Faussone ha scritto:@gabriella
È quello che cercavo di dire: Israele è alla fin fine un Paese occidentale e certamente una reazione al di là di certi limiti non dico non possa farla, ma per farla deve tirare molto la corda coi suoi alleati e questo ha dei contraccolpi notevoli, anche su Israele stesso.
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Sì, questo è vero, ma non perché è occidentale, anche un paese non occidentale, se i suoi, più potenti, alleati gli dicono di darsi una calmata, lo fa.
Se la Cina dice a un paese della sua area di influenza: 'Statte bono', quello lo fa, anche se la Cina non è occidentale e democratica.
La Cina in questo momento è probabilmente uno dei paesi più stabilizzanti, perché ha ormai interessi economici tali ovunque, a cominciare dall'Africa, che non vuole destabilizzazioni.
Credo che una delle cose più temute in caso di allargamento del conflitto sia la chiusura dello stretto di Suez.
Diciamo che è un intrico di interessi e di rapporti di forza. Anche il Qatar adv esempio è importante per una soluzione in questo momento, anche se è quello che è, perché può mediare e fare pressione su Hamas, in particolare per la liberazione degli ostaggi (e pur di salvarli è ovvio che vanno fatto patti anche con il diavolo.)
Non dico che i motivi umanitari non contano nulla, ma non ne farei monopolio dell'Occidente.
in fondo l'ONU sarà di scarsa incisività, ma ne fanno parte tanti paesi.
Oltre ai raid e l'invasione di Gaza, c'è la possibile catastrofe umanitaria se continua il blocco dei rifornimenti a Gaza: niente luce, acqua, cibo, ospedali e donne partorienti comprese, fonte ONU:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/1 ... a/7323267/
(e non è che lo dice l Fatto Quotidiano, lo scrivono e dicono tutti, a cominciare da Borrell, solo che su Il Fatto Quotidiano sono cose più in evidenza ed è facile trovare gli articoli)