@ tutti: In realtà non è affatto vero che "un libro del genere sarebbe enorme".
Ad esempio, i due testi di Giusti,
Analisi Matematica I ed
Analisi Matematica II, nell'edizione pre-riforma avevano appendici storiche "importanti" e non erano affatto più voluminosi di qualsiasi altro testo coevo di Analisi Matematica.
Inoltre, noto che lo studente universitario (ma in realtà lo studente di ogni ordine e grado) non è affatto obbligato a studiare solo ciò che è presentato sul/i testo/i consigliato/i dal docente; può, anzi,
deve sempre approfondire per conto suo gli argomenti che più lo stuzzicano, leggendo ciò che gli pare opportuno...
Ad esempio: se lo studente è interessato la Storia della Matematica, si vada a recuperare libri che ne parlino (di Giusti ho già detto; poi c'è il Boyer, il Kline, etc...) e li legga; se è interessato agli sviluppi dell'Analisi o dell'Algebra, piuttosto che della Geometria Moderna, si vada a prendere un libro di Analisi, o Algebra ovvero Geometria avanzata e lo legga.
D'altra parte, devo ammettere che sono pochini
* i docenti che si preoccupano di raccontare (anche per sommi capi) durante le lezioni la storia di una definizione o lo sviluppo storico di un concetto astratto; ciò, secondo me, è una gravissima carenza dovuta in parte alla riduzione dei vecchi corsi annuali a corsi semestrali, in parte ad un'ignoranza un po' diffusa della Storia della Matematica ed in parte al modo sbagliato con cui docenti e studenti "vivono" i corsi semestrali dei nuovi ordinamenti (ancora, a dieci anni dalla riforma).
@ lucillina:
lucillina ha scritto:Sarebbe impossibile che in ogni corso di analisi, algebra, geometria... si possa fare uno studio del genere!
Non sarebbe impossibile.
Ci vogliono cinque minuti per affiancare alla dimostrazione della regola di derivazione del prodotto (ad esempio) un bell'aneddoto sul fatto che anche Leibniz, uno dei padri del Calcolo, all'inizio sbagliava a derivare i prodotti scrivendo \((f\ g)^\prime =f^\prime\ g^\prime\) anziché \((f\ g)^\prime =f^\prime\ g+f\ g^\prime\)...
Una cosa del genere stimola e diverte gli studenti (facendo loro capire che
1 la Matematica non nasce così bella e pulita come si presenta nei corsi universitari, e che
2 anche i "grandi" commettono errori banali) ed aiuta loro a fargli entrare in testa la
regola del prodotto.
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* Secondo la mia esperienza, ovviamente.
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)