Ciao!
Vi propongo alcuni risultati sugli ultrafiltri con alcune interpretazioni algebriche (che spero siano abbastanza eloquenti sull'applicabilità della geometria algebrica moderna, che nasce col concetto di spettro di un anello). Alcune fonti: uno, due, tre, tre e mezzo e ultrafiltri. Ricordo anche quattro. Penso che aggiungerò cose, e mi scuso per eventuali imprecisioni. Vi propongo di dimostrare i lemmi e le proposizioni che seguono: è molto divertente.
Dato un insieme \( \displaystyle X \) , un filtro su \( \displaystyle X \) è un sottoinsieme \( \displaystyle \mathcal{F} \) di \( \displaystyle P(X) \) (cioè un insieme di sottoinsiemi di \( \displaystyle X \) ) con le seguenti tre proprietà:
1. \( \displaystyle \emptyset \not \in \mathcal{F} \) .
2. Se \( \displaystyle A \in \mathcal{F} \) e \( \displaystyle B \subseteq X \) è tale che \( \displaystyle A \subseteq B \) allora \( \displaystyle B \in \mathcal{F} \) .
3. Se \( \displaystyle A,B \in \mathcal{F} \) allora \( \displaystyle A \cap B \in \mathcal{F} \) .
Il filtro \( \displaystyle \mathcal{F} \) si dice ultrafiltro se soddisfa in aggiunta la seguente proprietà:
U. Se \( \displaystyle E \subseteq X \) e \( \displaystyle E \not \in \mathcal{F} \) allora \( \displaystyle X-E \in \mathcal{F} \) .
Chiamiamo "filtro massimale" un filtro \( \displaystyle \mathcal{F} \) con la proprietà che ogni sottoinsieme di \( \displaystyle P(X) \) che contiene \( \displaystyle \mathcal{F} \) propriamente non è un filtro.
Lemma 1. Sia \( \displaystyle T \) un sottoinsieme di \( \displaystyle P(X) \) tale che \( \displaystyle A \cap B \neq \emptyset \) per ogni \( \displaystyle A,B \in T \) . Allora la famiglia delle intersezioni finite dei sovrainsiemi degli elementi di \( \displaystyle T \) è un filtro su \( \displaystyle X \) contenente \( \displaystyle T \) .
Lemma 2. Un filtro \( \displaystyle \mathcal{F} \) è un filtro massimale se e solo se è un ultrafiltro.
Esempio di ultrafiltro. Dato \( \displaystyle x \in X \) , l'insieme dei sottoinsiemi di \( \displaystyle X \) contenenti \( \displaystyle x \) è un ultrafltro su \( \displaystyle X \) . Si chiama ultrafiltro principale generato da \( \displaystyle x \) . Se \( \displaystyle X \) è un insieme finito allora ogni ultrafiltro su \( \displaystyle X \) è principale (es.).
Lemma 3. Sia \( \displaystyle \mathcal{U} \) un ultrafiltro su \( \displaystyle X \) , e prendiamo \( \displaystyle A_1,...,A_n \subseteq X \) tali che \( \displaystyle A_1 \cup ... \cup A_n \in \mathcal{U} \) . Allora esiste \( \displaystyle i \in \{1,...,n\} \) tale che \( \displaystyle A_i \in \mathcal{U} \) .
Propongo una visione algebrica del lemma 3. Consideriamo l'insieme \( \displaystyle P(X) \) . Esso si può pensare come l'insieme \( \displaystyle \mathbb{Z}_2^X \) delle funzioni \( \displaystyle X \to \mathbb{Z}_2 \) , dove \( \displaystyle \mathbb{Z}_2 \) denota il campo con due elementi. L'identificazione è la seguente: al sottoinsieme \( \displaystyle A \) di \( \displaystyle X \) corrisponde la funzione \( \displaystyle f_A:X \to \mathbb{Z}_2 \) che vale \( \displaystyle 0 \) sugli elementi di \( \displaystyle A \) e \( \displaystyle 1 \) altrove. In questo modo \( \displaystyle P(X) \) riceve la struttura di anello (booleano), quella (naturale) in cui le operazioni sono per componenti: \( \displaystyle (a_x)_{x \in X} + (b_x)_{x \in X} := (a_x+b_x)_{x \in X} \) e \( \displaystyle (a_x)_{x \in X} \cdot (b_x)_{x \in X} := (a_x \cdot b_x)_{x \in X} \) . In questo modo è chiaro che il prodotto di due sottoinsiemi è la loro unione. Invece per l'intersezione vale la seguente uguaglianza: \( \displaystyle A \cap B = A \cdot B+A+B \) .
Lemma 4. Un filtro su \( \displaystyle X \) è un ideale proprio di \( \displaystyle P(X) \) . Un ultrafiltro è un ideale massimale.
Ora il lemma 3 segue immediatamente dal lemma 4 ricordando che gli ideali massimali sono primi.
Ricordo che l'esistenza di un filtro massimale contenente un dato filtro è deducibile dall'assioma della scelta. Senza questo assioma è difficile (e forse impossibile, non so) trovare ultrafiltri non principali.
Supponiamo ora che \( \displaystyle X \) sia uno spazio topologico. Dati un filtro \( \displaystyle \mathcal{F} \) su \( \displaystyle X \) e un elemento \( \displaystyle x \in X \) , diciamo che \( \displaystyle x \) è un limite di \( \displaystyle \mathcal{F} \) se ogni intorno di \( \displaystyle x \) appartiene a \( \displaystyle \mathcal{F} \) .
Proposizione 1. \( \displaystyle X \) è di Hausdorff se e solo se ogni ultrafiltro su \( \displaystyle X \) ha al più un limite. \( \displaystyle X \) è compatto se e solo se ogni ultrafiltro su \( \displaystyle X \) ha almeno un limite.
Quindi uno spazio è contemporaneamente compatto e di Hausdorff se e solo se ogni ultrafiltro su tale spazio ha esattamente un limite. A questo proposito ricordo quattro.
Dotiamo l'insieme \( \displaystyle X \) della topologia discreta. Chiamiamo \( \displaystyle \mathcal{U}(X) \) l'insieme degli ultrafiltri su \( \displaystyle X \) . Dato \( \displaystyle A \subseteq X \) , definiamo \( \displaystyle U_A := \{U \in \mathcal{U}(X)\ |\ A \in U\} \) . Allora dati \( \displaystyle A,B \subseteq X \) si ha \( \displaystyle U_A \cap U_B = U_{A \cap B} \) . In particolare la famiglia \( \displaystyle \{U_A\ |\ A \subseteq X\} \) è la base di una topologia su \( \displaystyle \mathcal{U}(X) \) , detta topologia di Stone.
Proposizione 2. \( \displaystyle \mathcal{U}(X) \) con la topologia di Stone è compatto. Si chiama compattificazione di Stone–Cech di \( \displaystyle X \) .
Segue un'altra interpretazione in chiave algebrica per chi conosce la topologia di Zariski sugli spettri.
Lemma 5. L'anello \( \displaystyle P(X) \) ha dimensione di Krull zero, cioè ogni suo ideale primo è massimale. [Suggerimento: usare il lemma 4].
Ne segue che \( \displaystyle \mathcal{U}(X) \) corrisponde in modo canonico a \( \displaystyle \text{Spec}(P(X)) \) (l'insieme degli ideali primi di \( \displaystyle P(X) \) ).
Proposizione 3. Se dotiamo \( \displaystyle \mathcal{U}(X) \) della topologia di Stone relativa alla topologia discreta su \( \displaystyle X \) e \( \displaystyle \text{Spec}(P(X)) \) della topologia di Zariski, tali due spazi topologici sono omeomorfi.
E siccome gli spettri sono compatti, la proposizione 3 implica la proposizione 2.
Lemma 6. Un ultrafiltro su un insieme infinito \( \displaystyle X \) non è principale se e solo se contiene tutti i sottoinsiemi cofiniti di \( \displaystyle X \) .
Domanda 1. Prendiamo un insieme \( \displaystyle X \) che ammetta un ultrafiltro non principale. Si può concludere che gli ultrafiltri non principali su \( \displaystyle X \) sono infiniti?
Ricordo che uno spazio topologico si dice totalmente disconnesso se i suoi unici sottoinsiemi connessi sono i punti (cioe' i sottoinsiemi con un solo elemento). Uno spazio topologico si dice spazio di Stone se e' compatto, di Hausdorff e totalmente disconnesso.
Ecco una caratterizzazione di tipo categoriale degli spazi di Stone.
Teorema 1. Uno spazio topologico e' uno spazio di Stone se e solo se e' un limite inverso (nella categoria degli spazi topologici) di spazi finiti discreti.
Le compattificazioni di Stone-Cech degli spazi discreti sono spazi di Stone:
Teorema 2. Sia \( \displaystyle X \) un insieme dotato della topologia discreta. Allora la compattificazione di Stone-Cech di \( \displaystyle X \) (cioe' l'insieme \( \displaystyle \mathcal{U}(X) \) degli ultrafiltri su \( \displaystyle X \) dotato della topologia di Stone) e' uno spazio di Stone.
La compattificazione di Stone-Cech di uno spazio discreto \( \displaystyle X \) e' il limite inverso degli spettri dei sottoanelli finiti di \( \displaystyle P(X) \) , dove se \( \displaystyle A \subseteq B \) sono due sottoanelli finiti di \( \displaystyle P(X) \) il morfismo strutturale e' quello naturale \( \displaystyle \text{Spec}(B) \to \text{Spec}(A) \) .
Secondo me questo si puo' dire anche meglio, ci pensero'.