A quale studente non piacerebbe poter scegliere quali materie studiare, lasciando da parte le altre, quelle che proprio non piacciono, quelle che proprio non fanno per lui? Sembra un sogno, ma in realtà al Governo c’è un progetto in cantiere che presto potrebbe permettere agli studenti dell’ultimo di anno di scegliere le materie da approfondire, grazie ad un piano di studio personalizzato, sul modello americano.

La proposta di un “curriculum personalizzato” alla fine delle scuole superiori, con una parte di materie obbligatorie per tutti e un’altra a scelta dei singoli studenti, è stata presentata dalla VII Commissione cultura del Senato dopo  un’interessante confronto svolto con le associazioni di dirigenti scolastici, insegnanti e genitori e dopo due anni di studi sul campo. La proposta va ad inserirsi nella prospettiva nuova verso quale si sta dirigendo la scuola italiana, che punta a concedere sempre più autonomia ai singoli istituti.

La possibilità di gestire autonomamente il proprio piano di studi sembra allettare la maggior parte degli studenti. È importante sottolineare però che si tratta pur sempre di una flessibilità didattica limitata. Per garantire una formazione completa ed efficiente a tutti gli studenti, infatti, le materie base e caratterizzanti dell’indirizzo di studi saranno obbligatorie. I ragazzi, invece, potranno scegliere le materie tra un set di materie considerate opzionali e le discipline facoltative di arricchimento, in modo garantire da una parte la personalizzazione del percorso di studi, fondamentale per coltivare le attitudini e i talenti degli studenti, e dall’altra di potenziare l’elemento orientativo dell’istruzione.

L’attuazione di questa proposta, inoltre, potrebbe portare numerosi benefici in merito alla lotta contro la disoccupazione giovanile, servirebbe infatti a tamponare il “disallineamento tra domanda di competenze che il mondo chiede di sviluppare e ciò che la scuola offre, in connessione con le esigenze del territorio”.

Anche l’Esame di Stato cambierebbe in seguito alla possibile rivoluzione didattica, le prove standard e a carattere nazionale, dovrebbero lasciar spazio a prove sempre più personalizzate, in grado di far emergere le qualità e la bravura dei singoli.

Serena De Domenico

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