Messaggioda gugo82 » 21/04/2011, 12:16

Gauss1991 ha scritto:non capisco questa catena in pratica dopo aver dimostrato che la proprietà vale per un numero n+1 cosa succede??
perchè la tesi dovrebbe essere vera?
e perchè è necessario dimostrare la proprietà anche per un n generico tipo 0 o 1??
non sarebbe lo stesso saltare questo passaggio e dimostrare la proprietà per n+1 direttamente??

Il principio d'induzione matematica (in breve PIM) non si capisce se non si studia la teoria (come tutta la Matematica, direi).

Il PIM è uno degli assiomi dei numeri naturali e recita quanto segue:

Se \( \displaystyle T\subseteq \mathbb{N} \) è un insieme tale che:

1. \( \displaystyle 0\in T \) ,
2. per ogni \( \displaystyle n\in T \) si ha anche \( \displaystyle n+1\in T \) ,

allora \( \displaystyle T=\mathbb{N} \) .

(di solito, più correttamente, al posto di \( \displaystyle n+1 \) si usa la funzione consecutivo \( \displaystyle c(n) \) , però non l'ho definita e mi sono arrangiato così).

Come interpretare il PIM?
Testo nascosto, fai click qui per vederlo
Il PIM si può interpretare come una condizione necessaria e sufficiente affinché un sottoinsieme \( \displaystyle T \) di \( \displaystyle \mathbb{N} \) coincida con tutto \( \displaystyle \mathbb{N} \) .
Tale interpretazione non è campata in aria, ma si basa su un'intuizione sensata: se un insieme di numeri naturali contiene il primo numero naturale, cioè \( \displaystyle 0 \) , e se esso contiene il consecutivo di ogni suo elemento, allora tale insieme coincide con \( \displaystyle \mathbb{N} \) . Infatti per 1 \( \displaystyle 0\in T \) , e da ciò e 2 segue che \( \displaystyle 1=0+1\in T \) ; ma dalla 2 allora segue che anche \( \displaystyle 2=1+1\in T \) ; ed ancora dalla 2 segue che pure \( \displaystyle 3=2+1\in T \) ... E si continua così ad libitum.

Più semplicemente, si può contestualizzare il discorso così: se domani faccio colazione col cornetto e se mi impongo di fare colazione col cornetto ogni giorno seguente ad un giorno in cui ho fatto colazione col cornetto, allora continuerò a mangiare cornetti a colazione per il resto della mia vita. :lol:
Se la mia vita (e quella dell'universo in cui ci troviamo) fosse infinita, continuerei a mangiare cornetti a colazione per sempre. :-D


Come si usa il PIM?
Testo nascosto, fai click qui per vederlo
In maniera brutale, di solito si dice: "Verifica che la tua proprietà è vera per \( \displaystyle n=0 \) ; poi dimostra che la proprietà è verificata per \( \displaystyle n+1 \) se essa è vera per \( \displaystyle n \) ; allora la proprietà è vera per ogni numero naturale \( \displaystyle n \) ".
Questa è una versione semplicistica di porre la questione, ma esprime il succo del ragionamento induttivo.
Ora vediamo un po' cosa accade davvero.
Diciamo che è assegnata una certa proposizione \( \displaystyle \mathcal{P} (n) \) che ha come variabile un numero naturale (ad esempio: \( \displaystyle \mathcal{P}(n)=\text{"} 3^{2^{n+1}} \text{ è una potenza di } 9\text{"} \) , oppure \( \displaystyle \mathcal{P}(n) =\text{"} (n+1)^n \geq (n+1)! \text{"} \) ) e si vuole dimostrare che tale proposizione è vera per ogni numero naturale.
Come procedere? Ebbene, innanzitutto si definisce un insieme:

\( \displaystyle T:=\{ n\in \mathbb{N}:\ \mathcal{P}(n) \text{ è vera}\} \) ;

evidentemente se \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) è sempre falsa (e.g. \( \displaystyle \mathcal{P}(n)=\text{"} 2n \text{ è dispari"} \) ), allora \( \displaystyle T \) è vuoto ed è inutile continuare. Ora, si deve far vedere che \( \displaystyle T=\mathbb{N} \) : visto che il PIM è una condizione necessaria e sufficiente affinche l'uguaglianza \( \displaystyle T=\mathbb{N} \) sia vera, basterà dimostrare che \( \displaystyle T \) verifica il PIM, ossia che $T$ soddisfa le condizioni 1 e 2.

- La 1 si verifica "a mano": cioè si scrive esplicitamente \( \displaystyle \mathcal{P}(0) \) e si vede se essa è una proposizione vera; se è vera si va avanti, altrimenti ci si ferma concludendo che \( \displaystyle T\neq \mathbb{N} \) .
Se \( \displaystyle \mathcal{P}(0) \) è vera, tale proposizione si chiama base dell'induzione.

- Ora bisogna verificare la 2. Per fare ciò, si deve fissare \( \displaystyle n\in T \) e si deve mostrare che \( \displaystyle n+1\in T \) : data la definizione di \( \displaystyle T \) , ciò equivale a dire che fissato \( \displaystyle n \) tale che \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) è vera si deve dimostrare che anche \( \displaystyle \mathcal{P}(n+1) \) è vera. Se si riesce a fare questa dimostrazione, allora scatta il PIM ed abbiamo \( \displaystyle T=\mathbb{N} \) ; altrimenti concludiamo che \( \displaystyle T\neq \mathbb{N} \) .
La proprietà 2 si chiama di solito passo induttivo, e l'ipotesi " \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) è vera" di solito si chiama ipotesi induttiva.


Questo è; niente di più, niente di meno.

***

Esempio:
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Ad esempio, dimostriamo che \( \displaystyle \mathcal{P}(n)=\text{"} 3^{2^{n+1}} \text{ è una potenza di } 9 \text{"} \) è vera per ogni $n\in \mathbb{N}$.
Controlliamo la base dell'induzione: abbiamo \( \displaystyle \mathcal{P}(0)=\text{"} 3^{2^1} \text{ è una potenza di } 9 \text{"} \) è una proposizione vera, perchè \( \displaystyle 3^{2^1}=3^2=9 \) è una potenza di \( \displaystyle 9 \) .
Dimostriamo il passo induttivo: assumiamo come ipotesi induttiva che \( \displaystyle \mathcal{P}(n)=\text{"} 3^{2^{n+1}} \text{ è una potenza di } 9 \text{"} \) sia vera e facciamo vedere che pure \( \displaystyle \mathcal{P}(n+1)=\text{"} 3^{2^{(n+1)+1}} \text{ è una potenza di } 9 \text{"} \) è vera; per le proprietà delle potenze abbiamo \( \displaystyle 3^{2^{(n+1)+1}}=3^{2\ 2^{n+1}}=(3^2)^{2^{n+1}}= 9^{2^{n+1}} \) ; quindi è vero che \( \displaystyle 3^{2^{(n+1)+1}} \) è una potenza di \( \displaystyle 9 \) , ossia è vera \( \displaystyle \mathcal{P}(n+1) \) .
Conseguentemente, essendo verificato il PIM, l'insieme \( \displaystyle T=\{ n\in \mathbb{N}:\ \mathcal{P} (n) \text{ è vera}\} \) coincide con tutto \( \displaystyle \mathbb{N} \) , come volevamo. \( \displaystyle \square \)


***

Evidentemente, poi, il principio può essere messo in varie forme, oppure generalizzato: una generalizzazione che torna utile in pratica è la seguente:
Se \( \displaystyle T\subseteq \mathbb{N} \) è un insieme tale che:

1. esiste un \( \displaystyle b\in T \) (ossia \( \displaystyle T \) è non vuoto),
2. per ogni \( \displaystyle n\in T \) si ha anche \( \displaystyle n+1\in T \) ,

allora \( \displaystyle \mathbb{N}\setminus \{ 0,\ldots ,b-1\} =\{ b, b+1, b+2,\ldots \} \subseteq T \) .

che ti assicura che l'insieme \( \displaystyle T \) contiene almeno tutti i numeri che seguono \( \displaystyle b \) .
Ciò si può leggere anche alla maniera che segue: se hai assegnata una proposizione \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) e (1) sai che \( \displaystyle \mathcal{P}(b) \) è vera e (2) è verificato il passo induttivo per \( \displaystyle n\geq b \) , allora \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) è vera almeno per ogni \( \displaystyle n\geq b \) .
Questa è la forma del PIM che si applica al discorso delle colazioni con cornetto che ho fatto più su. :wink:
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Messaggioda raffamaiden » 21/04/2011, 12:33

Gauss1991 ha scritto:non capisco questa catena in pratica dopo aver dimostrato che la proprietà vale per un numero n+1 cosa succede??
perchè la tesi dovrebbe essere vera?
e perchè è necessario dimostrare la proprietà anche per un n generico tipo 0 o 1??
non sarebbe lo stesso saltare questo passaggio e dimostrare la proprietà per n+1 direttamente??


Metti che hai davanti a te una fila di tavoli sopra i quali vi è una fila di libri, disposti con la copertina verso l'alto in modo che puoi vedere titoli e autore. Ovviamente i libri possono anche essere diversi. Ti viene detto che "se un libro è di fisica, allora il libro successivo è ancora di fisica".

Questo significa che se riesci a trovare un solo libro di fisica, TUTTI i libri successivi (e non solo quello immadiatamente dopo) sono libri di fisica! Per esempio trovi che il terzo libro è di fisica, e quindi anche il quarto è di fisica (ogni libro successivo a un libro di fisica è ancora un libro di fisica). Ma se il quarto è un libro di fisica, anche il quinto sarà un libro di fisica (riapplichi quanto detto prima sul quarto libro: quello successivo (quinto) è di fisica), e così anche il sesto sarà di fisica, ecc... Trovato un solo libro di fisica, tutti quelli successivi sono libri di fisica.

Qual'è il vantaggio? Che per sapere di che argomento sono TUTTI i libri che hai davanti, non devi controllarli a uno a uno (potrebbero anche essere infiniti!).
Trovato un solo libro di fisica, puoi andare a casa: tutti gli altri sono di fisica.

La frase "se un libro è di fisica, allora il libro successivo è ancora di fisica" non ti permette di concludere che ci sono libri di fisica. Se non c'è n'è neanche uno, non puoi dire a chi ti ha detto la frase che è bugiardo: non ti ha mai detto che esiste almeno un libro di fisica. ti ha detto che SE un libro è di fisica ... Pertanto prima di concludere che ci sono libri di fisica ne devi trovare almeno uno!

Pertanto non basta verificare che se la proprietà vale per un n allora vale anche per n+1 (passo induttivo). Bisogna trovare un n specifico (numero a piacere: 0,1,2,3,4,5,...) per cui quella proprietà vale: se lo trovi, allora vale per tutti gli n che stanno dopo (se sei nei numeri naturali e vale per 0, vale sempre). Se non lo trovi, allora non vale mai (o magari vale da un n molto grande in poi ... i numeri sono infiniti non puoi provarli tutti!)

EDIT: gugo te lo ha spiegato molto meglio di me e in modo formale. Quando ho iniziato a scrivere io il suo messaggio non c'era: comunque il mio lo lascio lo stesso. E' un piccolo esempio che magari ti aiuta a capire meglio il concetto da un puto di vista intuitivo :)
raffamaiden
 

Messaggioda Gauss1991 » 21/04/2011, 12:51

ok ma potete rispondere ora alla mia domanda inerente al principio di induzione della seconda forma
grazie
Gauss1991
 

Messaggioda Gauss1991 » 21/04/2011, 14:29

riposto la domanda:

poi un altra cosa:
il principio di induzione nella seconda forma dice che:
1)la proprietà dev essere vero per un b generico (0 o 1)
2)b<=m<n se la proprietà è vera per ogni m, allora lo sarà anche per n
e quindi verificate entrambi i punti si ha che la proprietà è vera per ogni n>=b giusto??

quello che mi chiedo io, il ragionamento da fare è lo stesso per quello della prima forma??
ovvero si suppone che l'ipotesi sia vera per ogni b<=m<n e si verifica poi a differenza dell induzione della prima forma che la proprieta valga per n e non per n+1 e dimostrato cio
abbiamo che la tesi è vera per ogni n>=b giusto??
Gauss1991
 

Messaggioda Gauss1991 » 21/04/2011, 16:10

mi basta sapere che il ragionamento sia questo anche per questa forma :)
è questo il mio ultimo dubbio sul principio di induzione..
Gauss1991
 

Messaggioda gugo82 » 22/04/2011, 10:06

Come detto sopra, il PIM si può formulare in diversi modi equivalenti.

Quella enunciata nel mio post precedente di solito si chiama prima forma, mentre la seguente:
Se \( \displaystyle T\subseteq \mathbb{N} \) è tale che:

1. \( \displaystyle 0\in T \) ,
2. se \( \displaystyle 0,1,\ldots , n\in T \) allora \( \displaystyle n+1 \in T \) ,

allora \( \displaystyle T=\mathbb{N} \) .

è detta seconda forma.
Come nel caso precedente il PIM ti consente di stabilire che un certo sottoinsieme \( \displaystyle T \) di \( \displaystyle \mathbb{N} \) coincide con tutto \( \displaystyle \mathbb{N} \) .
Quindi se hai assegnata una proprietà \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) e vuoi verificare che essa è vera per ogni \( \displaystyle n\in \mathbb{N} \) , allora formi l'insieme \( \displaystyle T:=\{ n\in \mathbb{N}:\ \mathcal{P}(n) \text{ è vera}\} \) ed usi il PIM per dimostrare che \( \displaystyle T=\mathbb{N} \) .
Insomma, indipendentemente dalla forma che usi, la conclusione è sempre la stessa.

Tuttavia, gli enunciati delle due forme sono diversi perchè differiscono le ipotesi induttive: infatti nella prima forma hai \( \displaystyle n\in T \) (che nelle applicazioni equivale a supporre vera solo \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) ), mentre per la seconda forma hai \( \displaystyle 0,1,\ldots ,n\in T \) (che, nelle applicazioni, equivale ad assumere che \( \displaystyle \mathcal{P}(0), \mathcal{P}(1),\ldots ,\mathcal{P}(n) \) sono vere).
Soprendentemente la seconda forma, che sembra essere più forte della prima (perchè hai più ipotesi induttive), non lo è affatto.

***

Esempio:
Fissato un naturale \( \displaystyle h\geq 1 \) , dimostriamo che vale la seguente proposizione:

\( \displaystyle \mathcal{P} (n) = \text{"esistono } q,r\in \mathbb{N} \text{ tali che } 0\leq r < h \text{ e } n = qh+r \text{"} \)

usando il PIM nella seconda forma.
Controlliamo la base dell'induzione: se \( \displaystyle n=0 \) si ha \( \displaystyle 0=0\ h +0 \) , quindi la \( \displaystyle \mathcal{P}(0) \) è vera perchè basta prendere \( \displaystyle q=0=r \) .
Dimostriamo il passo induttivo: per fare ciò assumiamo, come ipotesi induttiva, che siano vere \( \displaystyle \mathcal{P}(0),\ldots ,\mathcal{P}(n) \) e mostriamo che è vera pure \( \displaystyle \mathcal{P}(n+1) \) .
Distinguiamo due casi:

A. se \( \displaystyle 0 \leq n + 1 < h \) , allora \( \displaystyle \mathcal{P} (n+1) \) è vera perchè basta prendere \( \displaystyle q = 0,\ r = n+1 \) (N.B.: in questo caso non si è usata affatto l'ipotesi induttiva!);
B. se \( \displaystyle n + 1\geq h \) , allora si può scrivere \( \displaystyle n + 1 = h + m \) con \( \displaystyle 0 \leq m \leq n \) (per sottrazione, visto che \( \displaystyle h \geq 1 \) ); per ipotesi induttiva \( \displaystyle \mathcal{P} (m) \) è vera, perciò esistono \( \displaystyle q_m, r_m \in \mathbb{N} \) tali che \( \displaystyle 0 \leq r_m < h \) ed \( \displaystyle m = q_m\ h + r_m \) ; ma allora, per la stessa definizione di \( \displaystyle m \) , si ha \( \displaystyle n + 1 = h + (q_m\ h + r_m ) = ( 1 + q_m )\ h + r_m \) e conseguentemente \( \displaystyle \mathcal{P} (n+1) \) è vera perchè basta prendere \( \displaystyle q = 1 + q_m ,\ r = r_m \) .

Dal PIM segue che \( \displaystyle T=\{ n\in \mathbb{N}:\ \mathcal{P} (n) \text{ è vera}\} \) coincide con tutto \( \displaystyle \mathbb{N} \) , ossia che la proposizione \( \displaystyle \mathcal{P}(n) \) è vera per tutti i numeri naturali. \( \displaystyle \square \)

***

Poi ovviamente c'è la versione generalizzata:
Se \( \displaystyle T\subseteq \mathbb{N} \) è tale che:

1. \( \displaystyle b\in T \) ,
2. se \( \displaystyle b,b+1,\ldots , n\in T \) allora \( \displaystyle n+1 \in T \) ,

allora \( \displaystyle \mathbb{N}\setminus \{ 0,\ldots , b-1\} =\{ b,b+1,b+2,\ldots \} \subseteq T \) .
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)
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Messaggioda Gauss1991 » 22/04/2011, 21:02

secondo me hai fatto un discorso enorme..
il principio di induzione della seconda forma te lo enunciato io sopra
io vorrei semplicemente sapere se l ho enunciato correttamente o meno.
quella che cmq ho enunciato io è diversa dalla tua non capisco..mi stai facendo confondere :)
leggi il mio enunciato sopra dimmi che ne pensi
grazie
Gauss1991
 

Messaggioda Gauss1991 » 23/04/2011, 20:56

sn giorno ormai che aspetto per ricevere un semplice si o no..
ma è cosi difficile per voi matematici dare risposte semplici e non complicate come appunto un si oppure un no.. :)
Gauss1991
 

Messaggioda dissonance » 23/04/2011, 21:25

Tu certo con questo atteggiamento non aiuti. Gugo ti ha dedicato un sacco di tempo. Manco "grazie" gli hai detto, solo una risposta stentata e sgrammaticata in cui te ne esci con "voglio un si oppure un no". La tua ultima domanda
poi un altra cosa:
il principio di induzione nella seconda forma dice che:
1)la proprietà dev'essere vero per un b generico (0 o 1)
2)b<=m<n se la proprietà è vera per ogni m, allora lo sarà anche per n
e quindi verificate entrambi i punti si ha che la proprietà è vera per ogni n>=b giusto??

è posta male. A parte l'aspetto estetico (la scrittura delle formule - clic per istruzioni), non è chiara l'implicazione logica che fai al punto 2. In questi casi chi pone la domanda si sforza di spiegarsi meglio, riflettendo anche sulle risposte che gli sono arrivate. Tu invece la risposta di Gugo non la hai nemmeno letta, si vede.

Comunque. Vuoi un "si" o un "no". E' "no". Non è ben detto il tuo punto 2). Riprova.
E' abbastanza semplice come risposta?
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Messaggioda Gauss1991 » 23/04/2011, 21:29

si la tua è semplice
quella di gugo mi ha confuso solo le idee francamente
in ogni caso nel secondo punto io intendo questo:
ovvero assumo vera l ipotesi di induzione per un tutti gli m compresi tra b ed n e poi sfruttando quest'ultima dimostro che la proposizione sia vera per n..
questo intendevo è sbagliato?

ho modificato cosi va bene?
Ultima modifica di Gauss1991 il 23/04/2011, 21:43, modificato 1 volta in totale.
Gauss1991
 

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