Dopo l'ennesima citazione del manuale di Giovanni Prodi in questo forum, mi sono incuriosito e sono andato a vedere chi fosse il fratello del più rinomato Romano. Fra biografie ed altro sono inciampato su un'intervista, che Salvatore Coen fece a Prodi nel 2000, in cui si toccano matematica, ricordi storici e aneddoti ma soprattutto tanta didattica, o per meglio dire la concezione che ha della didattica un uomo che ne è stato protagonista per decenni.
Aldilà dei temi trattati (che presumibilmente saranno tema di discussione), si apprezza immediatamente l'eleganza e la chiarezza dei ragionamenti di un uomo di spiccata cultura, che rende la lettura un piacere anche per chi magari non è particolarmente interessato a queste tematiche.
http://www.bdim.eu/item?fmt=pdf&id=BUMI ... 3A_2_147_0
Prendendo spunto dall'intervista e in particolare dal richiamo che Prodi fece ad una riforma che giudicava ideale (ma che rimase sulla carta) a cui contribuì anche il grande De Finetti, sono andato a cercare cosa il nostro logico pensasse sulla didattica della matematica. Il risultato è stato sorprendente:
http://www.brunodefinetti.it/Opere/deficienti.pdf
Il tono è (secondo me) volutamente iperbolico e la critica va colta più nella sua essenza e non letteralmente (non si possono insegnare le curve periodiche alla scuola materna!). Inoltre, il tutto va letto nella prospettiva storica: da allora di passi avanti ne sono stati fatti per rendere più interdisciplinari le materie ma il succo lo condivido in toto.
Metto a parte un suo articolo citato ripetutamente dallo stesso De Finetti:"Tre personaggi della matematica" (dedicato a $i$, $pi$ ed $e$)
https://archive.org/details/lescienze-039/page/n37