Detto francamente, già così stiamo inguaiati… Figurati se immettono in cattedra gente che ne sa anche meno.
La questione si risolverebbe in maniera migliore rendendo più “appetibile” la professione di docente.
Non si può pretendere che i “migliori” scelgano di diventare docenti quando altri lavori “rendono” di più, sia sul piano puramente economico (stipendi maggiori, prospettive di carriera, etc…) sia sul piano personale (mobilità e flessibilità maggiore, possibilità di realizzare progetti propri, internazionalizzazione, etc…), sono meno faticosi
1 e si svolgono in sedi (per lo più) attrezzate degnamente allo scopo.
Insomma, finché lo stipendio di entrata e possibilità di carriera per un docente di Matematica che (come me, ad esempio) ha titoli accademici seri saranno uguali a quelli di uno che si è laureato con 66, finché non avrà un posto proprio dove rimanere a lavorare quando serve, finché non riuscirà a realizzare qualche progetto che ha in mente e che lo metterebbe in gioco intellettualmente, sarà molto difficile che la scuola cominci di nuovo ad attrarre personale seriamente preparato.
Questo l’hanno capito bene al nord, in cui hanno una carenza sistematica di insegnanti proprio perché il mondo del lavoro alternativo alla professione insegnante (ad esempio, l’impresa) è -grossomodo- “vitale” ed attrae personale più di quanto non faccia la scuola; questo problema si pone meno al sud, in cui il mondo dell’impresa è meno “vitale” (quando pure esiste).
Ma la soluzione proposta dai governatori di Lombardia e Veneto (soprattutto) è ridicola, nonché fondamentalmente egoistica e non fondata su principi di uguaglianza… Ma d’altra parte li posso capire: se aumentassero gli stipendi su base nazionale, i docenti del sud comunque cercherebbero prioritariamente posto al sud e non si trasferirebbero al nord (men che meno nel nord-est), dunque il problema si presenterebbe uguale.
2Ulteriori provvedimenti che non si basino su investimenti massicci nel sistema di istruzione saranno palliativi momentanei, ma lontani da dare una soluzione definitiva al problema.
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)