nestor ha scritto:se è questa seconda interpretazione va in effetti dimostrato.
Cosa va dimostrato?
nestor ha scritto:se è questa seconda interpretazione va in effetti dimostrato.
no esatto, non ho ancora provato. Perché prima volevo capire se avessi ben formulato e capito il problema. Cosa di cui non ero assolutamente sicuro.Hai provato?
così è corretto? se è in questi termini ci provo a dimostrare1, ovviamente!$A={w∈W : ∃v∈V t.c. f(v)=w}$ si legge
a)"un elemento b è in A se e solo se esiste v tale che b=f(v)"
mentre B no, scrivere: $B={f(v) : v∈V}$ vuol dire due cose assieme:
1) Per ogni b∈B esiste v∈V tale che b=f(v)
2) Per ogni v∈V si ha f(v)∈B
Si dimostri che le due formulazioni sono equivalenti: a <=> 1+2
Ho provato a fare la dimostrazione ma non riesco, o meglio, riesco ma solo a patto che a priori io già sappia che gli insiemi A e B sono A=B, si veda nel seguito del post.D'altra parte dimostrare l'equivalenza tra (a) e (1)+(2) è facile. Hai provato?
$A={w∈W : ∃v∈V t.c. f(v)=w}$ si legge
a)"un elemento b è in A se e solo se esiste v tale che b=f(v)"
mentre scrivere: $A={f(v) : v∈V}$ vuol dire due cose assieme:
1) Per ogni b∈A esiste v∈V tale che b=f(v)
2) Per ogni v∈V si ha f(v)∈A
Si dimostri che le due formulazioni sono equivalenti: a <=> 1+2
non funzionerebbe più però la dimostrazione qui sotto. Quindi è come se dovessi già partire sapendo che A=B e quindi devo aver già dimostrato la doppia inclusione credo.$A={w∈W : ∃v∈V t.c. f(v)=w}$ si legge
a)"un elemento b è in A se e solo se esiste v tale che b=f(v)"
mentre B no, scrivere: $B={f(v) : v∈V}$ vuol dire due cose assieme:
1) Per ogni b∈B esiste v∈V tale che b=f(v)
2) Per ogni v∈V si ha f(v)∈B
mi ha fatto sorridere il tuo urlo disperato. Lo so hai ragione, non è che io sia molto furbo e me ne scuso, ma ormai mi sono incastrato in questo discorso e credo di doverne uscire . A me però sembra che il tuo modo di procedere non risolva il dubbio sul perché prende "per ogni a". Nei tuoi due casi elencati è un "esiste a", mentre se noti l'esercizio lavora come se fosse "per ogni a"... questo era il punto dubbio.Madoooooo e quanto la stai facendo complicata?! Manco la bibbia ci mette tanto ad arrivare agli squartamenti
Se un elemento b è della forma f(a) per qualche a, è chiaro che esiste a, tale che f(a) = b.
Viceversa, se esiste un a tale che b=f(a), allora b è della forma f(a).
posso chiederti una cosa su questo?Ma infatti ti manca da dimostrare che (a) implica 1, poi hai finito.
Non è equivalente, ma lo implica. È questo che ti serve mostrare.nestor ha scritto:Io ho messo assieme le (A <=> B)=>C, poi che C=>(A <= B), D=>(A => B) e ora (A <=> B)=>D come suggerisci, ma non è equivalente a (A <=> B)<=>(C & D).
infatti qui sfrutto la a) che dice b∈A da cui b=f(v)∈A, ma devo sapere a priori che A=B, perché altrimenti avrei b=f(v)∈A ma per avere la 2) dovrei dimostrare che f(v)∈B e qui sarei bloccato.a implica 2
Prendo un qualsiasi v∈V e definisco b=f(v), questo è fattibile per definizione di funzione che copre tutto il suo dominio che garantisce esista per ogni v un b di questo tipo. Sfrutto a questo punto la a) nella sua implicazione (<=) la quale mi garantisce che b∈A da cui b=f(v)∈A
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