Discussioni su argomenti di Fisica, Fisica Matematica, Astronomia e applicazioni della Fisica

Regole del forum

Consulta il nostro regolamento e la guida per scrivere le formule
Rispondi al messaggio

Re: Come è possibile definire il lavoro della forza d'attrito?

25/04/2017, 13:40

Non capisco perché incaponirsi con la dipendenza dal tempo. Se conosci la traiettoria (ed il verso di percorrenza), allora in un suo dato punto il vettore forza è completamente determinato. Se ripassi nello stesso punto seguendo la stessa traiettoria ( e verso) l'attrito sarà lo stesso. La dipendenza dal tempo che consideri tu non è una dipendenza esplicita, ma implicita attraverso la legge oraria, quindi del tutto ininfluente a mio avviso.

Re: Come è possibile definire il lavoro della forza d'attrito?

25/04/2017, 14:01

mathbells ha scritto: Se conosci la traiettoria (ed il verso di percorrenza), allora in un suo dato punto il vettore forza è completamente determinato.


Click sull'immagine per visualizzare l'originale

Immagine

Supponiamo che la traiettoria sia quella della foto e che il corpo la percorra andando da A fino a C. Nel punto B il corpo ci passa due volte, ma la forza di attrito è diversa ogni volta. Eppure sono date la traiettoria e il verso di percorrenza, per cui secondo me la dipendenza dal tempo è necessaria. C'è qualcosa che mi sfugge?

Re: Come è possibile definire il lavoro della forza d'attrito?

25/04/2017, 17:36

Capisco cosa intendi, ma comunque non vedo ambiguità: nel primo e nel secondo passaggio la forza di attrito è ben definita. Credo che il modo più semplice per risolvere la questione è osservare che siccome l'attrito è sempre tangente e opposto al moto, per calcolare il lavoro basta moltiplicare il modulo dell'attrito per la lunghezza della curva (e mettere un segno meno). In ogni caso, la parametrizzazione della curva con il tempo mi sembra una complicazione inutile.

Re: Come è possibile definire il lavoro della forza d'attrito?

25/04/2017, 18:13

mathbells ha scritto:Capisco cosa intendi, ma comunque non vedo ambiguità: nel primo e nel secondo passaggio la forza di attrito è ben definita.


Sicuramente è ben definita, ma non può essere scritta come funzione dello spazio! E quindi che integrale di linea calcoli?

per calcolare il lavoro basta moltiplicare il modulo dell'attrito per la lunghezza della curva (e mettere un segno meno).


E come giustifichi questo risultato in maniera matematicamente rigorosa senza scrivere la forza in funzione del tempo?
In quest'ultimo caso io scriverei (sempre assumendo che sia giustificato poter scrivere il lavoro nel modo che ho specificato nel mio post precedente), definendo $u(t)=\frac{\gamma '(t)}{||\gamma '(t)||} $ (ossia come il versore tangente) e $c$ come prima,

$$L=\int_{a}^{b} F(t)\cdot \gamma '(t) dt=c\int_{a}^{b} u(t) \cdot \gamma '(t) dt=c\int_{a}^{b} ||\gamma '(t)||dt=c\cdot lunghezza(Im \gamma)$$

La terza uguaglianza è giustificata dal fatto che $\gamma '(t) $ e $u(t)$ sono paralleli, e quindi il loro prodotto scalare è il prodotto dei loro moduli, mentre l'ultima è una formula che si dimostra indipendentemente.

Tu come scriveresti $F$ se non in funzione del tempo? Come procederesti nella dimostrazione? (parlo di una dimostrazione formale, non discorsiva, euristica o comunque approssimativa)

In ogni caso, la parametrizzazione della curva con il tempo mi sembra una complicazione inutile.


Non capisco perché dovrebbe essere una complicazione se nella definizione stessa di integrale di linea si chiama in causa una parametrizzazione...

Grazie in ogni caso per la pazienza :-)

25/04/2017, 19:06

@ siddy98
Hai una qualche nozione di meccanica razionale? Se consideri un corpo puntiforme di massa $m$ soggetto alla forza peso e vincolato a muoversi su una guida circolare verticale scabra di raggio $r$ e coefficiente di attrito dinamico $\mu_d$, è possibile scrivere l'equazione differenziale che ne governa l'evoluzione temporale senza rinunciare a definire il lavoro come la circuitazione della forza, campo o non campo che sia. Poiché il corpo puntiforme può trovarsi nello stesso punto della guida in istanti diversi, soggetto, di volta in volta, a forze di attrito diverse, il problema proposto rappresenta un esempio concreto in cui cimentarsi. Anche se, purtroppo, lo studio è reso complicato dal dover considerare il coefficiente di attrito statico $\mu_s$ in relazione alla possibilità che il corpo, invece di invertire il verso del moto, rimanga fermo.
Ultima modifica di anonymous_0b37e9 il 26/04/2017, 07:01, modificato 5 volte in totale.

Re:

25/04/2017, 19:32

anonymous_0b37e9 ha scritto:Hai una qualche nozione di meccanica razionale?


No, sono alle prese con Fisica 1.

25/04/2017, 19:39

Senza entrare nel dettaglio, il problema proposto si risolve determinando il lavoro della forza di attrito incognita in funzione di $\theta(t)$ e $dot\theta(t)$. Solo dopo aver determinato $\theta(t)$, integrando l'equazione del moto, è possibile calcolare esplicitamente il lavoro della forza di attrito sostituendo la soluzione e parametrizzando in funzione del tempo (si tratta comunque della circuitazione di una forza). Il tuo ultimo messaggio mi sembra più che pertinente.

Re: Come è possibile definire il lavoro della forza d'attrito?

27/04/2017, 13:47

siddy98 ha scritto:
mathbells ha scritto:Capisco cosa intendi, ma comunque non vedo ambiguità: nel primo e nel secondo passaggio la forza di attrito è ben definita.


Sicuramente è ben definita, ma non può essere scritta come funzione dello spazio! E quindi che integrale di linea calcoli?

per calcolare il lavoro basta moltiplicare il modulo dell'attrito per la lunghezza della curva (e mettere un segno meno).


E come giustifichi questo risultato in maniera matematicamente rigorosa senza scrivere la forza in funzione del tempo?


Provo a rispondere, riprendendo i calcoli fatti da te più sopra (cambio un po' la notazione). Sia $\gamma$ la traiettoria del punto e $\vec A=mg\mu_D\hat a$ la forza di attrito, dove $\hat a$ è il versore tangente alla traiettoria, orientato nel verso del moto. Allora il lavoro $L$ si scrive
\(\displaystyle L=\int_{\gamma}\vec A\cdot d\vec r=-mg\mu_D\int_\gamma\hat a\cdot d\vec r \)

Ora, il versore \(\displaystyle \hat a \) è in realtà una funzione del punto $\vec r$ dello spazio, quindi è \(\displaystyle \hat a (\vec r) \) e tu, giustamente, osservi che \(\displaystyle \hat a (\vec r) \) non è una funzione ben definita nel caso di traiettoria intrecciata, poiché nel punto di "intreccio" tale funzione è palindroma (ha due valori diversi) e quindi di fatto non è una funzione. Per risolvere il problema, proponi di parametrizzare con il tempo in modo che la funzione \(\displaystyle \hat a (t) \) è ora ben definita. Su questo sono d'accordo con te. Anzi, dirò di più e cioè che anche \(\displaystyle d\vec r \) non è ben definito nel punto di intreccio. Io, però, mi chiedo due cose:
1) è davvero necessario parametrizzare?
Osservo che il prodotto scalare \(\displaystyle \hat a\cdot d\vec r \) è in ogni punto pari a $dr$ poiché il versore e l'elemento infinitesimo di traiettoria sono sempre paralleli (anche nel punto di intreccio) e quindi, sappiamo già a priori che, qualunque sia la parametrizzazione, si avrà
\(\displaystyle \int_\gamma\hat a\cdot d\vec r=\int_\gamma dr \)
e l'ultimo integrale è per definizione la lunghezza di $\gamma$. Dunque: a che serve parametrizzare? Per rigore matematico? Credo che sia inutile poiché il risultato del calcolo non dipende dalla parametrizzazione, tanto più che che sappiamo già quale sarà il risultato

2) ammesso che sia necessario parametrizzare, mi lascia perplesso la scelta di parametrizzare con il tempo, poiché in tal caso sarebbe necessario conoscere la legge oraria del moto, cosa che invece è inutile poiché il lavoro fatto dall'attrito non dipende certo dalla legge oraria con cui la traiettoria viene percorsa. Parametrizzare con il tempo quindi è una richiesta pesante ma anche del tutto non necessaria. Proprio perché il risultato non dipende dalla parametrizzazione di $\gamma$, è allora preferibile scegliere un qualsiasi altro parametro che renda matematicamente più semplice la parametrizzazione stessa (ad esempio, nel caso di una traiettoria circolare percorsa con una legge oraria complicata, si potrebbe sempre scegliere la parametrizzazione temporale che si avrebbe nel caso del moto circolare uniforme, che è molto semplice).

In conclusione, sono d'accordo con te che se vuoi a tutti i costi esplicitare il versore tangente alla traiettoria come funzione, allora non si può scegliere come variabile indipendente il punto dello spazio, ma è necessario un parametro. Non sono d'accordo, però, nello scegliere il tempo come parametro (nel senso di usare la reale legge oraria) poiché ciò sarebbe, in generale, inutilmente complicato e quindi è meglio prendere un qualsiasi altro parametro. Rimango comunque dell'idea che non sia necessario parametrizzare, ma magari mi sbaglio... :-D

27/04/2017, 17:36

A proposito dell'esempio che ho proposto, senza adottare il formalismo lagrangiano e limitandosi a considerare, per semplicità, il caso in cui $[-\pi/2 lt \theta lt \pi/2]$:

Immagine

$[veca=rddot\thetavect+rdot\theta^2vecn]$

$[vecP=-mgsin\thetavect-mgcos\thetavecn] ^^ [vecR=Rvecn] ^^ [vec(F_a)=-\mu_dRsign[dot\theta]vect]$

$[mrddot\thetavect+mrdot\theta^2vecn=-mgsin\thetavect-mgcos\thetavecn+Rvecn-\mu_dRsign[dot\theta]vect] rarr$

$rarr [mrddot\theta=-mgsin\theta-\mu_dRsign[dot\theta]] ^^ [mrdot\theta^2=-mgcos\theta+R]$

$[R=mrdot\theta^2+mgcos\theta] rarr [mrddot\theta=-mgsin\theta-\mu_d(mrdot\theta^2+mgcos\theta)sign[dot\theta]]$

In definitiva, per l'equazione differenziale del moto:

$ddot\theta=-g/rsin\theta-\mu_d(dot\theta^2+g/rcos\theta)sign[dot\theta]$

In generale:

$L[vec(F_a)]=\int_(t_1)^(t_2)-\mu_dmr^2dot\theta(dot\theta^2+g/rcos\theta)sign[dot\theta]dt$

Limitandosi, per semplicità, a calcolare il lavoro della forza di attrito in una fase di moto antiorario:

$[dot\theta gt 0] rarr [L[vec(F_a)]=\int_(t_1)^(t_2)-\mu_dmr^2dot\theta(dot\theta^2+g/rcos\theta)dt]$

Insomma, si è naturalmente condotti a calcolare una circuitazione parametrizzando in funzione del tempo.

@ mathbells
Ciao. Non ho ben compreso come intendi semplificare il calcolo dell'integrale di cui sopra utilizzando un parametro diverso dal tempo. Sempre che ti stessi riferendo al caso generale e non solo a un caso riconducibile a quello proposto da siddy98, nel quale, per ovvi motivi, l'integrale medesimo nemmeno è necessario.

Re: Come è possibile definire il lavoro della forza d'attrito?

27/04/2017, 18:06

Comunque, i libri di fisica propongono sempre quella definizione per il lavoro perché in fisica "avanzata" non esistono forze di attrito, né tantomeno forze in generale, ma solo campi in genere sempre conservativi (e anche se non lo sono, si trova il modo di renderli tali). Bella la vita così.
Rispondi al messaggio


Skuola.net News è una testata giornalistica iscritta al Registro degli Operatori della Comunicazione.
Registrazione: n° 20792 del 23/12/2010.
©2000— Skuola Network s.r.l. Tutti i diritti riservati. — P.I. 10404470014.