Salve,
io sono soltanto uno studente e non so se sia la sezione più adatta, nel caso mi scuso. Scrivo in questa sezione poiché mi sono spesso domandato come si può insegnare la matematica alle persone che sono affette da cecità fin dalla nascita. Almeno per me il pensiero matematico è molto legato ad un pensiero spaziale-visivo (passatemi il termine), forse è perché ho una memoria prettamente visiva, e onestamente non so se sia spesso il caso che la matematica è legata ad un pensiero visivo.
Per quanto riguarda il livello di superiori/liceo anche quando si tratta solo di calcolo ad esempio per risolvere un integrale o più banalmente un equazione avere la "visione totale" immediata dell'espressione dà informazioni utili alle strategie da utilizzare. Per calcolare un limite immaginarsi a grandi linee il grafico può guidarti nella giusta direzione e capire se quello che hai ottenuto ha un senso. La geometria, trigonometria mi riesce difficile pensarla senza "immagini mentali".
È ancora più marcato, trovo, a livello universitario quando magari un solo simbolo racchiude un significato molto denso di informazione. Analisi complessa, analisi vettoriale, topologia, geometria, algebra, probabilità sono solo alcuni dei corsi che senza un pensiero spaziale-visivo io non sarei in grado di fare.
In definitiva sarei curioso di capire
-Il pensiero matematico è legato al pensiero spaziale-visivo oppure non necessariamente?
-Con quali metodi viene insegnata la matematica alle persone non vedenti?
-Vi sono matematici non vedenti dalla nascita?
Grazie per il vostro tempo.