megas_archon ha scritto:Infatti questo discorso è OT, quindi magari ne parliamo in separata sede. Solo: Zenodo, OSF, Figshare, sono repository di dati ci mancherebbe la madonna che non rendessero la vita impossibile a chi vuole pubblicarli presto rendendoli disponibili.
Per il resto, non c'è nessuna spocchia, io non ho mai avuto problemi a ospitare i paper su arXiv -lo facevo e faccio per dare un riferimento quasi universalmente accettato a cui linkare i vari paper belli (pochi) e brutti (molti) che ho scritto. Invece, in passato tu ti sei molto lamentato della selezione all'ingresso fatta da arXiv.
E sei anche, ancora, convinto che i journal siano tutti sullo stesso piano, cioè che basti pubblicare "da qualche parte" e fine. E' più complicato di così, purtroppo per tutti noi (che soffriamo questo sistema molto più dei ricercatori amatoriali). In ogni caso questo è ancora piu off topic, quindi ne parliamo un'altra volta, preoccupiamoci di ficcare nella testa di OP che non dovrebbe ascoltare la gente su internet. A parte noi, noi abbiamo ragione.
Concordo sull'OT, ho semplicemente replicato a cose scritte che reputavo solo parzialmente esatte, virgolettando un aggettivo colorato per riassumere la mia percezione del tipo di critica, non mi permetterei mai di giudicare le persone che oltretutto non conosco (qualora poi ti andasse di presentarti, giacché sembri conoscermi bene, magari riuscirei meglio a inquadrare il senso generale delle future risposte - tirando giusto a indovinare, direi che sei specializzato in teoria delle categorie... ma magari mi confondo con qualcun altro).
Giusto una parola su come si è evoluta la mia opinione sul sistema dell'endorsement di arXiv: continuo a reputarlo poco simpatico e macchinoso per chi fa ricerca in proprio, non scevro da componenti soggettive, ma accetto che sia un prerequisito imposto da quanto di meglio abbiamo come repository di matematica/fisica, in assenza della possibilità di operare un miglior controllo sul contenuto degli articoli.
Devo ora smentire categoricamente un pensiero falso che mi si attribuisce e che non mi è mai appartenuto: non reputo tutti i journal identici, ci mancherebbe... ci sono quelli aperti sia per chi invia, sia per chi legge e quelli a pagamento, ai quali mi guarderò sempre bene dal contribuire in modo attivo
Battute a parte (fino a un certo punto), ciò che volevo intendere è che se hai già inviato/pubblicato un articolo presso un journal (anche fosse il peggiore sulla faccia della Terra), poi non ti è comunque concesso reinviarlo ad altri e il contenuto dell'articolo può essere buono o scarso in sé, non è il journal che lo determina! Ciò non vuol mica dire che un journal prestigioso contenga statisticamente altrettanti ottimi articoli di uno di fascia inferiore, ma se invii un articolo a un singolo journal che hai deciso per motivi tuoi e te lo pubblica non hai alcuna prova che un journal più quotato non lo avrebbe comunque accettato: chi viene pagato in base a ciò, sceglierà di conseguenza, gli altri facciano come preferiscono (IMHO), se il contenuto è valido resterà comunque protetto da possibili plagi/oblio. Questo in sintesi è il mio pensiero personale e liberi di dissentire, che è sempre cosa buona e giusta.
"Ricercatore indipendente" non credo sia sinonimo di "ricercatore amatoriale"; che poi ci siano ricercatori indipendenti molto, ma molto, più bravi, prolifici e titolati, non ho dubbi... sarei però anche curioso di sapere come mai dei ricercatori professionisti non abbiamo saputo rispondere al mio post poco più in basso in questa stessa sezione o se riescano facilmente a migliorare il bound che ho fornito per il problema dei $4 \times 4 \times 4$ punti, avendo già risolto il caso generale del $3 \times 3 \times \cdots \times 3$.
Per tornare finalmente IT: a 15 anni la motivazione è davvero tutto, anche perché in genere essa abbonda laddove c'è talento (parlando di matematica e non di calcetto). Sul fatto che sparare frasi perentorie non sia un buon modo di argomentare non ci piove e sono contento che praticamente tutti qui conveniamo sul rigettare tale opinione avvilente per l'OP. L'unica mia perplessità è sulla concreta possibilità di raggiungere obiettivi che dipendono in larga parte da terzi (premi, fortuna nel riuscire a fare qualcosa anticipando altri che già ci lavorano, etc...), perché può andare bene o meno bene, quindi partirei da delle tappe necessarie e mi godrei intanto il viaggio in modo sereno (che non vuol dire rilassandosi o prendendosela comoda seguendo il mio pessimo esempio).
Step 1 - come ha saggiamente scritto gugo82: imparare a studiare matematica (cosa non banale).
Step 2 - iniziare a studiare argomenti basilari di interesse, su cui costruire poi e approfondire.
Step 3 - esercitarsi cercando di mantenere un atteggiamento attivo e, aggiungerei, creativo.
Step 4 - leggersi qualche articolo scientifico recente per avere spunti, idee e tenersi aggiornati, iniziando ad apprendere "per osmosi" le specificità del caso.
Step opzionale: divertirsi, condividere con gli altri, confrontarsi con chi ne sa di più, guardare avanti con fiducia e voglia di procedere oltre i limiti che magari, alcuni, cercheranno di prospettare.
L'unico errore che francamente eviterei dall'inizio, è il provare adesso a risolvere problemi famosi e palesemente troppo complessi... cosa che fanno moltissimi amatori. Sciegliersi una branca abbordabile adesso e poi specializzarsi anche in altro con più tempo (esempio, partire con teoria dei grafi, che è più facile dei sistemi dinamici basati su paccate di equazioni differenziali e man mano costruirsi la base per approfondire campi più astratti/complessi). Poi, l'idea buona per risolvere un problema importante, può venire anche adesso... ma un conto è leggersi per diletto un libricino divulgativo su quei problemi e pensarci ogni tanto, un altro è ossessivamente pretendere di dimostrare la congettura di Collatz, perché spesso si arriva poi a convincersi di averlo fatto sul serio, con strumenti basilari e in meno di 20 pagine, spesso.