanti e indietro come per scappare dal mouse - ma, dico, pensano davvero di ricavare qualche utile? Non pensano di essere invece mandati a (sostituire quel che si preferisce) dal 99,99% degli utenti?

Sì, che lo sanno ma, checché tu ne pensi, funziona. Perché lavorano sulla quantità. Se ci pensi funziona così anche con i centri commerciali: basso (bassissimo margine), alti volumi.
Inoltre tieni conto che l'inserzionista, con queste modalità ovvero pubblicità venduta indirettamente all'editore tramite Google o chi per esso, non sa dove finirà e come verrà proposta la sua inserzione pubblicitaria; ha solo la garanzia (fino a un certo punto) di quanta sarà l'audience e soprattutto che il target non sarà casuale ma selezionato (in un certo grado, più o meno alto).

Cordialmente, Alex

P.S.: se Google è diventata una macchina da soldi non è (solo) per il motore di ricerca, quello è stato il punto di partenza.
Trovare il "modello di business" (come si dice al giorno d'oggi) sul web e con siti (e applicazioni basate su) web è il dilemma di chi lavora in questo mondo.
E si sta arrivando (o si è già arrivati?) al paradosso che uno non vende i suoi prodotti ma li regala, basta che "clicchi" sul suo sito perché guadagna di più con la pubblicità che con la vendita del prodotto.
Per non parlare dei vari "influencer", "testimonial", ecc. su Twitter, Instagram, ecc.