Non sono d'accordo.
Come dicevo quello che scrive Cosimo viene dopo.
Su vari testi (delle Superiori intendo non cose più complicate
) ho visto definire le funzioni goniometriche in questo modo che io ritengo, se correttamente compreso, utilissimo e chiarissimo.
Si definisce la circonferenza goniometrica come circonferenza di raggio unitario centrata nell'origine (di un piano cartesiano ortogonale).
Si definisce, in generale, l'angolo come parte di piano compresa tra due semirette uscenti dallo stesso punto ed in particolare, nel nostro caso, il vertice coincide con l'origine $O$ e la prima semiretta (il primo lato dell'angolo) coincide con il semiasse positivo delle $x$.
Detto $Q$ il punto di intersezione dell'asse $x$ con la circonferenza goniometrica e detto $P$ il punto di intersezione dell'altra semiretta (l'altro lato dell'angolo) con la circonferenza goniometrica, il valore della misura dell'arco $QP$ rapportata al raggio è la misura dell'angolo in radianti; siccome il raggio è unitario, la misura dell'arco coincide con la misura dell'angolo ed è un numero puro (anche se aggiungiamo radianti per comodità/chiarezza); lo segniamo positivo se percorso in senso antiorario, negativo in senso inverso.
Ora, tracciamo la perpendicolare da $P$ sull'asse $x$ e chiamiamo $H$ il punto di intersezione:
- il valore della misura di $PH$ è il seno dell'angolo $Q\hatOP$
- il valore della misura di $OH$ è il coseno dell'angolo $Q\hatOP$.
La generalizzazione viene di conseguenza
Cordialmente, Alex