Emar ha scritto:Non sono certo un esperto (ho iniziato il corso da poche settimane) ma direi che non ha senso parlare di unicità della soluzione di un'equazione ma piuttosto unicità della soluzione di un problema, che sia esso di Cauchy globale, o Cauchy ai limiti (Dirichlet, Neumann, Robin, misto, etc.).
Esatto.
D'altra parte, non ha nemmeno senso parlare di unicità delle soluzioni per un'equazione differenziale ordinaria. Infatti, se non si accoppiano alla EDO altre condizioni (e.g., condizioni iniziali, condizioni al bordo, etc...) non si riesce a determinarne un'unica soluzione.
Tanto per citare qualcosa dalla teoria base, il
teorema di unicità sotto condizione di Lipschitz vale per il problema di Cauchy, mica per l'equazione in sé!
Emar ha scritto:In ogni caso quando vai a risolvere i problemi vai sempre a considerare sovrapposizioni (serie o integrali) delle soluzioni, ma ciò non toglie che alla fine la soluzione di un problema è unica. Il metodo di separazione delle variabili ci da un metodo per trovare la famiglia delle soluzioni.
In certo modo, il metodo di separazione delle variabili fornisce qualcosa di paragonabile alle soluzioni di una EDO omogenea e la loro combinazione mediante serie a coefficienti incogniti fornisce una sorta di "integrale generale" della PDE. [Questo NON è vero formalmente, ma l'analogia è passabile.]
Spiegare perché il metodo "separazione + serie" funzioni non è immediato e bisognerebbe conoscere qualcosa della teoria di base degli spazi di Hilbert.
Inoltre, la separazione delle variabili è utile limitatamente alle equazioni ambientate in domini con "forme" particolari (i.e. rettangoli o palle, o domini che ad essi si riconducono via trasformazioni di coordinate relativamente semplici).
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)